30 agosto 2020

Ciao a tutti polo che pedala ….

Oggi tappa da Gradara a Riccione. Allora tutto ok in italiano, tot a post in bergamasco e abbiamo portato la pelle all’arrivo in gergo ciclistico.

Oggi è stata veramente una giornata particolare che ci ha visto emulare la tappa di ieri al Tour de France e vi dirò che, una cosa è vedere in Tv certe situazioni difficili e particolari e rimanere stupiti, ed una cosa è viverle direttamente e rendersi conto che quando si dice “ non si riesce a stare in piedi” non è un eufemismo ma è una realtà.

Vi dico tutto a posto perchè come avrete visto dalle dirette siamo partiti puntuali da Gradara per il km 0. Mentre eravamo nella discesa del bellissimo paese, che è stato la sede di partenza della gara, i nostri massaggiatori , partiti trenta minuti prima ci hanno inviato  filmati in cui l’acqua scendeva a dirotto.

Quindi avvicinandoci al via, abbiamo avvisato il giudice in moto che si sarebbe dovuto preparare ad un meteo molto incerto. Appena comunicato il nostro avvertimento ecco che in piena discesa veniamo colti da uno scroscio di pioggia, terminato nel giro di pochi minuti , anche se subito dopo è iniziato l’incubo di giornata . Una prima caduta , dove purtroppo ha dovuto abbandonare un atleta della squadra emiliana e poi dopo poco più di un km un’altra caduta dove parecchi atleti sono stati coinvolti . Dei nostri Andrea Piccolo che presenta una bella botta sul gomito ed una ferita sulla gamba destra abbastanza profonda che però gli permette di pedalare. Subito dopo il Presidente di Giuria decide immediatamente di neutralizzare la corsa perchè le cadute si susseguivano.
La strada è diventata con la pioggia che mancava da tempo e la salsedine una lastra scivolosa .

Qualcuno dirà che ormai alla mia età posso anche avere le allucinazioni e che non ho più il coraggio per affrontare certe situazioni, ma vi posso assicurare che c‘è  bisogno di trovarsi in certi momenti. Bisogna pensare alla sicurezza dei ragazzi ed il nostro primo pensiero, anche se eravamo solo 8,5 km di gara, è stato quello di affiancare la macchina del Presidente di giuria e fargli i complimenti per aver preso prontamente ed in sintonia con l’organizzazione, la decisione di neutralizzare la tappa per cercare di radunare i ragazzi caduti e di mettere insieme i “ cocci “ del magnifico vado chiamato Giro Under 23.





Mi accorgo però che come sempre , anche se l’unione fa la forza, nel ciclismo in generale ci sono sempre due fazioni una opposta all’altra e, mentre molti DS erano perfettamente d’accordo sulla neutralizzazione in un momento difficile che poi si è ripetuto più avanti, molti o meglio pochi ribadivano il fatto che la corsa è corsa e quindi bisogna sfidare il destino ed andare avanti.

Non erano solo loro gli unici a pensarla cosi, perchè anche sul web notavo che molti criticavano la decisione e non riuscivano proprio a pensare che la strada per bici, moto, auto e scarpe da ginnastica era impraticabile. Insomma, una lastra di ghiaccio. Ma vi ripeto, bisogna essere presente per vedere esattamente la situazione. Voglio ringraziare la direzione corsa che ha pensato a mettere in sicurezza i ragazzi che hanno bisogno sì di fare risultati e dare spettacolo, ma di non correre rischi inutili e dire che ieri il Tour ci ha dato una bella lezione anticipata.

Quindi si va tutti insieme verso il momento della sicurezza e verso il 50 km più o meno , ma con notevole ritardo si dà il via ad una gara vissuta fino a quel momento con ansia ed apprensione.
Si arriva a Riccione e si pensa sin dal mattino ad un arrivo in volata. Ci pensa Luca Colnaghi a smentire tutti , ma sopratutto a crederci più volte e raggiungendo la fuga in atto riesce a mantenere un piccolo vantaggio che gli regala una bella vittoria.

I nostri tutti presenti nel gruppo , anche se oggi , non ci siamo proprio fatti mancare il momento della “ sfiga” ciclistica ( si può scrivere 🙂 ). Mentre davamo le ultime borracce a Samuele Zoccarato e gli spiegavamo la situazione di gara,  ecco fermo sulla destra il nostro velocista Michele Gazzoli che ha un guasto meccanico. Mancano 17 km all’arrivo e quindi cambio bici immediato , rientro a tutta per recuperare e mentre si arriva a 12 km dall’ arrivo e si vedono i colori del gruppo e le prime ammiraglie.




Su uno strappo cadono in diversi atleti che spezzano il gruppo in due tronconi e diminuiscono la possibilità a Gazzoli, e a molti altri atleti, di rientrare subito sui primi . Perdiamo anche noi come ammiraglia la vista o meglio la coda del gruppo e veniamo a sapere poi che riuscirà a rientrare solo negli ultimi km di gara, a tutta per lo sforzo.

Ecco perchè all’inizio vi o detto tot a post , perchè oggi il bollettino medico è pieno , ma fortunatamente non è gravissimo , anche se gli acciaccati sono molti , i meccanici stasera avranno tutti molto da fare , e diciamo che questo è stato un giorno da non dimenticare. Una giornata in cui si è pensato subito e solamente al bene di tutti questi ragazzi . E chi non è d’ accordo con me , può anche continuare a pensare che non sanno più andare in bici , ma io penso che, mentre noi quando eravamo piccoli , ci sentivamo sempre ripetere dai nostri genitori – vai piano e non farti male – le nuove generazioni hanno tutte le possibilità per sperimentare la velocità ed i rischi di tutti i tipi e di tutte le tecnologie, ed hanno rispetto a noi di un epoca diversa, una voglia di competizione pazzesca .

Io so per certo che stanotte , in molte camere di hotel , le botte inizieranno a farsi sentire e per molti non sarà facile , quindi un abbraccio gli atleti del Giro D’Italia Under 23.
Domani è un altro giorno ma sicuramente si spera non sia come questo 🙂