RIO DE JANEIRO (BRASILE) – Eva Lechner ha pedalato ieri lungo il tracciato dell’Aquece Rio, all’interno del MTB Centre, il tempo necessario per compiere un giro e mezzo di pista, in compagnia del meccanico Simone Fabbri, e provare nuove traiettorie lungo un percorso sul quale ha già corso lo scorso anno. “Mi piace, lo trovo divertente…” ha dichiarato al termine del test di avvicinamento alla prova decisiva di oggi, quando alle 12,30 ore brasiliane (17,30 per l’Italia) si alzerà il sipario sull’ultima tranche olimpica dedicata al ciclismo, quella del cross country.

Eva Lechner in allenamento sul percorso olimpico di Rio

Eva Lechner in allenamento sul percorso olimpico di Rio

Non sarà facile per la 31enne di Bolzano reduce quest’anno da una stagione non particolarmente brillante. L’ultimo suo successo in campo internazionale risale proprio al test event di ottobre sullo stesso percorso sul quale si gareggerà oggi, come ha ricordato anche il CT Hubert Pallhuber che ha seguito ieri l’altoatesina sul tracciato: “Eva ha l’esperienza necessaria per ben figurare. Certo gli ultimi risultati non sono troppo confortanti, anche se un po’ di ripresa c’è stata. Comunque è la vincitrice della gara preolimpica, sta bene e il percorso gli piace…siamo fiduciosi.”
Non sarà facile perché gli scarsi risultati l’hanno fatta scivolare indietro nel ranking UCI e si ritroverà a partire dalla terza fila. Sicuramente uno svantaggio, visto che tutte le favorite potranno invece sfruttare il “campo aperto” che regala la partenza in prima fila.
Favorita d’obbligo la campionessa del mondo in carica, la danese Anika Langvad, n. 1 del ranking anche in virtù dei successi in Coppa del Mondo ad Albstadt e Cairns (oltre ad una manciata di piazzamenti). La bionda scandinava nella giornata di ieri ha pedalato lungo il percorso in compagnia dello svizzero Sauser, compagno di scuderia. C’è da credere che dopo il mondiale in Repubblica Ceca, Anika abbia messo nel mirino proprio la prova di Rio, per cercare di ripetere l’impresa della francese Bresset che nel 2012 si portò a casa titolo olimpico e mondiale (doppiato, quest’ultimo, anche l’anno seguente).
La Langvad potrà godere anche della stagione in chiaro-scuro della svizzera Jolanda Neff, dominatrice nel 2015 ma non in grado di ripetersi quest’anno. Al suo attivo nel 2016 il titolo continentale e la prova di Coppa del Mondo in Francia. Non sufficiente per impedirgli di scendere al n. 3 del raking, superata anche dall’eterna Sabine Spitz, 45 anni, vincitrice delle Olimpiadi di Pechino, e con tanta voglia ancora di stupire.
Per restare tra le “over 40”, da segnalare il ritorno in grande stile, nell’ultima prova di Coppa del Mondo in Canada, anche della “signora” del fuoristrada mondiale, ovvero di Gunn Rita Dhale Flesjaa. La norvegese ha chiuso al secondo posto a Mont Sainte Anne e appare tornata in condizione. La classe per mettere in difficoltà chiunque è quella di un tempo; impossibile credere che non reciterà un ruolo da protagonista lei che un’Olimpiade l’ha già vinta (addirittura nel 2004), anche se dovrà partire dalla seconda fila a causa un ranking non particolarmente brillante.
Eva Lechner con il CT Pallhuber

Eva Lechner con il CT Pallhuber


Proprio in Canada si è riaffacciata al successo anche un’altra grande interprete della disciplina, quella Catharine Pendrel scomparsa quest’anno dai radar degli appassionati. La 36enne canadese ha sfruttato in Coppa il fattore campo ma soprattutto ha ricordato a tutti che quando si varca l’Oceano lei è sempre pronta. Del resto nel 2007 proprio a Rio vinse l’oro ai Giochi Panamericani, medaglia sicuramente meno importante dei due titoli mondiali conquistati nel 2011 e 2014.
Detto della Neff, per restare in casa Svizzera, non possiamo non inserire tra le favorite l’altro astro nascente del crosscountry elvetico, Linda Indergard che partirà in prima fila insieme alla canadese Emily Batty (terza al mondiale quest’anno), alla polacca Maja Wloszczowska, all’ucraina Yana Belomoina e alla svedese Jenny Rissveds, la più piccola (22 anni) ma anche campionessa del mondo U23 e vincitrice della Coppa del Mondo a Lenzerheide.
Una menzione la meritano anche l’americana Lea Davison, vicecampionessa del mondo (anche se indietro nel raking) e la francese Pauline Ferrand Prevot. La transalpina è stata la grande sconfitta al mondiale di un mese fa (a causa anche di una brutta caduta), ma resta un’atleta di classe cristallina, capace in carriera di vincere 4 titoli mondiali MTB, 1 su strada e 1 di ciclocross. C’è da credere, poi, che i francesi non abbandoneranno facilmente e senza combattere un titolo che nel 2012 fu loro.
(fonte: Federciclismo.it)