BENEVENTO (BN) – “Siamo qui per ringraziare l’ospedale “Rummo” per aver salvato la vita di Claudia, ma anche l’intera comunità di Benevento che ci ha sostenuto per tutto il periodo in cui è stata ricoverata”. Parla con la voce carica di emozione Laura Bianchi, la madre di Claudia Cretti la ciclista bergamasca caduta in discesa durante il Giro Rosa.

Era lo scorso luglio quando la giovane atleta della Valcar-PBM, cadde sbattendo violentemente la testa e fu ricoverata in prognosi riservata. L’episodio avvenne durante la settima tappa del Giro Rosa 2017 con partenza da Isernia e arrivo a Baronissi.

Un ringraziamento all’ospedale “Rummo” che riguarda non solo la professionalità dei medici, ma anche l’umanità con cui è stato gestito il caso. “I dottori – ha detto la madre – hanno salvato non solo lei, ma tutta la nostra famiglia”. Un caso di buona sanità che, al di là della promozione mediatica, racconta di un eccellenza sanitaria – rappresentata nel caso specifico da Pompilio De Cillis, direttore Reparto di Neurorianimazione dell’Ospedale “Rummo”, e da Giuseppe Catapano, direttore del reparto di Neurochirurgia – che è stata in grado di gestire un caso complicato e restituire una vita normale ad una giovane che versava in condizioni gravissime.

Il recupero di Claudia, intanto, procede spedito. Riabilitazione, affetti familiari e tanta forza di volontà hanno permesso alla giovane ciclista anche di ritornare in bici con il fratello Giacomo per delle passeggiate che le hanno permesso di riassaporare la felicità delle due ruote.

“Abbiamo lasciato un pezzo del nostro cuore in questa città – ha concluso il fratello di Claudia – e per questo abbiamo deciso di tornare tutti insieme per ringraziare tutti. I ricordi della nostra famiglia saranno, per sempre, legati a Benevento”.

Il Direttore Generale, Renato Pizzuti, nel corso del suo intervento, ha rimarcato che “la professionalità, la diligenza, la scrupolosità e lo zelo rilevati dalla famiglia Cretti, alla quale – ha detto – siamo grati per l’odierno attestato di stima, costituiscono e saranno sempre e maggiormente il nostro infrangibile dogma”.

Sulla stessa linea, il Direttore Sanitario, Dott. Mario Iervolino, che è stato quotidiano angelo custode al capezzale della giovanissima atleta, ha sottolineato che “un nosocomio, cui è affidato il bene incomparabile della salute e talvolta le sorti di una vita, ha il dovere morale di essere sempre assolutamente inappuntabile nei trattamenti ed umanissimo e solidale nei comportamenti: noi ce la mettiamo tutta e siamo felici ed orgogliosi del riconoscimento che spesso ce ne viene”.

(fonte: ntr24.tv)