Dopo la parziale riapertura alle attività sportive contenute nel decreto del 26 aprile 2020 che entrerà in vigore dal 4 maggio, oggi si è tenuto in virtuale il Consiglio Federale, anticipato da un Consiglio dei Presidenti del Comitati Regionali, che doveva approvare le linee guida del ciclismo per la Fase 2 in base a quanto fino ad oggi elaborato dalle Commissioni e Tecnici. Dopo aver raccolto i pareri di diversi dirigenti di società giovanili italiane, in attesa di conoscere cosa stabilito dal Consiglio Federale oggi, vi proponiamo ora alcune riflessioni che abbiamo raccolto nei giorni scorsi da alcuni esponenti di vario livello della Federazione Ciclistica Italiana, per farci un’idea di quello che è il polso della situazione del movimento durante questa emergenza di Coronavirus, delle iniziative in essere e di quelle che potranno essere intraprese in futuro per risollevare l’intero sistema, specie quello legato alla base e all’attività giovanile.

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Questione “congelamento delle categorie” nel 2021

La prima tematica affrontata è quella che riguarda l’ormai famosa questione del possibile “congelamento delle categorie” (aggiungere la categoria G0 con Juniores che diventano U19 e dilettanti U24) per la stagione 2021. Il primo a rispondere è Michele Gamba, vice presidente della Federciclismo nazionale che ci ha detto: “Degli incontri avuti via telematica in questi giorni, in vista del Consiglio Federale, con i presidenti regionali e le relazioni e le indicazioni pervenute dai tecnici, il presidente Di Rocco negli ultimi giorni ne ha fatto una sintesi dicendo che è possibile che si vada verso l’inserimento di una categoria, i G0 nei Giovanissimi, per far scivolare in su tutte le altre categorie di un anno. Questo però comporta che ci sia una condivisione anche da parte dell’UCI perché oggi esistono le categorie internazionali Under 23 e Juniores, mentre con questa ipotetica nuova soluzione bisognerebbe parlare di categorie Under 24 e Under 19. Se questo modello non è condiviso a livello mondiale è chiaro che vorrebbe dire avere un percorso nazionale fatto in un certo modo e quando ci sono le gare internazionali fatto in un altro modo e questo renderebbe le cose molto complicate. Comunque l’orientamento che ne sta uscendo, almeno a livello nazionale, è proprio questo”.

Claudio Mologni con Michele Gamba

Concorda il presidente del Comitato Regionale Lombardo della FCI Cordiano Dagnoni ha detto: “C’è sul tavolo di discussione questa proposta del blocco delle categorie per fare in mondo che l’anno non sia perso. È una decisione che ha un effetto a casata e quindi dovrà necessariamente essere condivisa e presa dall’UCI”.

Nino Lazzarotto è il presidente del Comitato Provinciale FCI di Bolzano ha aggiunto: “È già da parecchi anni che ragioniamo su la questione del secondo anno Juniores. Per risolvere anche il problema della maturità scolastica. Potrebbe essere questa l’occasione per risolvere questa importante problematica. Ci sono poi delle altre difficoltà che possono essere raccordate a questa situazione di emergenza. Sappiamo tutti che ormai le categorie si sono professionalizzate sempre più, sin dagli Allievi. Uno che non va forte tra gli Allievi, oggi, ha difficoltà a trovare una squadra per poter fare attività tra gli Juniores. Conosciamo tutti qual è questa problematica. Soprattutto tra gli Juniores dove il numero delle squadre, rispetto al passato, si è ridotto in maniera drammatica è sempre più difficile trovare un team”.

Il presidente del Comitato Provinciale di Bergamo della FCI Claudio Mologni si allinea al concetto: “Starà ai tecnici scegliere qual è la formula migliore, ma è indubbio che dobbiamo permettere ai nostri ragazzi e alle nostre società di poter recuperare l’anno perso con più serenità nel 2021”.

Ancora Gamba: “Quella che Di Rocco ha spiegato ad alcuni organi di stampa è un’ipotesi che ha sicuramente preso corpo, ma deve essere però approvata dal consiglio. Non penso che si possa già prendere una decisione definitiva nel consiglio di oggi, ma è una decisione che necessità almeno un approfondimento con gli organi internazionali ed è importante che anche loro vadano in quella direzione. Ci sarà un dibattito, con l’ascolto dei tecnici e di tutte le componenti. Non penso sarà una decisione presa a breve, ma credo che vada presa almeno entro settembre quando potrebbe esserci una ripresa dell’attività. Anche solo con l’inizio della stagione di ciclocross bisognerà sapere con quale categoria bisognerà partire”.




Anche le altre Nazioni vogliono il “congelamento”? L’UCI accetterà questa proposta?

Per Michele Gamba: “L’esigenza è sicuramente principalmente italiana considerato il movimento che noi abbiamo. Un movimento molto diffuso alla base, ma che è sicuramente condivisa da nazioni come Spagna, Francia e forse anche il Belgio che come noi hanno una tradizione e numeri importanti anche nelle categorie minori. Differente la situazione per altri movimenti che hanno numeri meno significativi nel settore giovanile. E penso a nazioni come la Gran Bretagna, l’Australia o i Paesi dell’Est Europa che hanno un sistema di gestione diverso dal nostro. Loro vanno a scegliere fin da giovani i talenti migliori e poi portano avanti quel gruppo e quindi sono meno sollecitati dalla base. È chiaro che queste Nazioni sentono meno il problema. Hanno i loro 60-70 ragazzi e quelli portano avanti, non perdono nessuno, nemmeno in questa situazione. Pensiamo ad esempio che Gran Bretagna e Australia passano gran parte dell’anno in Italia per svolgere attività nel nostro Paese e nel resto d’Europa con i loro migliori atleti”.

Arriva conforto dalle parole di Dagnoni: “Devo dire che io sono nella Commissione Strada della UEC (Unione Ciclistica Europea, ndr) e sul nostro tavolo è arrivato anche questo argomento, quantomeno una richiesta di parere. Ciò significa che la cosa sta andando avanti, sta andando un po’ più in alto ed è una richiesta sentita anche da altri Paesi che stanno vivendo la nostra stessa situazione”.

Lazzarotto precisa: “In Russia, per esempio, già adesso la categoria Juniores dura per tre anni. In Italia se un ragazzo non trova squadra per passare Under 23, nella maggior parte dei casi smette di correre. E a 18-19 anni ci sono tanti ragazzi che dal punto di vista atletico devono ancora esprimersi a pieno. Il nostro non è uno sport come il nuoto dove uno a 16-17 anni è già al top. Nel ciclismo si matura anche a 29-30 anni e le carriere diventano sempre più lunghe anche dopo i trent’anni. Bisogna dare il giusto tempo di maturare ai nostri ragazzi”.

Un giovanissimo impegnato nella Ginkana di Albano

Come tutelare il vivaio? Pensare ad attività alternative…

Il vice presidente Gamba analizza: “Che uno stop prolungato dell’attività possa provocare una perdita di giovani atleti è una preoccupazione condivisibile, ma con soluzioni trovabili. L’importante è che non si continui a pensare solo ed esclusivamente alle attività standard che abbiamo sempre fatto, ma, serve pensare a delle attività e manifestazioni alternative. Pensando ai Giovanissimi credo che fare le ginkane non crei grossi problemi. Si potrà organizzare qualcosa anche in pista. Magari lavorando con piccoli gruppi di società, magari sempre le stesse che lavorino insieme in modo che non ci siano troppi assembramenti. Bisognerà prestare attenzione alla questione dell’accesso del pubblico che non potrà essere, come è sempre stato, quello dei genitori, dei nonni tutti appoggiati alle transenne a seguire la corsa. L’attività dei ragazzini credo che si possa fare, anzi credo che si debba fare per farli giocare e divertire e per tenerli legati a noi e per fare in modo che facciano dell’attività anche quest’anno. È lecito pensare anche ad un prolungamento della stagione. Se era prevista una chiusura al 15 di ottobre, nulla vieta che si possa andare oltre, compatibilmente con gli aspetti meteorologici. Poi ci auguriamo, ovviamente, che si possa ripartire l’anno prossimo nella maniera più standard possibile. Ma questo dipenderà da tutti noi, non solo dal Consiglio Federale e da ciò che decideranno le Istituzioni governative e sanitarie”.

Dagnoni avverte: “Se l’attività agonistica non riprenderà durante le scuole, c’è sicuramente il pericolo di perdere dei ragazzi. Inizieranno probabilmente le scuole, uno l’amico lo porterà con sé a praticare calcio, l’altro la pallavolo e rischiamo di perdere i nostri ragazzi. Questo se noi non potremo partire con delle gare, mentre gli altri sport ripartiranno con la loro stagione a settembre. Dobbiamo assolutamente pensare a delle soluzioni”.

Mologni si è già confrontato in merito con i suoi consiglieri a Bergamo e ha le idee chiare: “Tutta l’attività agonistica e le manifestazioni del 2020 vanno rimandate al 2021. Lo sforzo che noi dobbiamo fare adesso è principalmente quello di trovare delle manifestazioni nuove, anche sperimentali, per riuscire ad agganciare i nostri ragazzi perché arriveremo a settembre che magari si potrà iniziare a fare qualcosa a livello di agonismo e dobbiamo confrontarci anche con gli altri sport che ripartiranno con i campionati, mentre la nostra stagione starà volgendo al termine. Le cose normali noi sappiamo come le dobbiamo fare, quindi se fra due mesi si può ripartire normalmente siamo pronti, anche se io credo sia assurdo pensare questo. Bisogna farsi trovare pronti a fare qualcosa di alternativo per coinvolgere comunque in qualche modo i nostri atleti, specie i più giovani. Cosa potremmo fare? Si potrebbe fare delle competizioni individuali come cronometro, ginakane, qualcosa anche in pista si potrà fare. Bisognerà poi valutare le restrizioni che ci saranno anche nella gestione del pubblico perché è una responsabilità e se succede qualcosa si va nel penale”.

Lazzarotto conta le perdite: “In questo momento, tra i Giovanissimi, noi a Bolzano abbiamo meno 50% dei tesserati rispetto all’anno scorso. E penso che sia un po’ così in tutte le regioni. Diciamo che se riapriamo e ricominciamo a fare qualche attività, qualcosa possiamo recuperare, ma i ragazzini che stiamo perdendo in questo momento è difficile recuperarli l’anno prossimo. Se c’è un minimo di possibilità, dobbiamo mettere un po’ di sale sulla coda dei nostri ragazzi, per fargli riassaporare il piacere dell’agonismo. Ma se saltiamo anche settembre, io sono molto preoccupato per l’anno prossimo”. 

Nino Lazzarotto, presidente del Comitato di Bolzano della Federciclismo

Nino Lazzarotto, presidente del Comitato di Bolzano della Federciclismo

Come sta il mondo del Fuoristrada?

Nino Lazzarotto è il presidente della FCI di Bolzano che è una delle patrie del ciclismo fuoristrada e lui chiediamo proprio il polso della situazione di questo mondo: “In questo settore abbiamo un po’ meno problemi, perché utilizzando i bike park abbiamo meno possibilità di contatto l’uno con l’altro rispetto alla strada. Questi parchi hanno una frequentazione meno affollata e maggiormente controllabile. Per il fuoristrada credo anche che sia più semplice poter proporre delle manifestazioni alternative. Nel senso che invece di fare una manche di cross country, possiamo far fare ai ragazzi delle manche cronometrare o il team relay. La staffetta penso che si possa fare senza grossi problemi. Anziché l’obbligo di toccarsi tra compagni, mettiamo l’obbligo di superare una determinata linea e possiamo fare una staffetta a tre a quattro o a cinque poi possiamo inventarci la formula che vogliamo”.

Problemi economici e difficoltà organizzative

Il presidente lombardo Dagnoni mette in guardia: “Per l’organizzazione di gare nei prossimi mesi ci saranno sicuramente problemi economici; pensiamo alle aziende che hanno magari i dipendenti in cassa integrazione e non possono certo dare la sponsorizzazione alla gara ciclistica, ma problemi anche da un punto di vista burocratico organizzativo. Perché la società potrà dare la disponibilità ad organizzare, trovare lo sponsor che la sostiene, ma poi magari c’è il sindaco che si oppone e dice no ad una manifestazione con così tanta gente sul proprio territorio di competenza. O anche solo per consentire un passaggio. Infatti, per la ripresa si pensava di puntare soprattutto su dei circuiti in modo che se si trova l’amministrazione disponibile non bisogna andare a interessare più comuni. È una situazione davvero difficile, siamo come in guerra”.

Il neo campione lombardo Mathias Vacek con il presidende FCI Lombardia Cordiano Dagnoni (foto Berry)

Il neo campione lombardo Mathias Vacek con il presidende FCI Lombardia Cordiano Dagnoni (foto Berry)

Aiuti economici alle società da parte della FCI

Michele Gamba spiega con precisione: “Personalmente credo che per quando riguarda un supporto dal punto di vista economico potremmo essere più precisi dopo l’approvazione del bilancio dello scorso anno, quindi non prima della fine di giugno 2020, dove comunque le previsioni sono di un utile, ma sarà un bilancio che dovrà essere affinato anche con quella che sarà una previsione di quest’anno, inevitabilmente in perdita. Nel senso che nel 2020 avendo sostanzialmente chiuso i tesseramenti dal mese di febbraio, primi di marzo, ci siamo fermati a circa 80 mila tesserati contro i 103 mila dello scorso anno. E considerati i tempi con cui venivano fatti i tesseramenti, dove Giovanissimi ed Amatori, si tesseravano tranquillamente anche nei mesi primaverili ed estivi, e quindi le previsioni avrebbero confermato un andamento in linea con l’anno precedente, è chiaro che la situazione attuale va ad incidere ora anche sull’aspetto economico. Se non si tesserano entrano meno soldi, rimanendo invece fermo l’aspetto assicurativo che è il costo principale abbinato al costo dei tesseramenti. Qualche costo in più lo hanno gli amatori perché con il loro tesseramento vanno anche a sostenere l’attività giovanile. Dei tesseramenti mancanti quest’anno una buona fetta, circa 11-12 mila, sono proprio i master e i ciclosportivi che non si sono tesserati. E se non si faranno le granfondo, che saranno le manifestazioni più penalizzate da una ripartenza considerati i grandi numeri di partecipanti, è chiaro che tanti la tessera solo per aspetti assicurativi non la spaccheranno perché magari avranno già una loro polizza privata”.




Alle società servono risposte rapide

Il numero uno della FCI bergamasca Mologni, provincia, insieme a Treviso, più ciclistica d’Italia, è già proiettato sul prossimo anno: “Per il 2021 noi chiediamo che le società dovrebbero non pagare né l’affiliazione e né il tesseramento, anche se questo è legato ad un aspetto assicurativo. Magari ci può essere un contributo per coprire queste spese. Il blocco delle categorie serve soprattutto agli Juniores, anche per andare incontro a quelle società che hanno investito delle risorse economiche per far svolgere l’attività ai loro ragazzi quest’anno e che così avranno la possibilità di recuperare l’attività in parte l’anno prossimo. In questo modo facilitiamo anche le società nel loro rapporto con gli sponsor. Ho sentito anche colleghi del Veneto e della Toscana e sono d’accordo con questa linea e penso che, il prima possibile, alle società come Federazione dobbiamo dire qualcosa. Per le società saperlo in tempo è importante anche per vivere più serenamente i prossimi mesi e prepararsi al meglio al prossimo anno. Sono convinto anche che come Federazione bisogna sostenere dal punto di vista finanziario le società”.

Gamba aggiunge: “La maggiore attenzione sarà rivolta alla riaffiliazione. Questi sono dati certi, perché le società si sa grosso modo quante sono e quindi si può pianificare l’intervento il prima possibile. Per il resto se non arrivano risorse fresche dal ministero sarà difficile poter fare altri interventi. Ma con la situazione attuale già qualcosa si potrà fare perché fortunatamente i bilanci della FCI sono a posto. Sicuramente si farà un’azione per andare incontro alle società. Quanto, su cosa e in che tempi bisognerà aspettare ancora un paio di mesi per avere un’indicazione certa”.




Quali sono i danni subiti dalle società?

Il presidente FCI di Bolzano Lazzarotto conclude con una riflessione importante: “I danni sono sicuramente stati pesanti per il movimento ciclistico in generale. Ora bisogna capire a che cosa ci si riferisci principalmente. Ad esempio, qui nel nostro territorio, abbiamo delle società che fanno attività di mera organizzazione, investendo molto nel loro evento e che fanno attività commerciale, come ad esempio la Maratona dles Dolomites, ma mi preoccupa meno se qualche cosa dovessero rimetterci quest’anno. Mi preoccupa di più una società che allestisce squadre dai Giovanissimi fino agli Juniores. Questo non è tanto facile poterlo commisurare. Io ho già mandato alle mie società una sorta di questionario per ricevere dei dati e fare una sorta di valutazione della loro situazione. Come minimo bisognerà poter pensare che i tesseramenti e le affiliazioni 2021 possano essere ristorati da quelle 2020. Questa è una delle cose che ritengo fondamentali. Se poi uno organizzava una garetta per i Giovanissimi o gli Esordienti e quest’anno non la fa non credo ci rimetta poi molto, idem se uno ha comprato l’abbigliamento e non lo usa non credo ci rimetta troppo. Ma il danno più grande è questo: se uno ha 30 corridori in società e l’anno prossimo se ne ritrova solamente dieci. Questo è davvero un danno e come lo fai a misurare?”

C’è davvero tanto da fare, la situazione è difficile, servirà coesione, lungimiranza e la forza di tutte le componenti del ciclismo.

(Servizio a cura di Giorgio Torre)