ROMA (RM) – La Gazzetta dello Sport di oggi ha dedicato ampio spazio al tema della ripresa degli allenamenti e della riapertura, in parte, al mondo dello sport. Focus particolare anche sul ciclismo, con un interessante intervista al presidente della Federciclismo Renato Di Rocco che, anche se ancora non sono state ufficializzate decisioni da parte di FCI e UCI, fa importanti rivelazioni sul futuro, anche per il movimento di base.

TUTTI ASPETTANO IL 4 MAGGIO – Il 4 maggio è il giorno più atteso da tutti gli italiani, in particolare dagli sportivi. Da quel giorno in Italia dovrebbe cominciare la Fase 2 dell’emergenza Coronavirus che dovrebbe cancellare un lunghissimo lockdown istituito dal Governo italiano il 9 marzo nel momento più critico, con gli ospedali al collasso per i troppi ricoveri, in particolare in alcune regioni del Nord. A quel punto un esercito di sportivi vorrebbe tornare a praticare la propria attività, almeno gli allenamenti. Per la pedalata e la corsetta anche allo “sportivo della porta accanto” non ci dovrebbero essere più restrizioni, se non quella di praticare l’attività da soli, rispettando le dovute distanze di sicurezza. Con il via libera dei tecnici, ci saranno regole e consigli. Ma il via non sarà per tutte le attività.




BICICLETTA, VERSO IL SÌ ALLE USCITE INDIVIDUALI E A DISTANZA DI 20 METRI – Sì alle uscite individuali in bicicletta, sia su strada che in mountain bike. Probabilmente, però, non si potrà però varcare i confini regionali. La distanza da rispettare tra uno e l’altro per chi pedala è più ampia: l’ideale sono 20 metri (come vi avevamo già spiegato attraverso uno studio di aerodinamica). Non sarà obbligatorio indossare la mascherina per chi pedala.
Il semaforo è invece rosso per gli sport di squadra: calcio, pallavolo, basket, rugby, pallamano e pallanuoto. Stessa cosa per le attività al chiuso come arti marziali oppure danza. Bisognerà giugno per avere novità. E forse in questo ramo si inseriscono anche le gare ciclistiche di gruppo.

FCI, 15 GIORNI DI STOP PER CHI SGARRA – Il presidente FCI Renato Di Rocco sulle pagine della Gazzetta elogia il comportamento dei suo tesserati. “I ciclisti hanno dimostrato grande serietà e sono rimasti a casa. Gente che sa che cos’è il sacrificio. Quando ho incontrato il ministro dello Sport, Spadafora (i due nella foto), ha apprezzato molto il nostro atteggiamento. Andiamo verso la ripresa dal 4 maggio degli allenamenti delle categorie agonistiche, in maniera disciplinata e con protocolli sanitari di distanziamento. Al ministro l’ho detto chiaro: sono così sicuro della serietà dei miei tesserati che, se un’autorità pubblica sanzionerà un ciclista perché si comporterà male, proporrò 15 giorni di stop alla ripresa dell’attività”.

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LA RIPRESA PASSERÀ DALLA PISTA? – Sempre sulle pagine della Rosea, Di Rocco rivela: “Ho appena finito una conference-call con i nostri tecnici, con Cassani, Villa e Salvoldi. Abbiamo 28 centri pista e riporteremo i ragazzi più giovani a pedalare, opportunamente distanziati, sulle nostre piste. Abbiamo definito un format: non gare, ma esercizi tecnici, scatto fisso, formazione. Ci sono 90 ciclodromi, 315 scuole di ciclismo strada e Mtb, 10 piste da Bmx. Sfruttiamo questa possibilità per far pedalare i giovani. Pure a Montichiari, numeri ristretti e fasce orarie diverse. Tecnici e staff con guanti e mascherine”.

FORTI DUBBI SULLA RIPRESA DELLE GARE – Il presidente della FCI non ha mai nascosto la sua preoccupazione e i dubbi che quest’anno si possa tornare a correre, tra i professionisti e maggior ragione nelle categorie giovanili. Preoccupazioni che non lasciano indifferenti nemmeno i vertici dell’UCI. Belgio, Olanda e Germania hanno vietato le manifestazioni sino a fine agosto, e si dovrà trovare una nuova data per i loro campionati nazionali (dato che la data prefissata dall’UCI 22-23 agosto non potrà essere buona). In Francia sono preoccupati, e non c’è la certezza di poter riaprire a metà agosto. Non è escluso che il Giro del Delfinato sia a porte chiuse.




IL NUOVO CALENDARIO DEI PRO – L’ultima riunione per decidere il futuro calendario del ciclismo professionistico mondiale è stata rinviata a mercoledì prossimo. Non è affatto semplice condensare in tre mesi l’intera attività. Ci saranno tante concomitanze. “Il ciclismo mondiale ripartirà dall’Italia – rivela Di Rocco – con Strade Bianche e Sanremo a inizio agosto. Il Giro ha mantenuto il format tradizionale con 21 tappe e 4weekend. Anche nel calendario italiano privilegeremo la qualità. Per esempio, ci sarà una sola corsa tra Agostoni, Bernocchi e Tre Valli Varesine, e ho chiesto di dedicarla alla lotta al Coronavirus che quella regione sta facendo: un simbolo. E recuperiamo sia il Giro Under 23 (tra 28 agosto e 6 settembre, ndr), sia il Giro Rosa (dal 10 al 19 settembre, sempre durante il Tour, ndr).

L’IPOTESI DEL NUOVO CALENDARIO UCI WorldTour 2020:

1 agosto
Strade Bianche

8 agosto
MilanoSanremo

22-23 agosto
Campionati nazionali

29 agosto-20 settembre
Tour de France

8-13 settembre
Tirreno-Adriatico

20-27 settembre
Mondiali strada in Svizzera

30 settembre
Freccia Vallone

3-25 ottobre
Giro d’Italia

4 ottobre
Liegi-Bastogne-Liegi

10 ottobre 
Amstel Gold Race

11 ottobre 
Gand-Wevelgem

18 ottobre
Giro delle Fiandre

25 ottobre
Parigi-Roubaix

21 ottobre-8 novembre
La Vuelta

31 ottobre 
Giro di Lombardia

Primoz Roglic vince la Tre Valli Varesine 2019 (foto BettiniPhoto)

Primoz Roglic vince la Tre Valli Varesine 2019 (foto BettiniPhoto)

EUROPEI DI TRENTO VERSO IL RINVIO AL 2021 – Contrariamente a quanto espresso nelle passate settimane, “Si va verso il rinvio al 2021”, afferma Di Rocco riferendosi all’Eurpeo su strada che era in programma a Trento a settembre. “Gli investimenti sono tali che giustamente gli organizzatori volevano una data senza concomitanza, e invece cadono col Tour (9-13 settembre, ndr).

NEL 2021 SI ALLUNGANO DI UN ANNO LE CATEGORIE JUNIORES E UNDER 23 – “Abbiamo cancellato il Meeting per giovanissimi, i Tricolori esordienti e allievi. Per il 2021 estenderemo di un anno Juniores e Under 23; chi farà 19 e 24 anni potrà ancora correre la prossima stagione in quelle che erano le loro categorie di appartenenza quest’anno. Per le società abbiamo già stanziato 2 milioni di euro, ma li aumenteremo ancora, premiando quelle che fanno attività sino ai 18 anni”, svela punti importanti Di Rocco.




I NUMERI DEL CICLISMO IN ITALIA – Il movimento ciclistico che fa capo alla FCI presenta numeri importanti: 103 mila tesserati, oltre 3.000 società affiliate, 4.238 gare organizzate nel 2019. In Italia ci sono 2,5 milioni di praticanti, 5 milioni di appassionati, 1,2 milioni di persone che usano la bici per la mobilità urbana. Il cicloturismo assicura 77 milioni di presenze all’anno e 7,7 miliardi di valore. Bisogna ripartire da questi numeri.

BIKE ECONOMY – Di Rocco mette l’accento anche sull’impatto economico del mondo della bicicletta. “La Bike Economy vale oltre 11 miliardi di euro, e l’innesco sta nei 5-600 milioni che attraverso la Federazione e gli sponsor arrivano sul territorio. Ecco perché
non c’è miglior scelta della bicicletta come mezzo per far ripartire l’Italia. E’ inimmaginabile non sfruttare questa opportunità. La
bici deve essere rimessa al centro, con tutti i suoi valori”, ha tuonato Renato Di Rocco sempre dalle pagine della Gazzetta dello Sport.