ROMA (RM) – Sono state pubblicate oggi due interviste del presidente della Federazione Ciclistica Italiana Renato Di Rocco che ha affrontato alcuni dei temi caldi riguardanti il mondo del ciclismo in questa fase in cui si cerca di uscire dalla pandemia di Coronavirus e provare a ricominciare.

All’agenzia Alanews ha parlato più in generale di uso della bicicletta e all’eventualità che venga prorogato lo stop all’attività all’aperto. “Io non ho un piano B perchè non riesco davvero ad immaginare come non si possa andare in bicicletta. Dico solo che in questo periodo stiamo vedendo tante consegne di materiali alimentari e farmaceutici che avvengono anche attraverso la bicicletta e fatte da tanti ragazzi. Prendo l’esempio un nostro professionista, Davide Martinelli, che visto che non poteva uscire per allenarsi, si è messo a disposizione della sua comunità per consegnare da mangiare e farmaci ai suoi concittadini. Credo che se ancora oggi ci sia da discutere sull’utilizzo della bicicletta veramente c’è da preoccuparsi”.

Di Rocco ha aggiunto: La bicicletta è un mezzo ecologico, non inquina, snellisce il traffico e quindi sono tutti quei valori che dobbiamo incentivare per la ripartenza della nostra vita quotidiana. Poi penseremo anche agli eventi. Stiamo cercando di spostare gli eventi ad agosto laddove le condizioni lo consentiranno. La maggior parte dei nostri tesserati vivono proprio nelle regioni più colpite dal virus, Lombardia, Veneto, Piemonte, Emilia Romagna e anche la Toscana. A quello poi ci penseremo dopo, ma ora credo che far uscire la gente in bicicletta sia un segnale di salute, soprattutto per la terza età. Perché restare fermi in casa vuol dire mollare a livello muscolare e cardiocircolatorio. Lo dice la scienza, la bicicletta è uno strumento che non fa male, ma è accettata da tutti per la riabilitazione, per le reti sociali e per tutto quanto ho già detto prima”.

Il presidente FCI caldeggia dunque per una riapertura alle pedalate in solitaria: “Stiamo lavorando, su richiesta del CONI, per presentare, entro il 23 aprile, quello che deve essere il protocollo sanitario specifico per il ciclismo. Ma credo che andare in bicicletta da soli sia talmente naturale che spesso mi meraviglio di quello che scrivono o dicono”.

La data più attesa dagli italiani, non solo i ciclisti, ora è quella del 4 maggio. “Spero che si possano riprendere gli allenamenti, in primis per la salute e poi anche perché poi con tutte le nostre categorie, da Juniores in su, a fine anno dovremmo affrontare tutte le competizioni internazionali compresi i Campionati Europei ed i Campionati del Mondo, non possiamo sottovalutarlo. È ovvio che la fase di ripartenza sarà dettata da procedure sanitarie, di prevenzione, ma anche di comportamenti degli atleti stessi. Alcune note erano già state diffuse a questo riguardo e spingeremo ancora di più per preparare degli schemi di buone pratiche, da realizzare laddove si potrà ripartire soprattutto per le categorie minori. Qui credo che in prima battuta si potrebbe convogliare l’attività verso i velodromi che sono tanti aperti in Italia e che con le dovute accortezze e norme di sicurezza si potranno utilizzare. Sono quasi tutte pista di 300 metri e quindi che ci consentono anche di rispettare la distanza di 30 metri l’uno da l’altro che consideriamo noi nel ciclismo come distanza di sicurezza quando siamo in movimento” (vi avevamo proposto uno studio sulle distanze di sicurezza in movimento durante lo sport).

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Lo stesso presidente Renato Di Rocco, rispondendo all’ANSA, ha parlato dei calendari professionistici. “Per il momento è stata decisa solo la data del Tour de France dal 29 agosto fino al 20 settembre, perché era la richiesta avanzata da tutti i WorldTeam. Dopo si sta lavorando su altri scenari. L’altra data decisa è quella del weekend del 22-23 agosto quando in tutto il mondo si dovranno disputare tutti i campionati nazionali e quindi anche i Campionati Italiani. E già questo crea difficoltà perché in Germania, Belgio e Olanda non saranno ammessi eventi fino a fine agosto. La Francia per il momento ha imposto lo stop fino a metà agosto, ma ci sono serie preoccupazioni che non si possa riaprire il calendario. Lo scenario è comune in tutto il mondo, la diffusione si sta sempre di più allargando e le date di ripartenza le decideranno i rispettivi governi. Su questa base noi aspetteremo le disposizioni del Governo italiano. Per gli allenamenti spero che non ci siano proprio discussioni, come ho già detto, poi lavoreremo per quanto riguarda l’applicazione di un protocollo sanitario e di difesa sia per l’atleta,  ma soprattutto per non essere elemento di contagio”.

Il Giro d’Italia ad ottobre è qualcosa di plausibile. “È una proposta che ha fatto l’organizzatore, RCS Sport, e come Federazione la stiamo sostenendo anche tenuta in considerazione la valutazione del cambiamento delle stagioni climatiche degli ultimi anni. Il clima è cambiato molto, sia per noi e sia per la Spagna e quindi credo sia fattibile pensare ad un Giro e ad un Vuelta negli ultimi mesi dell’anno. Certo è che con un calendario fermo fino ad agosto significa spostare gran parte delle gare saltate nella restante parte della stagione e quindi sicuramente si dovrà fare i conti con tante convivenze ad esempio anche tra Grandi Giri e Classiche Monumento”.

Cosa ne pensa del Giro d’Italia Virtual? “Non è il nostro ciclismo, ma è un surrogato che sta appassionando e portando tanti iscritti. I rulli e tutte queste piattaforme sono importanti per continuare a fare preparazione in questo periodo, senza esagerare come in tutte le cose. I rulli non sono qualcosa di nuovo nel ciclismo, ma farli con queste piattaforme rende sicuramente tutto più piacevole e divertente”.