ROMA (RM) – Definito il campo dei partenti del 71° Gran Premio della Liberazione in programma lunedì 25 aprile con partenza alle ore 14. Il faro sarà Filippo Ganna che lo scorso 4 marzo ha vinto a Londra il titolo mondiale su pista dell’inseguimento. Sarà uno dei sei corridori della Colpack, società che negli ultimi due anni ha conquistato il secondo posto con Simone Consonni.
Abbiamo intervistato il giovanissimo campione del mondo: è sembrato un ragazzo più maturo dei suoi 19 anni.
– Che cosa sai del Gran Premio della Liberazione? 
“Non tanto. So il 25 aprile è giorno importante per la nostra Nazione e sarà bello in quel giorno correre una corsa così importante”.
– Quale risultato sogni e quale risultato, più in concreto, ritieni sia alla tua portata?
“Di sicuro cercherò di dare il 100%. E’ una gara difficile, da onorare e fare in modo di vincerla. La Colpack è squadra competitiva per centrare l’obbiettivo. Negli ultimi due anni Simone Consonni ci è andato vicino: chissà che quest’anno…”.
– Come è cambiata la tua vita (perché è cambiata, inutile nasconderlo) dopo la vittoria di Londra?
“Già detto mille volte: non è cambiata. Io sono sempre io, con la differenza di tanti giornalisti che chiamano e spesso mi fanno le stesse domande. Ah, ah, ah”.
Quanta fatica ti costa il conciliare pista, strada (e, nella strada, corse Under e corse Pro’)? E studi ancora?
“Nessuna fatica. Se ti alleni bene, riesci a ottenere grandi risultati in entrambi i campi. Quanto allo studio, mi sono fermato già da un po’!”.
– Hai già effettuato esperienze con i professionisti: Milano-Torino l’anno scorso con la Lampre; Costa degli Etruschi e Coppi e Bartali quest’anno con la Nazionale: che sensazioni hai provato?
“Di sicuro sto facendo grandi esperienze. Devo ringraziare la squadra che mi ha lasciato libero di farle e soprattutto il presidente Beppe Colleoni per il suo sostegno e approvazione”.
– Credi sia possibile conseguire una laurea mentre svolgi attività professionistica?
– “C’è chi lo ha fatto. Io no, non sono mai stato un Einstein!”.
– Qual è il campione di ciclismo per il quale hai fatto il tifo da bambino?
“Fin da piccolo il mio idolo è sempre stato Fabian Cancellara”.
– E oggi qual è il tuo campione di riferimento?
“Mi piace molto Bradley Wiggins”.
– Sei da anni nel giro della Nazionale. Quant’è importante per te la maglia azzurra?
“Di sicuro è molto ambita da tutti i ragazzi. Io sono onorato di indossarla e portarla sempre con onore e disciplina. Come, del resto, la maglia della mia società, la Colpack”.
– Chi ti messo in bicicletta? C’è qualcuno che ritieni importante nella tua crescita ciclistica? 
“Io mi sono messo in bici. Ho avuto la fortuna di avere sempre i miei genitori vicino, mi hanno sempre sostenuto in tutto e mio padre è stato importante in modo particolare per la costruzione della mentalità sportiva”.
– Il ciclismo di vertice, ultimamente, è stato vittima di troppi lutti. Qual è la tua opinione al riguardo? Che cosa si deve fare per mettere voi atleti nelle condizioni di correre nella massima sicurezza?
“Bella domanda. Di sicuro, in gruppo ultimamente c’è tanto nervosismo. Tutti vogliono fare bene e, siccome il livello si è alzato molto, basta una sbandata o una caduta per farsi veramente male. Poi ci vorrebbe molta più attenzione da parte dello staff che sta dietro alle corse (moto staffetta, volontari, eccetera). Spesso guardano la corsa senza preoccuparsi di tenere d’occhio i passanti o le vetture”.
 – Tu porti un cognome importante per la storia del ciclismo mondiale. Che cosa sai di Luigi Ganna? Sei un suo discendente?
“So che è stato il primo vincitore del Giro d’Italia. Però non so se io sia un suo lontano parente: me lo hanno chiesto tante volte e non so che dire. Mi piacerebbe esserlo, sarebbe una cosa molto bella”.
La carriera
Filippo Ganna è nato il 25 luglio 1996 a Verbania e risiede a Vignone, paese della provincia Verbano Cusio Ossola. Corre per la società bergamasca Team Colpack ed è atteso per l’anno prossimo dalla Lampre Merida (con cui ha corso da stagista la Milano-Torino del 2015) di Beppe Saronni. Quest’anno ha corso con la maglia della Nazionale azzurra il Gran Premio Costa degli Etruschi  e la recentissima Coppi e Bartali. La sua specialità è la pista: ha vinto il titolo tricolore a cronometro da allievo nel 2012 e da juniores nel 2014. Molto alto, 1,93, pesa 76 chili. Papà Marco è finanziere, mamma Daniela casalinga, ha una sorella, Carlotta.