MILANO (MI) – Ieri, in un’intervista rilasciata a RaiSport, Richard Carapaz ha confermato che tornerà al Giro d’Italia ad ottobre per provare a difendere la sua maglia rosa conquistata nel 2019. Lo scalatore ecuadoriano dovrebbe essere il capitano del Team Ineos alla prossima Corsa Rosa. Anche in considerazione del fatto che tutte le altre tre punte del team britannico, Egan Bernal, Geraint Thomas e Chris Froome hanno annunciato di avere nel mirino il Tour de France. Di seguito vi riportiamo alcune delle risposte date da Carapaz.

Questa pandemia di Coronavirus ha sconvolto tutto e tutti. Come l’hai vissuta?

“L’Ecuador, come tutto il mondo, è stato molto colpito da questa pandemia di Coronavirus. Fortunatamente nella mia regione non ci sono stati molti casi. Ci siamo attenuti all’isolamento e alle prescrizioni fatte dalle autorità e abbiamo preservato il nostro stato di salute che in questo momento era la cosa più importante”.

Come hai mantenuto la tua forma?

“Sono sempre rimasto a casa, mi sono allenato con i rulli in attesa di ricevere nuovamente il permesso per uscire ad allenarmi all’aperto che da qualche giorno è arrivato. Abbiamo instaurato un ottimo dialogo con le autorità locali, per primo il sindaco, ed abbiamo avuto le autorizzazioni di usare le strade statali per tornare a fare il nostro sport”.

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Questo periodo, per quanto terribile, avrà lasciato anche qualcosa di positivo?

“Noi ciclisti passiamo tanto tempo lontano da casa, anche otto o nove mesi ogni anno e quindi in questo periodo per me la fortuna è stata di poter trascorrere un po’ più di tempo con la mia famiglia, tutti riuniti, recuperando il tempo che non abbiamo potuto trascorrere insieme prima. Per me la famiglia ha un grande valore e grazie a Dio stiamo tutti bene”.

Cosa ha significato per te la vittoria al Giro d’Italia 2019?

“Il Giro è stato un trionfo speciale. Non solo per me, ma per la mia famiglia e per tutto l’Ecuador. E adesso anche i miei bimbi si rendono conto di cosa è il ciclismo e di cosa è il Giro. Il mio figlio più grande, Santiago, guardando il Trofeo senza fine che conservo in casa, mi dice ‘Papà ti devi allenare tanto perché dobbiamo vincere altre coppe come questa’, ha le idee molto chiare”.

La pandemia ha sconvolto tutti quelli che erano i programmi della stagione…

“Quello che stiamo vivendo ora è qualcosa di speciale, ma tutti speriamo presto di poter tornare a pedalare, di poter tornare sulle strade. Anche per questa stagione il mio obbiettivo principale era il Giro d’Italia. Fin dal primo ritiro a Maiorca avevamo pianificato il percorso di avvicinamento. Ho cominciato in Colombia, poi avrei dovuto fare Tirreno-Adriatico e Strade Bianche e poi sarei tornato per un mese o un mese e mezzo qui a casa, in Ecuador, per prepararmi in altura per tornare poi al Tour of the Alps, quindi al Giro”.

Programma ripensato, ma il Giro resta al centro dei tuoi pensieri?

“Mi trovavo già in Europa quando tutto è cambiato e sono tornato in Ecuador. Adesso abbiamo deciso quasi tutto del mio nuovo programma. Confermo che il mio principale obbiettivo resta il Giro d’Italia con la voglia di arrivarci nella condizione migliore e chissà magari tornare a giocarmela come l’anno scorso. Non c’è dubbio, il Giro è quello che proveremo a riconquistare anche quest’anno”.

Quale ricordo conservi del Giro 2019 e dell’Italia?

“Del Giro 2019 il ricordo più bello che conservo è sicuramente l’ingresso dentro l’Arena di Verona. Tantissima gente, una grande emozione e poi vedere Vincenzo Nibali, Primoz Roglic sul podio e salire sul gradino più alto con i miei figli. La mia famiglia è molto importante per me, sono felice di aver condiviso con loro questa grande gioia. Anche loro fanno sacrifici, stiamo lontani tanto tempo ed ecco perché vivere quel momento insieme è stato qualcosa di unico e indimenticabile”.