PARIGI (FRANCIA) – Storico e spettacolare oro per il quartetto dell’inseguimento femminile, che nella finale che chiude il programma odierno dei Campionadi del Mondo su pista di St. Quentin, Parigi, ha battuto la Gran Bretagna, segnato il nuovo record italiano (4’09″760) e, soprattutto, portato l’inseguimento femminile sul tetto del mondo. Un titolo che non avevamo mai vinto e che compensa ampiamente il dispiacere aver visto sfilare la maglia iridata dalle spalle dell’inseguimento maschile.

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Nella prova decisiva Marco Villa ha schierato il quartetto già protagonista in occasione delle qualificazioni: Elisa Balsamo, Chiara Consonni, Vittoria Guazzini e Martina Fidanza. Le azzurre partono subito forte, accumulando oltre un secondo di vantaggio già nel primo chilometro di gara. Le britanniche non rientreranno più in gara.

Commozione, lacrime e felicità per le protagoniste al termine della gara: “Vincere un oro mondiale nell’inseguimento – ha comentato a caldo Vittoria Guazzini -, condividere il successo con le compagne di squadra è una gioia indescrivibile.”

“Ci siamo allenate tanto per questo – ha detto Chiara Consonni – e finalmente è arrivato il risultato che tutte volevamo”.

Martina Alzini, che ha dato il suo contributo in occasione del primo turno, ha sofferto forse più delle compagne a bordo pista e non ha potuto trattenere le lacrime al termine della prova, come anche una campionessa navigata come Elisa Balsamo. Seconda maglia iridata per Martina Fidanza, già protagonista ieri nello scratch.

INSEGUIMENTO A SQUADRE MASCHILE – Erano già arrivate altre medaglie nella giornata. Sono quelle del quartetto maschile (Ganna, Milan, Consonni e Moro) e di Rachele Barbieri nell’Eliminazione.

La giornata è vissuta sulla lunga attesa della prova maschile con gli azzurri che dovevano difendere la maglia di campioni del mondo conquistata un anno fa a Roubaix. La prova ha vissuto su un lungo testa a testa con i britannici Vernon, Wood, Bigham e Hayter che hanno chiuso in 3.45.829. Per gli azzurri un gap di 0,422 al termine di una prova tiratissima in cui l’Italia non è riuscita nella consueta rimonta.

La terza posizione è andata alla Danimarca (3.46.721) che nell’ultima fase ha fiaccato la resistenza dell’Australia (3.48.127).

Subito dopo la linea d’arrivo è parsa subito evidente l’incredulità degli inglesi che, trascinati da un grande Hayter, sono riusciti in una grande impresa all’insegna della solidità fisica a psicologica. Infatti il trenino italiano era arrivato a meno 2 giri ad avere uno svantaggio di 0,290″ e pareva avviato alla consueta rimonta. Il dopo gara è stato all’insegna del fair play con gli azzurri che si sono complimentati in modo sincero con gli avverari.

“Abbiamo dato tutto quello che si poteva dare e loro sono stati bravissimi – il commento unanime – ci sarà tempo per analizzare meglio la prova, ma siamo decisamente soddisfatti di noi stessi”.

Il primo a parlare è Pippo Ganna: “Penso al nostro percorso fatto in anni e a questo argento ottenuto credo sia una grande cosa”. Il piemontese risponde così a chi gli chiede della sua prestazione. “Avevo lavorato su intensità più basse per il record dell’ora, ma questo risultato ci soddisfa è stata una bella sfida. Ora penso solo a riposarmi e questa sera festeggeremo tutti assieme in hotel”.

Il più fresco dopo l’arrivo pare essere Jonathan Milan. Il friulano rivela di essere arrivato nel finale ancora con qualche energia. “Sono arrivato alla seconda tirata con ancora qualche forza, forse un mio errore, avrei potuto dare di più. Purtroppo la rimonta non è riuscita. Peccato. Non sempre si vince nello sport e nella vita”. Milan in questa gara ha sperimentato il ruolo di primo al lancio. “Questa nuova posizione mi è piaciuta. Ringrazio Lamon per i numerosi consigli dati relativi alla gestione dello sforzo”. Un commento sul fatto che il calendario fitto non ha permesso agli azzurri di preparare l’appuntamento. “Siamo arrivati pronti, forse gli altri hanno avuto la possibilità di effettuare qualche ritiro collegiale in più, ma non recriminiamo”.

Simone Consonni è sempre molto lucido nelle sue analisi e spiega il suo punto di vista. “Diciamo che siamo abituati a queste sfide adrenaliniche. I britannici hanno pedalato davvero molto forte. Ma dobbiamo essere orgogliosi di esserci confermati ai vertici della specialità. Siamo un bel gruppo, noi stradisti faciamo del nostro meglio per assicurare il nostro appoggio alla Nazionale. Ho corso tanto su strada in questo ultimo periodo, ieri Villa mi ha risparmiato, oggi non sapevo nemmeno io quale potesse essere il mio rendimento. Ma ho dato tutto me stesso, come i miei compagni, e il nostro impegno è quello di puntare dritti verso Parigi 2024”.

Anche Manlio Moro, debuttante di soli 20 anni, altro friulano del gruppo, ha ben impressionato per solidità. “Per me un debutto importante, anche quando sei qui non ti vuoi certo accontentare. Gli inglesi non hanno mai mollato”.

ELIMINAZIONE – L’Argento di Rachele Barbieri è frutto di una prova generosa, coraggiosa e all’insegna dell’istinto. La modenese è stata sin qui protagonista di un’annata ampiamente positiva con 4 medaglie ai Campionati Europei di Monaco (nessuno come lei) a cui si somma quella di oggi per un totale di 5.

Barbieri è stata preceduta dalla belga Lotte Kopecky favorita per la vittoria finale. Kopecky si è imposta addirittura per distacco nonostante l’azzurra abbia dato il massimo per rimanerle attaccata. Chiude il podio l’americana Jennifer Valente, medaglia di bronzo.

“Non voglio fermarmi mai. Sono molto contenta di questa stagione che non mi aspettavo così ricca. Sono arrivata qui in condizione. Non sarà l’ultima gara di questo mondiale perché sabato correrò la madison con Chiara Consonni. Dopodiché ci sarà un po’ di riposo penso anche meritato”. Tornando alla prova odierna. “C’è un po’ di rammarico perché il secondo posto brucia. Ero qua per giocarmi la maglia, però ho trovato Lotte che è stata più forte”.

Sul tentativo di allungo finale: “In quel momento è stata la prima cosa che mi è venuta in mente, mi dicono sempre di seguire più l’istinto e di rischiare di perdere per provare a vincere: così è stato. Magari tornassi indietro non lo rifarei o magari sì, non lo so”.

Sulla mancata partecipazione al quartetto femminile: “Tiferò certamente per le mie compagne. Mi dispiace non essere lì con loro e giocarmi la maglia, ma è comunque stato un lavoro che abbiamo creato insieme. Anche se non partirò con loro mi sento parte della squadra. Tiferò tantissimo”.

Al termine del secondo giorno di gare il medagliere dell’Italia sale così a 4 medaglie: 2 ori e 2 argenti.

Domani saranno in gara: Davide Boscaro e Matteo Bianchi nel chilometro, Elisa Balsamo nell’Omnium, Jonathan Milane. Davide Plebani nell’inseguimento individuale, Michele Scartezzini nella corsa a punti.