ROMA (RM) – L’ultimo decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri emanato questa sera, 4 marzo, ha disposto ulteriori norme relativamente alle misure da adottare «per il contrasto e il contenimento sull’intero territorio nazionale del diffondersi del virus COVID-19», noto anche come Coronavirus (leggi il Dpcm 4 marzo 2020 – Coronavirus).

LA SITUAZIONE CORONAVIRUS IN ITALIA – Le autorità italiane hanno aggiornato sulla situazione dell’epidemia di Coronavirus: ad oggi, 3.089 persone hanno contratto il virus Sars-CoV-2: +587 rispetto a ieri. Di queste, 107 sono decedute (+28) e 276 sono guarite (116 in più rispetto a ieri). Attualmente i soggetti positivi sono 2.706. La letalità (percentuale dei morti sul totale dei contagiati) è del 3,4%. Le Regioni coinvolte sono 19: l’unica a non avere casi è la Valle d’Aosta. L’80 per cento dei casi si concentra tra Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna. Il bilancio è in continuo aggiornamento.

SCUOLE CHIUSE IN TUTTA ITALIA FINO AL 15 MARZO – Scuole e università chiuse in tutta Italia fino al 15 marzo. Sospensione in tutto il paese, come già accaduto per le zone rosse, di manifestazioni ed eventi «di qualsiasi natura» e «in qualsiasi luogo». Questi i principali provvedimenti sanciti dal nuovo decreto emanato questa sera dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Il governo è già al lavoro per mettere a punto una norma che prevede la possibilità per uno dei genitori di assentarsi dal lavoro per accudire i figli minorenni. Il Dpcm firmato dal premier Conte contiene poi tutta un’altra serie di indicazioni: raccomanda alle persone anziane di limitare le uscite da casa, ribadisce la necessità di evitare strette di mano, abbracci e baci, vieta la visita ai parenti dei ricoverati negli hospice e nelle residenze sanitarie assistite, così come l’attesa nei pronti soccorso per le persone che non devono essere visitate.

IL DECRETO DEL 4 MARZO, CORONAVIRUS E SPORT – Per quanto riguarda la pratica sportiva, questo è l’articolo 1 comma c) del provvedimento: «Sono sospesi altresì gli eventi e le competizioni sportive di ogni ordine e disciplina, svolti in ogni luogo, sia pubblico sia privato; resta comunque consentito, nei comuni diversi da quelli di cui all’allegato 1 al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 1° marzo 2020(gli 11 comuni della zona rossa, ndr), e successive modificazioni, lo svolgimento dei predetti eventi e competizioni, nonché delle sedute di allenamento degli atleti agonisti, all’interno di impianti sportivi utilizzati a porte chiuse, ovvero all’aperto senza la presenza di pubblico; in tutti tali casi, le associazioni e le società sportive, a mezzo del proprio personale medico, sono tenute ad effettuare i controlli idonei a contenere il rischio di diffusione del virus COVID-19 tra gli atleti, i tecnici, i dirigenti e tutti gli accompagnatori che vi partecipano. Lo sport di base e le attività motorie in genere, svolte all’aperto ovvero all’interno di palestre, piscine e centri sportivi di ogni tipo, sono ammessi esclusivamente a condizione che sia possibile consentire il rispetto della raccomandazione di cui all’allegato 1, lettera d) (ossia «mantenere in ogni contatto sociale una distanza interpersonale di almeno un metro», ndr)».
All’art 4, comma 1, si può leggere: «Le disposizioni del presente decreto producono il loro effetto dalla data di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana e sono efficaci, salve diverse previsioni contenute nelle singole misure, fino al 3 aprile 2020».

SÌ ALLO SPORT A PORTE CHIUSE, MA IL CICLISMO? – Come è facilmente intuibile per una disciplina come il ciclismo la faccenda si fa piuttosto complicata. La dicitura «rimane consentito lo svolgimento delle competizioni all’aperto senza la presenza di pubblico», potenzialmente dà il via libera alla disputa (nelle aree al di fuori della zona rossa) di qualsiasi evento, comprese le gare ciclistiche, purché prive di spettatori (anche le partite di Serie A di calcio si disputeranno senza pubblico). Mentre stadi e palazzetti possono chiudere le porte e impedire l’accesso agli spettatori, è chiaramente più difficile farlo per la strada, ad un corsa ciclistica. Per l’organizzatore, grande o piccolo che sia, diventa davvero improbabile garantire che lungo tutto il percorso non ci siano assembramenti di persone e che venga rispettata la distanza di almeno un metro da persona a persona.

LO SPORT DI BASE – Stando al decreto, anche lo sport di base non si ferma, ma solo a condizione che vengano rispettate le raccomandazioni dell’Istituto Superiore di Sanità, ovvero mantenere la distanza di un metro, usare tutte le precauzioni igienico sanitarie e che non ci sia pubblico alle gare. Insomma, se per gli sport che si svolgono all’interno degli impianti sportivi la situazione è piuttosto chiara, per uno sport come il ciclismo la vicenda è tutta da chiarire anche se obbiettivamente, se in questo momento al primo posto ci deve stare la salute pubblica, ci pare difficile pensare che qualcuno voglia prendersi la responsabilità di far svolgere una gara ciclistica “a porte chiuse”, sempre che questo sia possibile. Data la popolarità di alcune corse si deve parlare forse più di evento pubblico che di evento sportivo, con tutte le considerazioni che ne conseguono. Per forza di cose, crediamo, che molto dipenderà dalla disponibilità delle autorità locali e della forza pubblica per tenere, eventualmente, sotto controllo la situazione. Ma in un momento così delicato per il nostro Paese, forse il ciclismo passa comprensibilmente in secondo piano.

SALTERANNO LE GARE ITALIANE? – Stando così le cose la via più probabile, a poche ore dalla pubblicazione del decreto, appare che le gare ciclistiche del calendario italiano previste nei prossimi giorni e nelle prossime settimane, fino al 3 aprile, siano destinate a saltare. Potrebbe succedere con le gare più importanti a livello internazionale, con la Strade Bianche maschile e femminile di sabato 7 marzo, con il Gran Premio di Larciano di domenica, la Popolarissima di Treviso (1.2), la Tirreno-Adriatico, la Milano-Sanremo e le gare femminili per Donne Elite e Junior del Trofeo Alfredo Binda nel Varesotto, la Settimana Coppi & Bartali ed il Giro di Sicilia. Sicuramente cercheremo di approfondire la questione e vi terremo aggiornati nei prossimi giorni. In questo senso crediamo che anche Coni e Federazione Ciclistica Italiana dovranno dare delle indicazioni precise in merito.

LA POSIZIONE DI RCS SPORT PER LE CLASSICHE DI PRIMAVERA – In serata, con una comunicazione ufficiale, RCS Sport ha fatto sapere di aver deciso l’annullamento della Gran Fondo Strade Bianche, competizione amatoriale dell’8 marzo a Siena. Riguardo le corse di ciclismo Strade-Bianche (7 marzo), Strade-Bianche Women Elite (7 marzo), Tirreno-Adriatico (11-17 marzo), Milano-Sanremo (21 marzo) e Il Giro di Sicilia (1-4 aprile), RCS Sport comunicherà gli aggiornamenti e i dettagli nei prossimi giorni, in seguito alle riunioni con le autorità competenti, a partire dalla riunione con la Prefettura di Siena domani mattina.
Nel frattempo, però, sul sito specializzato in lingua inglese Cyclingnews.com, appare la seguente dichiarazione del direttore di organizzazione Mauro Vegni che lascerebbe pochi dubbi su quello che sarà il destino di queste corse: “La nostra intenzione è quella di lavorare con l’UCI per trovare una nuova collocazione delle nostre gare nel calendario internazionale, assolutamente non intendiamo perderle. Abbiamo già pensato ad un piano alternativo. Potrebbero svolgersi o dopo il Giro d’Italia a giugno, oppure nel mese di settembre”.

IL COMUNICATO DELL’UCI – Prima della firma del decreto presidenziale in Italia, anche l’Unione Ciclistica Internazionale (UCI) aveva diffuso in serata un comunicato in seguito ad una riunione con i diversi membri dell’ambiente ciclistico, per discutere della situazione realativa all’epidemia di Covid-19.
La decisione presa – recita il comunicato – è stata quella di non annullare alcuna prova del calendario internazionale in questo momento. Ogni decisione circa l’eventuale annullamento di ogni singola corsa sarà affidata alle autorità locali in base ai fattori di rischio registrati.
Per le corse confermate, ogni organizzatore dovrà predisporre le misure necessarie per ridurre al minimo i rischi di contagio. Tra queste, una adeguata distanza tra pubblico e corridori alla partenza e all’arrivo, il rispetto del protocollo medico del Paese che ospita la corsa; la limitazione del numero di squadre alloggiate in ogni singolo hotel e il rispetto di misure igieniche come quella di evitare il foglio firma con la stessa penna per tutti.
Se ci saranno organizzatori che non possono organizzare la propria corsa o squadre che non sono nelle condizioni di partecipare, dovranno informare immediatamente l’UCI che si impegna a far sì che nessuna squadra sia penalizzata finanziariamente né al momento in cui verranno valutati i risultati sportivi per l’assegnazione delle licenze WorldTour.

LE SQUADRE PRENDONO POSIZIONE E INTERROMPONO L’ATTIVITÀ – In questa situazione al quanto incerta e complicata, alcune squadre professionistiche hanno deciso di prendere posizione e di assumere autonomamente la decisione di variare o interrompere completamente la propria attività per garantire la sicurezza dei propri membri. Decisioni che a maggior ragione rendono improbabile il regolare svolgimento delle principali corse in Italia, ma il problema ora si estende anche oltre confine.
Così, durante la giornata odierna, prima sono arrivate le notizia che la Mitchelton Scott e la Groupama-FDJ (di cui un gruppo si trova ancora in quarantena negli Emirati Arabi per l’ormai nota vicenda di contagi legata all’UAE Tour) hanno annunciato che non correranno in Italia. Stessa decisione per il Team Jumbo-Visma di Wout van Aert che diserterà Strade Bianche e Gp di Larciano. Poi la Alpecin-Fenix – con Mathieu Van der Poel che era a sua volta atteso alla Strade Bianche – ha fatto sapere che i suoi corridori raggiungeranno la Spagna per un periodo di allenamento e non correranno in Italia. E in tarda serata decisione ancor più drastica da parte del Team Ineos che sospende completamente tutta l’attività fino al 22 marzo.
Inoltre, con in testa la EF Pro Cycling, 14 medici di diversi team professionistici hanno scritto una lettera congiunta indirizzata ad A.S.O., RCS Sport e UCI per richiedere la cancellazione dei prossimi eventi dell’UCI WorldTour, in particolare Strade Bianche e Parigi-Nizza, e suggerire alcune indicazioni comportamentali e di prevenzione per tutelare la salute dei corridori.

Insomma, la situazione come avrete potuto constatare e piuttosto complessa. E, ovviamente, non solo per il ciclismo che in questo momento così delicato per l’Italia e per il mondo, può essere anche messo per un momento da parte. In ogni caso vi terremo aggiornati sui prossimi nuovi sviluppi.

(Servizio a cura di Giorgio Torre)