Settimana scorsa vi ho raccontato qualche cosa di Gino Tramontini, corridore ciclista bergamasco che partecipò a due Giri d’Italia più che onorevolmente. Ma quante altre storie ci sarebbero da raccontare del ciclismo bergamasco? Innumerevoli. E le racconteremo, un po’ alla volta. Le più affascinanti sono forse quelle più lontane da noi, quelle che risalgono all’inizio del Novecento o addirittura alla fine dell’Ottocento, di quando il ciclismo sportivo muoveva i primi passi, anzi le prime pedalate, su strade di polvere e ghiaia. A quel tempo i distacchi di ore erano la norma, ma per forza: i ciclisti pedalavano su strade impossibili, affrontavano corse lunghissime, si allenavano in modo molto lontano dai criteri di scientificità di oggi. Le forature, le dissenterie, gli incidenti, gli sbagli di percorso erano all’ordine del giorno. Ciclismo eroico.
Quante storie. Quando Buffalo Bill per ben due volte venne a Bergamo e si esibì con il suo circo al Donizetti. In un’occasione il miglior ciclista bergamasco sfidò Buffalo Bill con il suo cavallo all’ippodromo-velodromo che stava dalle parti della stazione: vinse Buffalo Bill, ma di poco. Buffalo Bill aveva lasciato l’America a fine Ottocento, sebbene fosse una leggenda vivente, perché aveva difeso pubblicamente gli indiani (fotomontaggio d’epoca tratto da www.giannibertoli.it).
I primi campioni bergamaschi come l’Enrico Brusoni che vinse una medaglia d’oro alle Olimpiadi di Parigi che gli venne in realtà riconosciuta soltanto cento anni dopo!
Era bergamasco d’adozione: era nato ad Arezzo, ma si era trasferito con la famiglia (il papà era ferroviere) a Bergamo quando era ragazzino e a Bergamo rimase per tutta la vita fino alla morte, nel 1949. Brusoni era fortissimo sia nella volata sia nella resistenza.  Partecipò alle Olimpiadi di Parigi nel 1900, venne eliminato ai quarti di finale nella velocità pura, ma vinse nella corsa a punti, quella che constava di dieci giri di pista che dava punti ai primi tre classificati di ogni giro. Brusoni vinse, ma la medaglia d’oro gli venne concessa soltanto cento anni dopo quando finalmente il comitato olimpico riconobbe la regolarità della gara di tanto tempo prima.
Brusoni fu il primo italiano a vincere una medaglia nel ciclismo e in assoluto fu il secondo italiano a ottenere una medaglia perché Gian Giorgio Trissino ne vinse una pochi giorni prima negli sport equestri… Brusoni tornò a Bergamo amareggiato, ma continuò a correre. Ottenne il titolo italiano della velocità nel 1902 e nello stesso anno, il 22 giugno 1902, vinse la “Gran fondo” italiana di 540 chilometri. Fu una grande sorpresa che Brusoni bissò nel 1904 quando il percorso venne portato a ben 603 chilometri, era il 17 luglio 1904… Ma di queste corse pionieristiche e massacranti parleremo ancora.