RICHMOND (STATI UNITI) – Con un’azione da campione, da campione del mondo, lo slovacco Peter Sagan ha vinto il Mondiale professionisti di Richmond. Coraggio, classe, forza e quella sfrontatezza che da sempre lo contraddistinguono fin da quando, giovanissimi, si affaciò per la prima volta al mondo dei grandi, mostrando immediatamente i segni del predestinato.
Mondiali Strada Prof 2015 - Peter Sagan - arrivo
Il ragazzo è cresciuto, ha incassato in questi anni forse anche qualche critica di troppo oltre ad una serie infinita di piazzamenti che avevano spinto qualcuno a definirlo “L’eterno secondo”. Oggi Sagan, 25 anni, è il primo, il primo sul tetto del mondo dopo un autentico capolavoro. E’ partito con un scatto secco sull’ultimo strappo, a meno 2 km dall’arrivo, ha distanziato gli avversari, ha incrementato il suo vantaggio in discesa ed ha proseguito deciso verso il traguardo più importante della sua giovane carriera. E’ la prima volta nella storia che uno slovacco vince un Campionato del Mondo. Medaglia d’argento per l’australiano Michael Matthews, bronzo al lituano Ramunas Navardauskas.
Gli azzurri hanno corso bene e per quasi tutti i 261 km tenendo sotto controlla fino alla prima metà dell’ultimo giro, con sette elemti in testa a tirare il gruppo. Poi sui muri nella seconda parte si è accesa la bagarre e i nostri sono mancati. Il migliore è stato Giacomo Nizzolo, diciottesimo a 3″.
La gara era stata animata fin dalle prime battute da una fuga a quattro con l’idolo di casa Taylor Phinney, il canadese Boivin, il bielorusso Siustou e il colombianoPantano. A circa 30 km dal traguardo, la corsa esplode. L’Italia ha già perso un uomo,Daniel Oss, fermato da una ferita dopo una caduta. Allunga il britannico Ian Stannard, che porta via un gruppetto davvero molto pericoloso e che a sorpresa comprende anche il velocista di punta della squadra azzurra Elia Viviani e poi il polacco Kwiatkowski, campione uscente, l’olandese Bauke Mollema, il belga Tom Boonen, lo spagnolo Daniel Moreno e il costaricense Amador. La loro azione termina però ai 18 km dall’arrivo appena prima di iniziare l’ultima tornata.
Ad agitare ancora le acque ci pensano prima Rui Costa, poi di nuovo Siutsou con lo statunitense Farrar. Ma tutto si decide nei quattro chilometri conclusivi con i tre strappi da affrontare in serie. Sul primo in pavé attaccano Stybar e Degenkolb, ma per loro non c’è libertà. Sul muro successivo se ne va Philippe Gilbert e subito dietro al belga si porta Peter Sagan. Lo slovacco allunga e in discesa stacca l’uomo della BMC nel frattempo raggiunto anche dal norvegese Boasson Hagen. Il gap scavato dallo slovacco è incolmabile, l’ultimo affondo arriva sul rettilineo finale, poi Sagan capice di avere il Mondiale in tasca, controlla, vince ed esulta, alla sua maniera, un po’ sopra le righe, un po’ da super star. Ma Sagan è così. Prendere o lasciare. Sagan è il campione del mondo.
ORDINE D’ARRIVO:
1. Peter Sagan (Slovacchia) km 261 in 6h14’37” media 41.867 km/h
2. Michael Matthews (Australia) a 3″
3. Ramunas Navardauskas (Lituania)
4. Alexander Kristoff (Norvegia)
5. Alejandro valverde (Movistar)
6. Simon Gerrans (Australia)
7. Tony Gallopin (Francia)
8. Michal Kwiatkowski (Polonia)
9. Alberto Rui Costa (Portogallo)
10. Philippe Gilbert (Belgio)
18. Giacomo Nizzolo (Italia)
34. Matteo Trentin (Italia) a 21″
42. Vincenzo Nibali (Italia) a 40″
82. Manuel Quinziato (Italia) a 3’41”
83. Daniele Bennati (Italia)
84. Fabio Felline (Italia)
89. Elia Viviani (Italia) a 5’18”
102. Diego Ulissi (Italia) a 6’43”
DNF Daniel Oss (Italia)
(Servizio a cura di Giorgio Torre)