PARIGI (FRANCIA) – L’ex campione di Francia su strada Arthur Vichot continua a lottare con un misterioso virus, ancora non diagnosticato che lo sta tormentando da 18 mesi a questa parte. Anche se il suo contratto con il ProTeam B&B Hotels-Vital Concept scadrà alla fine dell’anno, la priorità del trentunenne francese, in questo momento, è cercare di guarire il prima possibile.

Vichot è stato campione francese su strada sia nel 2013 che nel 2016 ed è un corridore della B&B Hotels-Vital Concept dalla stagione 2019, dopo che aveva lasciato il team WorldTour Groupama-FDJ, con il quale aveva trascorso nove stagioni, ovvero fin da quando era diventato professionista nel 2010.

“Non so ancora cosa sia ed è diventato abbastanza difficile conviverci”, ha spiegato Vichot al quotidiano francese Le Parisien nei giorni scorsi. “È iniziato tutto in Canada dopo il Grand Prix de Québec, dove sono arrivato settimo, nel settembre 2018. Poi ho iniziato ad essere molto stanco, e non si è mai fermato”.

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La scorsa stagione, Vichot è riuscito a completare solamente 19 corse e ha collezionato otto DNF (ovvero ritiri dalla gara), ma le cose sembravano andare meglio quest’anno quando era riuscito a finire nono nella tappa inaugurale dell’Etoile de Bessèges all’inizio di febbraio e poi aveva concluso tredicesimo assoluto nella classifica finale corsa a tappe francese.

Tuttavia, dice di non essersi ancora ripreso del tutto ed è stato costretto ad abbandonare anche l’ultima gara a cui aveva preso parte quest’anno prima del lockdown, il Tour des Alpes-Maritimes et du Var, a fine febbraio, al primo giorno.

“Un giorno posso correre per cinque ore e poi il giorno dopo sono morto sul divano”, ha detto Vichot. “Non ho nemmeno la forza di passare l’aspirapolvere e questo non è normale per uno sportivo d’elite di 31 anni come me. La cosa peggiore è non sapere che cosa ho, e questo mi ha buttato giù anche a livello morale”. Il corridore francese ha aggiunto: “Ci sono così tanti virus in circolazione che fino a quando non sarà identificato non potrò ricevere il giusto trattamento per sconfiggerlo”.

Vichot ha detto che avrebbe dovuto fare dei test più approfonditi a Bruxelles, in Belgio, nel mese di marzo, ma che i blocchi imposti dal Coronavirus in Francia gli hanno impedito di farli.