ROMA (RM) – Il 4 dicembre il presidente dell’Unione Ciclistica Internazionale David Lappartient ha scritto al presidente Di Rocco ringraziando la Federazione Ciclistica Italiana per la collaborazione riguardo i controlli contro la frode tecnologica (meglio nota come “doping tecnologico”, ovvero la presenza di supporti elettrici a sostegno delle pedalate). Nella missiva, il presidente della Federazione internazionale ricorda, tra l’altro, che nel 2019 l’UCI ha realizzato 14.000 controlli, di cui “solo in Italia, per quanto riguarda la strada, più di 2.100, nelle prove dell’UCI World Tour. Questa cooperazione ha permesso di controllare la totalità delle gare del calendario UCI World Tour svolte sul territorio italiano nel 2019.”

Nel dettaglio, i controlli sono stati realizzati alle Strade BiancheTirreno AdriaticoMilano SanremoGiro d’Italia Giro di Lombardia, ed effettuati da un gruppo specializzato di Commissari Nazionali Elite e Commissari Internazionali, tutti italiani; il tutto in stretta collaborazione con la CNGG.

La Federazione Ciclistica, quindi, si conferma in prima linea nel combattere questo tipo di frode. Ricordiamo infatti che già a settembre del 2017 ha inserito all’interno del proprio Regolamento di Giustizia sanzioni specifiche per questi illeciti e avviato un’attività di controllo che, solo nel 2019, ha riguardato 21 manifestazioni in Italia (oltre a quelle ricordate dal presidente UCI) per un totale di 2381 biciclette. In questo caso tra le manifestazioni interessate ricordiamo tutti i Campionati italiani strada, il Giro Under 23, il Campionato Italiano Master, il Giro d’Italia Femminile, i campionati italiani a cronometro.

Quindi il numero complessivo dei controlli realizzati nel nostro Paese, tra UCI e FCI, sono stati oltre 4.400.

Il prossimo anno lo sforzo della Federazione, sempre in collaborazione con gli organismi internazionali, sarà quello di allargare questa attività di controllo anche a diverse prove internazionali femminili.

Dal punto di vista statistico, infine, vale la pena ricordare che non è stato rivelata alcuna bici alterata. “L’attività è mirata – ha ricordato Antonio Pagliara, presidente della Commissione Nazionale Giudici di Gara – oltre allo specifico controllo antifrode, maggiormente ad una azione deterrente“.

(fonte: Federciclismo.it)