RIO DE JANEIRO (BRASILE) – Una gara incertissima fino all’ultimo colpo di pedale regala all’Italia la prima medaglia nel ciclismo. Elisa Longo Borghini, ventiquattrenne verbanese al debutto nella prova olimpica, conquista la medaglia di bronzo alle spalle di Anna Van Der Breggen (Olanda), oro, e Emma Johansson (Svezia), argento. Quarta Mara Abbott (Stati Uniti) che sino a 150 metri dal traguardo ha cullato il sogno del successo. Drammatica caduta in discesa di Annemiek Van Vleuten (Olanda) mentre era al comando della corsa. Le prime indiscrezioni dicono che l’olandese sia cosciente, ci vorranno accertamenti per verificare le condizioni fisiche.

La volata di Anna Van Der Breggen

La volata di Anna Van Der Breggen (foto Rio2016 / Getty Images – Matthias Hang)


DONNE – Ventiquattr’ore dopo la prova in linea maschile vinta dal belga Greg Van Avermaet sullo spettacolare tracciato di Rio de Janeiro sono di scena le Donne Elite. Rispetto ai colleghi uomini, le 68 atlete punzonate – che difenderanno i colori di 39 nazioni – percorreranno 136,9 km che includono due giri del circuito di Grumari e un solo passaggio sulla ancora più difficile Costa Chinesa. Australia, Germania, Italia, Olanda e Stati Uniti sono le squadre meglio rappresentate con quattro elementi ciascuna, mentre tutti gli altri Paesi in gara potranno contare su un roster da uno a tre atlete al massimo. Alla luce della gara di ieri gli schemi tattici della vigilia si sono focalizzati sia sulle quattro diverse salite da affrontare, sia sulle insidiose discese che le seguono.
Lungo i 27 km di strada costiera il ritmo è sostenuto e il gruppo compatto. In vista del circuito di Grumari la belga Lotte Kopecky, vincitrice dell’Omnium nello scorso Campionato Europeo a Montichiari, prova ad evadere in perfetta solitudine. Il gruppo lascia fare e la ventunenne fiamminga guadagna rapidamente oltre 2’. Il fastidioso vento oceanico laterale suggerisce alle atlete più esperte di organizzarsi in ventagli per fare già una prima selezione e mantenere un’andatura sostenuta per non lasciare troppo spazio alla fuggitiva. La Kopecky però non demorde e al suo inseguimento si pone, sempre in solitaria, la tedesca Romy Kasper. All’inizio del primo tratto in pavé la Kasper accusa 2’40” di ritardo dalla Kopecky, mentre il gruppo ritiene velleitario il doppio tenativo di attacco e viaggia a 4’30” dalla battistrada ad un ritmo inferiore ai 30 km/h.
Lotte Kopecky in fuga solitaria

Lotte Kopecky in fuga solitaria (foto Rio2016 / Getty Image – Pool)


Saltano a terra le borracce dai supporti quando il gruppo entra sul pavé, ma fortunatamente gli improvvisati ostacoli non provocano nessuna caduta, sebbene costringano le concorrenti ad un’improvvisata gimkana. Riassorbita la Kasper, dal gruppo prova a scattare in contropiede Ellen Van Dijk (Olanda) nel tratto in discesa, subito marcata da Giorgia Bronzini e dalla polacca Anna Plichta. Il terzetto di prime inseguitrici della Kopecky ha un centinaio di metri di vantaggio sul gruppo. Su di loro si riporta la tedesca Trixi Worrack seguita nello spazio di pochi km dall’inossidabile americana Kristin Armstrong. Lentamente, ma inesorabilmente, il quintetto di contrattaccanti rosicchia secondi alla belga in testa e riesce a raggiungerla sul secondo passaggio a Grumari. Dietro il gruppo non resta a guardare e si riporta sul drappello di testa poco dopo. Il plotone si spezza quindi in due tronconi per ricompattarsi quasi subito.
Elisa Longo Borghini con il presidente FCI Renato Di Rocco

Elisa Longo Borghini con il presidente FCI Renato Di Rocco


La bretone Audrey Cordon (Francia) prova invano l’allungo quando mancano 55 km al traguardo. Nel frattempo le capitane delle varie formazioni fanno la spola tra il gruppo e l’ammiraglia per fare rifornimento e concertare la tattica di gara con il direttore sportivo. Scatti e controscatti tengono viva la gara, ma il gruppo controlla attentamente ogni movimento. Nasce un interessante tentativo di un gruppetto di sette atlete: la campionessa italiana Elena Cecchini, l’iridata di Ponferrada 2014 Pauline Ferrand-Prevot (Francia), la campionessa olimpica in carica Marianne Vos (Olanda), Gracie Elvin (Australia), Trixi Worrack (Germania), Malgorzta Jasinska (Polonia) e Anisha Vekemans (Belgio). Tra le sette di testa c’è un buon accordo e la qualità delle atlete in fuga è di altissimo livello. Sulla salita di Canoas la moto-lavagna informa le battistrada che il loro margine è di 1’15” sul resto del gruppo che, in forte rimonta, riesce a riprendere le leader sulla Vista Chinesa. Le migliori si guardano e si controllano a vicenda con la due volte vincitrice del Giro Rosa Mara Abbott (Stati Uniti) a dettare il ritmo per fare selezione. In testa rimangono in cinque: Anna Van Der Breggen (Olanda), Elisa Longo Borghini, Annemiek Van Vleuten (Olanda), Mara Abbott (Stai Uniti) e la svedese Emma Johansson che successivamente perde contatto. La Longo Borghini pilota il quartetto nella prima parte della discesa con la Johansson che sembra potersi riportare su di loro. La Van Vleuten forza il ritmo nelle ultime centinaia di metri di salita e scollina insieme a Mara Abbott. Annemiek Van Vleuten fa il vuoto in discesa, ma rimane vittima di una terribile caduta in una delle ultime curve. La Abbott si ritrova così da sola in testa con circa 35” su Longo Borghini, Johansson e Van Der Breggen con altre atlete pronte a tornare in gioco per una medaglia.
Mara Abbott si alza sui pedali lungo l’interminabile Avenida Atlantica che porta a Copacabana per resistere al forcing del terzetto alle sue spalle. Meno di 20” a soli due km dalla fine non bastano all’americana per conqustare una medaglia: ripresa a soli 150 metri dalla fettuccia e saltata come un birillo, la Abbott deve accomodarsi ai piedi del podio. Lo sprint per le medaglie prema lo spunto veloce di Anna Van Der Breggen che lancia la volata e resiste alla rimonta di Emma Johansson, già argento a Pechino 2008, con Elisa Longo Borghini che conquista la medaglia di bronzo.
La vittoria di Anna Van Der Breggen

La vittoria di Anna Van Der Breggen (foto Rio2016 / Getty Images – Matthias Hang)


Lacrime e abbracci per l’ossolana di Ornavasso, campionessa italiana a cronometro e vicecampionessa italiana in linea, che sale sul podio olimpico alla prima partecipazione con grande gioia di mamma Guidina Dal Sasso, che di eventi a cinque cerchi ne sa qualcosa. Marianne Vos taglia il traguardo a braccia alzate e festeggia la compagna di nazionale e di club Van Der Breggen.
Il podio olimpico della prova femminile su strada

Il podio olimpico della prova femminile su strada (foto FCI)


ORDINE D’ARRIVO:
1. Anna Van Der Breggen (Olanda) 136,9 km in 3h51’27”
2. Emma Johansson (Svezia) s.t.
3. Elisa Longo Borghini (Italia)
4. Mara Abbott (Stati Uniti) a 4”
5. Elizabeth Armitstead (Gran Bretagna) a 20”
6. Katarzyna Niewiadoma (Polonia) s.t.
7. Flavia Oliveira (Brasile)
8. Jolanda Neff (Svizzera)
9. Marianne Vos (Olanda) a 1’14”
10. Ashleigh Moolman (Sudafrica) s.t.
(Servizio a cura di Fabiano Ghilardi)