#Imola2020: Il bilancio degli azzurri e del presidente FCI Di Rocco
IMOLA (BO) – Con la prova in linea vinta da Julian Alaphilippe si concludono i Mondiali di Imola2020, anche oggi seguiti dal presidente del CIO Thomas Bach, accompagnato dal presidente UCI David Lappartient, dal presidente del CONI Giovanni Malagò e dal presidente FCI Renato Di Rocco (foto Photobicicailotto).
LE DICHIARAZIONI DEGLI AZZURRI – Nulla da recriminare per la nostra nazionale, che ci ha provato ma si è dovuta arrendere ai ritmi altissimi delle ultime fasi della corsa: dell’Italia restano negli occhi l’attacco di Nibali sul Mazzolano e la grinta di Damiano Caruso, decimo al traguardo e migliore azzurro. “Abbiamo lavorato da grande squadra, provandoci fino all’ultimo. Sapevamo di non essere i favoriti ma non abbiamo niente da recriminarci” le parole dell’atleta del team Bahrain-McLaren in zona mista al termine della prova.
Quindicesima posizione per Vincenzo Nibali: “Oggi è stato il primo giorno in cui mi sono sentito meglio, rispetto alle gare precedenti, però già sapevo che l’ultima salita (Gallisterna, ndr) non era adatta a me. Perciò ho provato sulla penultima ascesa e siamo andati via in quattro: c’erano Landa, Uran, e van Aert, che però non ha collaborato. Poi si è rimescolato tutto e le pendenze finali hanno premiato corridori più esplosivi. Per quanto mi riguarda, è stata la prima volta in cui mi sono sentito bene. Fino a dieci giorni fa tutto era un punto interrogativo. Con i compagni avevamo intenzione di fare gara d’attacco, ma sin dall’inizio il ritmo è stato molto alto. Era difficile provarci da lontano come ha fatto Pogacar”.
Una squadra compatta che nonostante il percorso durissimo non si è mai arresa, parola di Alberto Bettiol: “Mondiale positivo, abbiamo fatto tutti quello che potevamo. Vincenzo e Damiano sono rimasti davanti e io ho provato a rientrare da dietro. Come sempre noi ce la mettiamo tutta, abbiamo corso davanti come una vera squadra”.
Davide Cassani: “Non posso rimproverare nulla ai miei ragazzi: il percorso sapevamo essere difficile e Vincenzo nell’ultimo giro ci ha provato. La Gallisterna si è dimostrata più adatta ad atleti esplosivi come Julian, che ha lasciato sul posto tutti gli altri favoriti. Difficile per noi fare meglio”.
LA DICHIARAZIONE FINALE DEL PRESIDENTE DI ROCCO – Al termine della rassegna iridata, che ha visto il nostro Paese al centro dell’attenzione sportiva mondiale, non solo per quanto riguarda il ciclismo, il numero uno della FCI ha stilato un breve bilancio.
“Credo che il termine usato dal presidente del CIO Thomas Bach, che ci ha onorato della sua presenza in questo fine settimana, sia il più appropriato per descrivere questi Mondiali di Imola: “Un miracolo olimpico”.
Sono stati dei Mondiali straordinari. Prima di tutto per l’organizzazione, direi perfetta, in grado di assicurare sicurezza, rispetto dei protocolli e delle disposizioni sanitarie e al contempo di regalare un’autentica e partecipata festa di sport. Sono stati straordinari perché, grazie agli Enti locali coinvolti e alla regione Emilia Romagna, hanno offerto un’immagine pulita e vincente del nostro Paese. Le immagini internazionali ci hanno permesso di conoscere meglio, e apprezzare, un territorio ricco di eccellenze enogastronomiche e bellezze storico artistiche. La determinazione del presidente Stefano Bonaccini nell’investire in grandi eventi di ciclismo è una risorsa e uno stimolo per tutto il nostro movimento.
Mondiali straordinari dicevo, perché, come ricordato anche dal premier Giusppe Conte, hanno offerto l’occasione per mostrare la bontà del modello italiano, non solo nell’ambito sportivo. Se pensiamo che solo sei mesi fa eravamo additati come uno dei paesi più pericolosi, oggi siamo diventati tra i più sicuri, in grado di allestire un mondiale fornendo le massime garanzie.
Dal punto di vista tecnico la prova della Nazionale di Davide Cassani oggi, anche se non ci ha visto sul podio, si aggiunge al titolo mondiale di Filippo Ganna e alla medaglia di bronzo di Elisa Longo Borghini: tutti i nostri atleti hanno mostrato ancora una volta il loro attaccamento alla Maglia Azzurra, trovando in essa gli stimoli per dare sempre il meglio.
Chiudiamo questa edizione con due medaglie, un oro e un bronzo, nel settore maschile e in quello femminile. Medaglie che hanno a nostro avviso un peso specifico superiore perché colti da campioni che trovano le rispettive motivazioni in valori che vanno ben oltre la semplice voglia di successo e rispecchiano un sano modo di intendere lo sport: i nostri valori”.