Le 50 persone più influenti nel mondo del ciclismo secondo Cyclingnews
Il potere non è il risultato di un solo elemento. Spesso è la combinazione di ricchezza, influenza, controllo e ispirazione. Nei giorni scorsi, il sito Cyclingnews ha compilato una interessante lista con le 50 persone più influenti nel mondo del ciclismo. Una lista che comprende personaggi di diverse categorie: ciclisti, manager, sponsor, governanti e innovatori.
L’intento di Cyclingnews, come spiegato nell’articolo, è quello di avviare un ampio dibattito non solo su chi dovrebbe o non dovrebbe essere presente in questa speciale e soggettiva classifica, ma anche una costruttiva discussione su come migliorare il mondo del ciclismo professionistico in futuro. C’è ancora molta strada da percorrere per raggiungere il livello di altri sport, sottolinea il sito ciclistico di riferimento in lingua inglese.
Andiamo a scoprire a ritroso qual è la classifica stilata da Cyclingnews, con le motivazioni date a sostegno, e al 50° posto troviamo subito un italiano: Giovanni Lombardi. Sono quattro gli italiani in classifica: con l’ex professionista e ora agente di corridori come Sagan ci sono anche Alessandra Cappellotto (26° posto) componente del CPA, l’agente di Bernal Giuseppe Acquadro (15°) e il direttore del Giro d’Italia Mauro Vegni (14°).
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LA CLASSIFICA DELLE 50 PERSONE PIÙ INFLUENTI NEL CICLISMO SECONDO CYCLINGNEWS
50. Giovanni Lombardi (procuratore/agente di ciclisti)
Giovanni Lombardi, da corridore, era solito guidare Mario Cipollini durante gli sprint, ma la sua influenza e il suo potere sono accresciuti molto di più dal momento del suo ritiro dalle corse, quando è diventato procuratore e agente di corridori e soprattutto quando come cliente ha avuto Peter Sagan di cui tutt’ora cura gli interessi. La sua persona ha una certa influenza anche quando si parla di gare in Sud America.

Giovanni Lombardi: ex ciclista, ora procuratore/agente di ciclisti
49. Colin Strickland (corridore di gravel)
L’esplosione di una specialità come il gravel negli ultimi tempi ha posto alla ribalda della scena internazionale diversi nuovi atleti di questa disciplina. In testa al gruppo c’è Strickland che non è solo uno dei corridori di punta di questa disciplina, ma soprattutto un uomo forte in termini di sponsorizzazione e di marketing.
48. Tim Kerrison (capo allenatore, Team Ineos)
L’australiano è forse la figura chiave dei successi al Tour de France del Team Ineos (prima Team Sky), avendo personalmente curato la preparazione di Bradley Wiggins, Chris Froome e Geraint Thomas durante il percorso verso le loro maglie gialle. I suoi metodi di allenamento non solo hanno portato un enorme successo alla squadra britannica, ma hanno anche cambiato il modo in cui il Tour viene corso.
47. Eddy Merckx (ex ciclista)
L’influenza di Eddy Merckx è diminuita negli anni con l’età, ma un altro fattore in suo favore sono le relazioni instaurate con le gare del Medio Oriente. Egli rimane comunque un sinonimi di grandezza nello sport del ciclismo. Il suo nome è nella storia del ciclismo, tra i più grandi, se non il più grande, di sempre.

Eddy Merckx (foto A.S.O. / T. Maheux / A. Broadway)
46. Philippa York (giornalista)
Philippa York si era fatta conoscere nel mondo del ciclismo prima con il nome di Robert Millar: è stato uno dei più importanti ciclisti degli anni’80, classe 1958, scozzese, ha vinto anche tre tappe al Tour de France. Al termine della sua carriera professionistica nel 2003, qualche anno dopo si è scoperto che ha deciso di cambiare sesso di farsi chiamare Philippa York. Oggi la sua influenza va ben oltre il mondo del ciclismo. È portavoce della diversità, dell’inclusione e della comunità LGBTQi, qualcosa che trascende lo sport. Quando si tratta di scrivere analiticamente del suo sport, è una giornalista molto apprezzata e i suoi articoli appaiono sul Guardian, sul Rouleur e, anche sullo stesso Cyclingnews.

Philippa York, giornalista
45. Axel Merckx (manager, Hagens Berman Axeon)
È sempre stato ingiusto paragonare la carriera agonistica di Axel Merckx a quella del padre, ma il figlio ha costruito qualcosa di grande come tecnico e dirigente con la sua squadra Hagens Berman Axeon che negli anni ha lanciato al professionismo tanti campioni del WorldTour. Merckx ha effettivamente creato il progetto del team di sviluppo poi imitato e oggi diventato prassi per molte squadre che lavorano con i giovani.
44. Wout van Aert (ciclista, Jumbo-Visma)
Van Aert, nonostante qualche mese di appannamento, rimane sia un talento straordinario che una stella per le classiche.

Wour Van Aert vince la decima tappa del Tour de France 2019 (foto ASO)
43. Mike Sinyard (CEO, Specialized)
Potrebbero esserci marchi di biciclette più grandi sul mercato, ma Specialized rimane il marchio leader del mercato in diversi settori e la sua longevità deriva dal suo fondatore e CEO, Mike Sinyard. Il marchio americano fornisce le squadre professionistiche Bora-Hansgrohe, Deceuninck – Quick-Step e Boels Dolmans ed pioniera nello sviluppo di nuovi prodotti.
42. Jonathan Vaughters (manager, EF Pro Cycling)
Il controllo e la voce di Jonathan Vaughters possono non essere agli stessi livelli di dieci anni fa, ma l’americano rimane una pedina fondamentale di questo sport. EF Pro Cycling è la squadra americana più longeva in gruppo e l’acume per gli affari e la presenza sui social media di Vaughters lo elevano nella top 50 per Cyclingnews.
41. Remco Evenepoel (ciclista, Deceuninck-Quick-Step)
Pochi, se non nessuno, dei corridori Juniores sono passati direttamente al WorldTour con la stessa facilità di Evenepoel, che è senza dubbio uno dei prospetti più entusiasmanti del mondo. Il Belgio potrebbe finalmente avere il primo vincitore del Tour de France dal 1976? Chi lo sa? Ma Evenepoel si è affermato come atleta e persino come marchio in Belgio, con una propria linea di abbigliamento.

Remco Evenepoel, ciclista
40. Martijn Berkhout (agente di ciclisti e manager, SEG)
Berkhout fa parte della più grande agenzia nei Paesi Bassi SEG, e tra i suoi clienti figurano campioni come Daniel Martin, Niki Terpstra e Bauke Mollema. Ma sono il team SEG Racing, e il loro nuovo comparto di e-racing, che distinguono Berkhout dalla maggior parte degli altri agenti. Gestire un team di sviluppo apre nuove strade e opportunità per scovare e lanciare nuovi talenti, mentre l’elemento e-racing finirà un giorno per essere più di una semplice moda.
39. John Burke (presidente, Trek)
John Burke è presidente dell’azienda produttrice di biciclette Trek dal 1997 e, come afferma la sua biografia, “ha indossato molti cappelli”. Dopo l’era Armstrong, Burke ha portato avanti l’azienda e ora fornisce una sponsorizzazione a livello WorldTour sia per un team maschile che femminile. Il marchio innova dal punto di vista tecnologico.
38. Andrew McQuaid (agente di ciclisti)
Il direttore di Trinity Sports Management ha costruito un piccolo impero come agente di ciclismo, con un portfolio clienti che include Geraint Thomas, Rohan Dennis e Nicolas Roche. McQuaid – figlio dell’ex presidente dell’UCI Pat McQuaid – ha anche gestito il Team Wiggins prima che venisse chiuso, ma rimane il manager di Tom Pidcock. C’è anche un ramo che si occupa di organizzazione eventi nel business della Trinity, ma la forza di McQuaid è data dal fatto che ha rapporti di lavoro con numerosi team.
37. Veronica Ivy (sostenitrice dell’inclusione dei transessuali nello sport)
Una due volte campionessa del mondo master, la Dr. Veronica Ivy, precedentemente conosciuta come Rachel McKinnon, è un’atleta transgender e una sostenitrice dell’inclusione e della partecipazione di atleti transgender allo sport come diritto umano. Specialista in etica e professoressa di filosofia, la dottoressa Ivy ha fornito la sua prospettiva sulle donne transgender che gareggiano nello sport a un pubblico internazionale, ed è apparsa sul Washington Post e sul New York Times, oltre che su CBC Sports e Sky News.
36. Witold Banka (presidente, WADA)
L’ex atleta polacco ha recentemente sostituito Craig Reedie come presidente dell’Agenzia mondiale antidoping. Nell’ambito del ciclismo, l’antidoping è in continua evoluzione, con il trasferimento dei test dalla Cycling Anti-Doping Foundation alla International Testing Agency. La WADA può non avere una presa diretta sul ciclismo, ma stabilisce le regole da seguire per questo sport, e quindi Banka esercita un’influenza sulla sua credibilità.
35. Wouter Vandenhaute (Proprietario di Flanders Classics)
Vandenhaute è a capo di una delle organizzazioni di corse ciclistiche più redditizie del mondo, che dal 2010 gestisce il Giro delle Fiandre e altre classiche primaverili, vendendo tende VIP e altri pacchetti lusso per assistere alla corsa. Ha consegnato la gestione quotidiana dell’organizzazione al nuovo CEO Thomas Van den Spiegel, ma è ancora lui a prendere le decisioni più importanti, e la sua influenza nello sport belga nel complesso è aumentata di recente quando è diventato anche il presidente della storica squadra di calcio dell’Anderlecht.
34. Chloé Dygert (ciclista, Twenty20 Pro Cycling)
Il mondo del ciclismo ha grandi aspettative sulla Dygert come elemento futuro del ciclismo femminile e con buona ragioni: è la campionessa del mondo a cronometro in carica, è cinque volte campionessa del mondo in pista e il tutto a soli 23 anni. Ha conquistato la medaglia d’argento nell’Inseguimento a squadre ai Giochi Olimpici di Rio de Janeiro nel 2016 e ha l’obiettivo dichiarato di partecipare ai prossimi sei Giochi Olimpici.

Chloé Dygert Owen in azione al Campionato del Mondo Donne Elite a cronometro 2019 (foto SWpix)
33. Marc Madiot (manager, Groupama-FDJ & presidente, LNC)
Il carismatico ex vincitore della Parigi-Roubaix è il capo di una delle squadre più stabili del mondo del ciclismo, la FDJ che è title sponsor dal 1997, e che resterà almeno fino al 2024. Come presidente della Lega Ciclistica Francese (LNC), è una delle figure più influenti del ciclismo transalpino e la sua voce risuona anche su scala globale.
32. Ayesha McGowan (sostenitrice di una migliore rappresentanza delle donne di colore nell’industria della bicicletta)
Ayesha McGowan sostiene da anni una migliore rappresentanza delle donne di colore nell’industria della bicicletta, usando la sua voce per sostenere il messaggio a favore di una maggiore diversità all’interno dei marchi, delle organizzazioni, degli eventi, delle squadre e dei media di questo sport. McGowan è una ciclista professionista su strada per Liv Racing, ed è fonte di ispirazione, influenza e guida per la prossima generazione di donne afroamericane nel ciclismo.
31. Kathryn Bertine (ambasciatrice per l’uguaglianza nel ciclismo)
Kathryn Bertine è una sostenitrice dell’uguaglianza nel ciclismo e documentarista di Half The Road, che esplora la corruzione e il sessismo nello sport. Come attivista, Bertine ha dato vita a Le Tour Entier e, insieme a Marianne Vos, Emma Pooley e Chrissie Wellington, ha lanciato una petizione di successo inviata all’Amaury Sport Organisation (ASO) e Christian Prudhomme che chiedeva un Tour de France femminile. Con 97.307 firme, è nato La Course by Le Tour de France.
30. Eric Min (fondatore e CEO, Zwift)
Che ti piaccia o no, l’e-racing sarà una cosa. È già una cosa, con la pandemia di coronavirus che ne accelera la crescita. Prima ancora, l’UCI aveva annunciato un mondo elettronico, che sarà ospitato da Zwift. Ci sono numerose altre piattaforme che stanno spuntando, ma Min è a capo di quella che attualmente è la più grande, e non ha avuto paura di buttare soldi in giro per cementare il posto di Zwift come leader di mercato.
29. Principe Nasser bin Hamad Al Khalifa (proprietario, Bahrain McLaren)
Il membro della famiglia reale bahreinita è stato l’uomo che ha permesso la creazione della squadra Bahrain Merida nel 2017, ora Bahrain McLaren. Il finanziamento principale proviene da aziende statali, mentre il gruppo McLaren è a sua volta di proprietà del fondo sovrano bahreinita Mumtalakat. Al centro di tutto, a tirare le fila di uno dei più grandi team WorldTour, c’è il principe Nasser.

Sua Altezza lo Sceicco Nasser Bin Hamad Al Khalifa con la squadra Bahrain Merida 2017
28. Bonnie Tu (fondatrice, Liv Cycling & CFO, Giant Bicycles)
Bonnie Tu è l’investitore fondatore e il CFO di Giant Bicycles, nonché la forza trainante del marchio di biciclette da donna Liv. Tu è stata ispirata a intraprendere il Tour di Taiwan nel 2007 all’età di 57 anni e ha scoperto che la qualità e la disponibilità di abbigliamento specifico per donne era sorprendentemente carente. Da allora, la sua missione è stata quella di rendere il marchio Liv – gestito da donne per le donne – confortevole per le cicliste. Liv sponsorizza il team WorldTour CCC-Liv e 17 ambasciatrici indipendenti.
27. Gerry Ryan (proprietario, Mitchelton-Scott)
Pochi hanno plasmato un movimento ciclistico come nel caso di Ryan con il ciclismo australiano. Ryan è un uomo d’affari che ha iniziato a investire in questo sport all’inizio degli anni Novanta. Il progetto GreenEdge – ora noto come Mitchelton-Scott – è stato lanciato con il suo sostegno nel 2012 e lui ha versato milioni, soprattutto per amore, piuttosto che per un ritorno finanziario.
26. Alessandra Cappellotto (manager, CPA Donne)
La campionessa del mondo di ciclismo su strada del 1997 Alessandra Cappellotto è la responsabile della sezione femminile di Cyclistes Professionnels Associés (CPA), un’associazione internazionale che ha ricevuto il riconoscimento di rappresentaza dei ciclisti all’interno dell’UCI. In questo ruolo, Cappellotto ha un posto al tavolo del consiglio di amministrazione per discutere di importanti questioni riguardanti il ciclismo femminile con importanti stakeholder e con il presidente dell’UCI David Lappartient.

Alessandra Cappellotto, manager CPA femminile
25. Richard Plugge (manager, Jumbo-Visma & membro del consiglio di amministrazione, AIGCP)
Quando Rabobank ha lasciato il mondo dello sport nel 2012, l’ex giornalista Plugge è stato incaricato di raccoglierne l’eredità e, attraverso il supporto di Belkin, Blanco e LottoNL, ha trasformato la squadra olandese in una delle squadre leader del WorldTour. Fa anche parte del consiglio di amministrazione dell’associazione delle squadre professionistiche (AIGCP) e, senza paura di attaccare anche l’UCI, è una voce influente nella gestione del mondo dello sport.
24. Yozo Shimano (CEO, Shimano)
Shimano è di gran lunga l’azienda leader mondiale nella produzione di componenti per biciclette, fornendo gruppi a 14 dei 19 team WorldTour e mettendo sul piatto una percentuale simile di biciclette vendute in tutto il mondo. Con un fatturato annuo che supera i 3 miliardi di dollari, è un vero e proprio colosso. Yozo Shimano è presidente dal 2001, con notevoli successi tra cui l’ascesa del cambio elettronico Di2.
23. Mathieu van der Poel (ciclista, Alpecin-Fenix)
L’olandese – figlio di Adri van der Poel e nipote di Raymond Poulidor – è già una delle superstar del ciclismo mondiale e la sua carriera è ancora agli inizi. Il venticinquenne olandese è un vero fenomeno, capace di distinguersi su differenti terreni: strada, ciclocross e mountain bike. Tutto questo, combinato con il suo stile di corsa impulsivo, gli garantirà di essere uno dei primi ad attirare sponsor, fan e organizzatori di gare nel prossimo decennio.

Mathieu van der Poel in azione durante la stagione di ciclocross
22. Kelsey Erickson (SafeSport e direttore Anti-Doping, USA Cycling)
Kelsey Erickson sta mantenendo al sicuro lo sport del ciclismo attraverso il suo ruolo di direttore del SafeSport e dell’Anti-Doping presso USA Cycling, fornendo istruzione, servizi e consulenza attraverso il programma, che è stato adottato a modello anche da altre federazioni nazionali. Ha anche trascorso un decennio a lavorare nel campo dell’antidoping internazionale e ha sviluppato interventi educativi e politiche e procedure di denuncia.
21. Annemiek van Vleuten (ciclista, Mitchelton-Scott)
È la campionessa del mondo in carica tra le Donne Elite e una delle atlete più versatili del gruppo femminile attuale, grazie alla sua potenza a cronometro, alle doti di scalatrice e alla capacità di indovinare audaci e vittoriosi attacchi in solitaria che entreranno diritti nei libri di storia del ciclismo. È una leader sia all’interno che all’esterno del gruppo, spesso in prima linea nella lotta contro sulle disuguaglianze e per promuovere un cambiamento positivo nel ciclismo femminile con più dirette TV , gare più importanti e stipendi migliori.

Il podio della Omloop Het Nieuwsblad femminile 2020
20. Bob Stapleton (presidente-direttore generale, USA Cycling)
L’ex proprietario della squadra HTC-Highroad può essersi allontanato dalla gestione quotidiana di una squadra, ma questo non significa che non sia coinvolto in questo sport. Ora è il presidente di USA Cycling e ha anche un posto anche al tavolo del comitato direttivo dell’UCI.
19. Julian Alaphilippe (ciclista, Deceuninck-Quick-Step)
La scorsa estate Julian Alaphillipe si è trasformato da corridore di classiche in un serio contendente al Tour de France, riaccendendo le speranze di un’intera nazione che si è innamorata di lui. Se Alaphillipe riuscirà a porre fine al lungo digiuno di vittorie della Francia al Tour, sarà immortale per sempre.

Julian Alaphilippe indossa la maglia gialla (foto A.S.O. / Pauline Ballet)
18. Sylvan Adams (proprietario, Israele Start-Up Nation)
Adams ha costruito il suo patrimonio milionario nel settore immobiliare ed è stato una figura fondamentale per portare il Giro d’Italia in Israele nel 2018. La sua squadra WorldTour Israel Start-Up Nation ha un roster modesto al momento, ma già si parla di una trattativa in atto per assicurarsi in futuro le prestazioni del leader del Team Ineos Chris Froome; è chiaro che Adams ha l’intenzione e il desiderio di costruire una delle squadre di ciclismo più forti del mondo.
17. Marianne Vos (ciclista, CCC-Liv)
La carriera ciclistica professionistica di Marianne Vos abbraccia 14 anni e 12 titoli mondiali in tre discipline: strada, ciclocross e pista. Anche se si è presa una pausa di due anni, è tornata lentamente a mostrare il suo stile vincente, anzi dominante, che ha affascinato i fan e ha portato il ciclismo femminile ad un pubblico mainstream per oltre un decennio. È una leader naturale che guida, ispira e suscita rispetto fissando i più alti standard di professionalità ed è per queste ragioni che è stata eletta come membro della Commissione Atleti UCI e come rappresentante delle cicliste nella Commissione Strada dell’UCI.

Marianne Vos vince la seconda tappa del Ladies Tour of Norway
16. Jim Ratcliffe (proprietario, Team Ineos)
Gli interessi commerciali del proprietario di Ineos possono aver subito un colpo negli ultimi tempi, ma Ratcliffe rimane un “player” estremamente potente nel mondo del ciclismo e dello sport mondiale. Dirige la squadra più ricca del ciclismo e può permettersi di pagare tre vincitori del Tour, quando alcune squadre non possono permettersene nemmeno uno. Con le sue risorse economiche può controllare efficacemente il ciclomercato.
15. Giuseppe Acquadro (agente di ciclisti)
Pochi, se non nessuno, degli agenti di ciclismo esercitano tanto potere quanto Acquadro. L’italiano ha una lista di clienti che include l’ultimo giovane vincitore del Tour de France Egan Bernal (Team Ineos), e numerosi altri ciclisti di alto profilo del gruppo. È considerato il super-agente del ciclismo e con i suoi clienti può vincere tutte le principali classiche del mondo e i tre Grandi Giri.
14. Mauro Vegni (direttore, Giro d’Italia)
Mentre ASO è l’indiscussa dominatrice in campo organizzativo ad alto livello, gli omologhi italiani di RCS Sport sono sicuramente al secondo posto nella classifica degli organizzatori di gare ciclistiche. L’organizzazione milanese gestisce il Giro d’Italia, la Milano-Sanremo, Il Lombardia, la Tirreno-Adriatico, la Strade Bianche e una serie di altri eventi alla cui testa troviamo sempre Mauro Vegni.

Mauro Vegni, direttore del Giro d’Italia
13. Chris Froome (ciclista, Team Ineos)
Chris Froome è più vicino alla fine della sua carriera che non all’inizio e non vince un Grande Giro dal 2018, ma il quattro volte vincitore del Tour de France ha già un posto fisso nella storia del ciclismo grazie alla sua impareggiabile carriera nelle corse a tappe a partire dal 2011. Non è ancora chiaro se il suo futuro sarà ancora col Team Ineos, ma resta il fatto che in qualsiasi altra squadra del WorldTour dovesse andare, migliorerà la loro rosa.

Chris Froome vince il suo quarto Tour de France
12. Christian Prudhomme (direttore del Tour de France)
Ex giornalista, Prudhomme è il volto di ASO e della potente organizzazione del Tour de France. Da quando è subentrato a Jean-Marie Leblanc, ha diretto diverse manifestazioni, ma il Tour rimane il cuore pulsante di questa organizzazione.

Christian Prudhomme alla presentazione del percorso della Parigi-Nizza (foto Aso/B.Bade DR)
11. Iwan Spekenbrink (manager, Team Sunweb & Presidente, AIGCP)
Spekenbrink è stato in grado di fare quello che molti altri responsabili di squadre WorldTour non sono riusciti a fare, ovvero di gestire un’operazione di successo che portasse alla formazione di una squadra che comprendesse uomini, donne e Under 23. Per di più, lo ha fatto senza un budget spropositato. La sua influenza è filtrata anche nell’AIGCP e dentro Velon, e si è posizionato come uno dei principali protagonisti di questo sport.
10. Lance Armstrong (ex ciclista, squalificato)
C’è stato un tempo in cui Armstrong era più grande del ciclismo professionistico stesso, ma una squalifica a vita e la vergogna per le ammissioni di assunzione di sostanze dopanti che hanno portato alla cancellazione dei suoi sette titoli al Tour hanno messo fine a tutto. Tuttavia, il texano – che piaccia o no – ha ancora una forte influenza oggi, anche se di tipologia diversa. Quando parla, lo ascoltiamo e in termini di celebrità e infamia, non ha ancora eguali.

9. Iris Slappendel (co-fondatrice, The Cyclists’ Alliance)
Considerata la Billie Jean King del ciclismo – e non solo da Outside Magazine – Iris Slappendel ha la missione di cambiare la cultura di questo sport in modo che le donne possano intraprendere una carriera in un ambiente sicuro, con pari diritti, opportunità e uno stipendio consono. È la co-fondatrice di The Cyclists’ Alliance – un’associazione di cicliste che ha l’obiettivo di stabilire l’equità per le donne nel mondo del ciclismo, attraverso una gamma di servizi di supporto.
8. Justin Williams (corridore e proprietario della squadra)
Il potere e l’influenza si possono esercitare in una grande varietà di forme. Dopo che gli sono state negate delle opportunità, Justin Williams ha creato da solo il suo percorso all’interno del mondo dello sport e con determinazione, abilità nel superare anche gli ostacoli più difficili. La sua squadra, la Legion of Los Angeles, è diventata un’ispirazione per una generazione di atleti afroamericani e neri e la sua lotta per rimediare alla disuguaglianza nel ciclismo è un faro per migliorare il mondo dello sport anche in termini di uguaglianza.
7. Amina Lanaya (direttore generale, UCI)
Nei suoi 14 anni di carriera all’UCI, Amina Lanaya è passata dal ruolo di capo dei servizi legali a diventare il primo direttore generale donna del massimo organo di governo del ciclismo. Supervisiona quotidianamente le operazioni commerciali – dai calendari delle gare, al marketing, alla comunicazione e alle finanze – ma ha anche l’obiettivo dichiarato di portare la parità di genere tra gli atleti, nella governance del ciclismo e presso la sede dell’UCI.
6. Egan Bernal (ciclista, Team Ineos)
Il colombiano è il campione in carica del Tour de France e, a 23 anni, è probabilmente il corridore che ha dimostrato di avere le migliori qualità per dominare i Grandi Giri nel prossimo decennio. Non sorprende che Bernal sia legato alla squadra più vincente e potente del ciclismo – il Team Ineos – da almeno altre tre stagioni.

5. Peter Sagan (cavaliere, Bora-Hansgrohe)
Secondo il quotidiano sportivo francese L’Equipe, Sagan è ancora il ciclista più pagato al mondo, con uno stipendio stimato intorno ai 5,5 milioni di euro a stagione. Il tre volte campione del mondo avrà anche avuto una stagione “tranquilla” nel 2019, per quelli che erano i suoi standard, e ci sono corridori più giovani in arrivo, ma il leader Bora-Hansgrohe è ancora la star indiscussa della sua generazione.

Peter Sagan (foto BORA-hansgrohe/VeloImages)
4. Dave Brailsford (manager, Team Ineos)
Il controllo di Brailsford all’interno della British Cycling sarà anche finito, ma la sua presenza all’interno del ciclismo rimane solida. Dirige il Team Ineos, la squadra che ha avuto più successo nella storia recente del Tour de France, e la sua presa sulla maglia gialla non mostra alcun segno di cedimento. Lo scandalo dei Fancy Bears e le indagini dell’UKAD sulla sua squadra hanno forse buttato qualche ombra, ma in termini di risorse e di influenza come manager della squadra più importante del mondo, è in vantaggio rispetto agli altri.

Dave Brailsford, team manager del Team Ineos
3. Yann Le Moënner (CEO, ASO)
Le Moënner è stato il CEO di ASO per oltre un decennio, ed è stato determinante come il più grande organizzatore di eventi ciclistici al mondo, avendo diffuso le organizzazioni dell’Amaury Sport Organisation in Nord America, Medio Oriente, Asia e su nuovi mercati in Europa. Dopo Marie-Odile Amaury, è la persona più potente di ASO.
2. David Lappartient (presidente, UCI)
Come capo del massimo organo di governo del ciclismo mondiale, David Lappartient occupa la posizione più importante quando si tratta di prendere in considerazione la struttura e il futuro di questo sport. Le sue riforme avranno anche avuto dei contraccolpi dopo l’attuazione, ma è probabile che riceva un altro mandato di quattro anni nel 2021.

1. Marie-Odile Amaury (presidente, Groupe Amaury)
Marie-Odile Amaury è a capo del Groupe Amaury – una ricca azienda familiare fondata da Emilien Amaury e successivamente gestita dal suo defunto marito (figlio di Émilien), Philippe Amaury. Il ciclismo è il suo obiettivo primario, con l’Amaury Sport Organisation (ASO) che gestisce il Tour de France insieme a due delle cinque classiche “Monumento” del ciclismo, la Parigi-Roubaix e la Liegi-Bastogne-Liegi. Di recente hanno acquisito anche il controllo completo della Vuelta a España.
Amaury e i suoi due figli, Aurore e Jean-Etienne – appena nominati amministratori delegati congiunti del Groupe Amaury – possiedono il 100% della società. Questa famiglia è intrisa di tre generazioni di potere e di influenza nel mondo del ciclismo. Ne hanno così tanto che sono stati criticati per aver monopolizzato lo sport e non averne condiviso la ricchezza. Questa percezione di feroce determinazione a proteggere il loro patrimonio – che è più evidente nelle altre iniziative dell’azienda – detta in modo efficace l’economia del ciclismo professionistico, ed è comportamento che viene impostato dall’alto.

Marie-Odile Amaury, presidente di ASO