Angelo Matteo Petris, da Montereale Valcellina al Kentucky: il talento friulano che corre e studia in America
Un volo dall’Italia al Kentucky per inseguire il sogno del ciclismo senza trascurare gli studi. È la scelta di Angelo Matteo Petris, classe 2006 di Montereale Valcellina, che grazie a una borsa di studio ottenuta per meriti sportivi e scolastici è approdato alla Lindsey Wilson University, dove studia ingegneria meccanica e corre con la squadra ciclistica del college.
Dalle piscine al ciclismo
Il percorso sportivo di Petris non è iniziato in sella a una bici, bensì in piscina: “Ho iniziato la mia carriera nel nuoto, a livello agonistico, vincendo anche alcuni titoli regionali. A sei anni ho deciso, insieme a mio padre, di provare il triathlon: da lì è nata la mia avventura nel ciclismo”, racconta.
Le prime pedalate arrivano con la Società Ciclistica Fontanafredda. Poi il passaggio al Gruppo Sportivo Caneva, sotto la guida di Nunzio Cucinotta, con compagni di allenamento come Davide Stella e David Zanutta. È qui che Angelo conosce per la prima volta un approccio professionale: “Ci allenavamo quasi tutti i giorni con programmi specifici. Ho iniziato a ottenere i primi piazzamenti, vincendo alcune classifiche generali sui traguardi volanti e sui gran premi della montagna, oltre a titoli regionali su pista.”
Gli anni da junior, sempre al Caneva, sono segnati da infortuni che ne frenano la continuità, ma non mancano soddisfazioni: un paio di titoli regionali su pista e allenamenti al velodromo di Montichiari con la nazionale. Successivamente il trasferimento alla Gaiaplast Bibanese, fino alla chiamata dagli Stati Uniti: “Da gennaio ero in contatto con un coach americano. Grazie anche ai miei risultati scolastici, ho ottenuto una borsa di studio per venire qui.”
Un sistema sportivo diverso
Negli USA Petris ha scoperto un mondo nuovo: “Qua non si gareggia per club o nazioni, ma per università. La squadra ciclistica dispone di fisioterapisti, osteopata, massaggiatori, nutrizionista e biomeccanico. Tutto è molto organizzato, anche sul piano scolastico: il piano di studi viene progettato in base alle nostre esigenze e i professori vengono avvisati direttamente dal coach quando dobbiamo assentarci per le competizioni.”
Il calendario è intenso e variegato: pista a settembre, mountain bike per un mese e mezzo, poi BMX e ciclocross, fino alla stagione su strada da febbraio a maggio. Ogni specialità ha i suoi campionati nazionali, ospitati dalle università più attrezzate, con trasferte spesso impegnative in auto o in aereo.
L’impatto con la nuova realtà
“All’inizio è stato complicato – ammette Petris – soprattutto per la lingua: conoscevo l’inglese, ma pensare e parlare solo in una lingua straniera è stato difficile. Fortunatamente sono arrivato una settimana prima delle lezioni e mi sono ambientato.”
In squadra l’integrazione è stata più semplice: allenamenti, pranzi e cene condivise hanno favorito lo spirito di gruppo. Le prime gare sono state molto stimolanti: “Ero arrivato convinto che il livello non fosse molto alto, ma invece ho trovato avversari esperti, anche trentenni che corrono a livello universitario. È stata più dura del previsto, ma i coach sono consapevoli che il primo anno serve ad ambientarsi.”
Ringraziamenti e obiettivi
Petris non dimentica chi lo ha sostenuto: “Ringrazio tutti i miei allenatori, i miei genitori che fanno grandi sacrifici, i miei zii e i miei nonni che soffrono la distanza ma stanno imparando a usare la tecnologia per comunicare con me.”
Il futuro è già chiaro nella sua testa: “Voglio fare molto bene la stagione su strada e provare a vincere qualche maglia nei campionati nazionali su pista. Abbiamo già iniziato a lavorare per colmare le lacune con i miei avversari e sono sicuro che ci saranno miglioramenti.”
Dalla Valcellina al Kentucky, il percorso di Angelo Matteo Petris è appena iniziato. Un’avventura fatta di sport e studio, sacrificio e sogni che corrono veloci, proprio come le sue ruote.
Servizio a cura di Luigi Colombo