Ciclismo: i soprannomi più strani e famosi dei campioni
“Lo squalo”, “Il grillo”, “Il tasso”, ma anche “il cannibale”, “La farfalla di Maastricht” e molti altri ancora. Sono i soprannomi di alcuni dei corridori che hanno fatto la storia del ciclismo del passato e del presente. Andiamo a conoscere l’origine di questi appellativi e quali sono i più divertenti della storia delle corse in bicicletta.
Un palmares che parla di 5 Tour e 3 Giri d’Italia con due doppiette, 2 Vuelta, 9 trionfi nelle classiche monumento e 1 mondiale. E tutto questo con un fisico non eccezionale che gli è valso il soprannome di “tasso”. Stiamo parlando di Bernard Hinault, corridore francese classe 1954 che in carriera riuscì a collezionare 200 vittorie, 27 delle quali al Tour de France. Forse il miglior ciclista transalpino di tutti i tempi.
All’antitesi della potenza e della forza del tasso c’è la classe della farfalla. Passiamo al ciclismo contemporaneo per parlare della “farfalla di Maastricht”, ossia Tom Dumoulin, vincitore dell’ultima edizione del Giro d’Italia. Il ciclista olandese deve il soprannome all’eleganza della sua pedalata e all’apparente assenza di sforzo con cui affronta le cronometro e le salite più dure. Un vero e proprio campione di classe.
Paolo Bettini è stato uno degli atleti più vincenti della storia del ciclismo tricolore. Professionista dal 1997 al 2008, il “grillo” livornese era un fenomeno nelle corse di un giorno, specialità in cui ha vinto un oro olimpico ad Atene 2004, il campionato del mondo nel 2006 e nel 2007 e molte grandi classiche. Oltre a vittorie in tappe in linea dei 3 grandi giri. Dal 2010 al 2013 ha anche ricoperto il ruolo di commissario tecnico della Nazionale Italiana. Soprannominato il “grillo” per la rapidità nello scatto e per l’attività incessante durante le varie fasi della corsa.
Non poteva mancare un soprannome al ciclista italiano più forte degli ultimi anni. Stiamo parlando di Vincenzo Nibali, ribattezzato fin da dilettante come “lo squalo dello stretto” o più semplicemente “lo squalo” per il suo modo di correre sempre all’attacco e per le sue origini messinesi. Professionista dal 2005, è un ottimo scalatore e un maestro nella discesa. Doti che gli hanno permesso di vincere 2 Giri d’Italia, un Tour de France, una Vuelta e due Giri di Lombardia.
Squalo, tasso, farfalla, grillo: una serie di soprannomi legati al mondo animale per rappresentare le doti di questi campioni delle due ruote. Un’usanza che accomuna il ciclismo agli altri sport dove spiccano nickname come Tiger Woods, un appellativo talmente iconico da far credere che Tiger sia il nome di battesimo. Non mancano, tra i soprannomi nello sport, altri esempi di questo tipo. Due su tutti: “la pulce atomica” Lionel Messi e “the great white shark”, l’ex tennista Greg Norman.
Torniamo al mondo delle due ruote per parlare del più grande di tutti i tempi, “il cannibale” Eddy Merckx. Molto curiosa l’origine del suo soprannome: il ciclista francese Christian Raymond si lamenta a tavola che Merckx non lascia agli altri neanche le briciole e vuole vincere sempre. La figlia lo sente ed esclama “Ma allora è proprio un cannibale!”. Aveva ragione. Il ciclista belga a fine carriera avrà messo in bacheca 5 Tour de France, 5 Giri d’Italia e una Vuelta, oltre a 4 campionati del mondo su strada e 29 classiche, tra cui spiccano le sette Milano-Sanremo.
Alla nostra collezione di soprannomi non poteva mancare un velocista. Uno dei più vincenti del ciclismo moderno, talmente potente allo sprint da essere rinominato “cannonball”, palla di cannone. Il suo nome è Mark Cavendish e la sua bacheca parla di 3 titoli mondiali su pista, uno in linea nel 2011 e 48 vittorie di tappa nei grandi giri.
(Photo by Andrea Pellegrini / CC BY 3.0)