Non bastano gli anni, le edizioni, le esperienze accumulate per trasformare un evento in una grande classica: ci vuole qualcosa in più. E quando quel qualcosa c’è, si sente: domenica 22 giugno, il rombo, il boato del pubblico di Val di Sole, raccolto a Daolasa per lo spettacolo del Cross Country delle WHOOP UCI Mountain Bike World Series, ha raccontato meglio di ogni altra cosa il perché questa valle trentina sia diventata una delle capitali mondiali del fuoristrada, amata e celebrata da tutti i più grandi protagonisti in quasi 20 anni di storia ai massimi livelli.

La domenica di Daolasa ha offerto duelli e assoli, sorrisi e delusioni, in quattro gare sotto un sole cocente, su un percorso asciutto e polveroso che ha fatto, come sempre, emergere fino in fondo i valori in campo. Più chiaro lo spartito della gara élite femminile, in cui Puck Pieterse (Alpecin-Deceuninck) ha confermato una superiorità già evidenziata nello short track del venerdì, più tattica la sfida maschile, che fra allunghi e avvicendamenti al vertice ha premiato Martin Vidaurre (Specialized), primo cileno nella storia ad aggiudicarsi una gara élite del massimo circuito.

L’applauso più grande, tuttavia, il pubblico di Val di Sole lo ha dedicato a Luca Braidot (Wilier-Vittoria), protagonista dalla prima all’ultima curva di un’ora e mezza di gara vissuta con il coltello fra i denti, e in cui ha osato rischiare di perdere per sognare di vincere davanti ai tifosi di casa, che hanno cercato fino in fondo di spingerlo verso l’obiettivo. Un errore al penultimo giro ha trasformato un podio possibile in un quarto posto con una punta di amarezza, a soli otto secondi dal terzo gradino. Ma il friulano ha già dato l’appuntamento: ci riproverà nel 2026, quando in palio ci sarà la maglia iridata.

Ma in questa domenica c’è stata anche un’Italia vincente: è quella di Valentina Corvi (Canyon CLLCTV) e Sara Cortinovis (Ghost Factory Racing), prima e terza rispettivamente nella prova Under 23 che ha aperto la giornata: un risultato che vale ancora di più considerando che la vincitrice valtellinese era al rientro alle gare dopo un serio infortunio nella prima parte di stagione.

Val di Sole manda in archivio un’edizione fra le più belle nella memoria recente, premiata dai complimenti degli addetti ai lavori e dall’entusiasmo dei 22.000 appassionati che hanno assistito allo show nei tre giorni di gara. Il miglior viatico per iniziare una nuova avventura iridata: il cammino verso i Campionati del Mondo di Val di Sole 2026 (26-30 Agosto) comincia domani.

VIDAURRE TROVA LA GIORNATA PERFETTA IN VAL DI SOLE

In tanti attendevano il duello tra la leggenda Nino Schurter e il dominatore di Coppa del Mondo Chris Blevins, ma in una giornata in cui – oltre alle gambe – serviva saper osare, il più forte è stato il Martin Vidaurre, che quattro anni fa a Daolasa aveva vinto un titolo Mondiale U23.

Per il cileno è arrivata la prima vittoria in Coppa del Mondo Elite (per lui e per il suo Paese) ma soprattutto la consapevolezza di poter recitare una parte da protagonista anche nei prossimi anni. Alle spalle dell’atleta della Specialized Racing altri due nomi emergenti di questa prima parte di stagione, il francese Mathis Azzaro (Origine Racing) e l’elvetico Fabio Puntener, e un’Italia che convince, con Luca Braidot (Wilier-Vittoria), quarto dopo una gara testa a testa con i più forti, e il Campione Europeo Simone Avondetto (Wilier-Vittoria), nono all’arrivo e autore di una rimonta poderosa nella seconda metà di gara.

Proprio Braidot ha regalato emozioni fortissime al numeroso (e fragoroso) pubblico di Daolasa con un’interpretazione di gara tutta all’attacco. È stato proprio il friulano a dare il primo scossone al gruppo dei migliori in compagnia dell’elvetico Filippo Colombo, con il duo Cannondale formato da Martin e Aldridge all’inseguimento.

Dopo metà gara sono saliti in cattedra, prima Azzaro, con un’azione molto incisiva nel corso del sesto giro, e successivamente Vidaurre, mentre Colombo è stato frenato da una foratura. Il campione cileno ha rimontato posizioni, tra il sesto e il settimo passaggio, superando Braidot e riprendendo Azzaro.

Un’azione che non ha lasciato scampo agli avversari, travolti dalla giornata di grazia del talentuoso sudamericano. Alle sue spalle, Azzaro ha tenuto agevolmente la seconda piazza mentre un errore di Braidot al termine della penultima tornata ha spianato la strada della top-3 a Puntener, nonostante l’inseguimento con le ultime forze rimaste.

Alle spalle di Vidaurre, Azzaro, Puntener e Braidot, Charlie Aldridge (Cannondale) ha chiuso la top-5. Ottavo il leader di Coppa del Mondo Blevins, proprio davanti ad Avondetto; tredicesimo il Campione del Mondo Hatherly, quattordicesimo Schurter.

“È incredibile: amo l’Italia, adoro la sua gente, mi hanno dato grande energia oggi,” ha dichiarato il vincitore. “Conservo ricordi bellissimi del Mondiale U23 vinto nel 2021. Per tutta la gara mi sono detto ‘ce la puoi fare’, ho continuato a spingere e ho centrato l’obiettivo. Sono felicissimo, anche per la mia gente e il mio Paese: avevo grande bisogno di una vittoria come questa.”

“Sapevo di stare bene, anche se non credevo fino a questo punto,” ha ammesso Luca Braidot. “Se avessi corso accontentandomi di salire sul podio ci sarei arrivato, ma io ho voluto provare a vincere davanti a questo pubblico fantastico. Ho fatto un po’ troppa fatica nella prima metà di gara perché Colombo continuava a strappare. Nel finale ho fatto un errore, e lì ho perso il podio. Ci riproverò l’anno prossimo, con in palio la maglia iridata.”

Blevins resta saldamente in testa alla Coppa del Mondo XCO con 1282 punti, davanti a Vidaurre (952) e Koretzky (866).

Tra gli U23, successo per l’olandese Rens Teunissen Van Manen (KMC Ridley) davanti all’elvetico Finn Treudler (CUBE Factory) e al tedesco Benjamin Kruger. Quindicesimo il primo degli italiani, Elian Paccagnella (Wilier-Vittoria).

GLORIA ANCHE PER L’ITALIA: IL TRICOLORE DI VALENTINA CORVI SVETTA TRA LE DONNE U23

È arrivata anche una prima gioia azzurra nell’ultima giornata delle WHOOP UCI Mountain Bike World Series in Val di Sole. Merito di Valentina Corvi, vincitrice della gara donne U23 al termine di una prova dominata dal primo all’ultimo giro.

In maglia di Campionessa d’Italia, la rider lombarda (Canyon CLLCTV), al rientro alle competizioni a causa della rottura della clavicola a inizio maggio, ha conquistato la prima affermazione in Coppa del Mondo, lasciandosi alle spalle l’elvetica Fiona Schibler, distanziata di 30”, e un’altra azzurra, Sara Cortinovis (Ghost Factory), terza a 52”.

Corvi e Cortinovis hanno imposto un ritmo serrato alla gara sin dai primi passaggi, con la francese Olivia Onesti (BH Coloma) prima inseguitrice. Tuttavia, nel corso del terzo giro, il ritmo di Valentina Corvi si è rivelato duro da digerire anche per Sara Cortinovis, che ha iniziato a perdere terreno pedalata dopo pedalata, mentre alle loro spalle ha iniziato una bella rimonta la svizzera Schibler.

Nel corso del quarto passaggio, con Valentina Corvi già involata verso il successo finale, Schibler ha iniziato a guadagnare terreno su Cortinovis, fino al definitivo ricongiungimento avvenuto in vista del giro conclusivo. L’elvetica è stata abile a mettersi dietro Sara Cortinovis nell’ultima tornata: niente doppietta italiana, quindi, ma restano le emozioni di un successo che proietta Valentina Corvi tra le atlete di riferimento anche in vista dei Campionati del Mondo di Valais 2025.

“Sono felicissima” – ha dichiarato Valentina Corvi. – “Ero al rientro da un infortunio ed è arrivata subito questa vittoria nella gara di casa. Siamo ancora al mattino ma il pubblico si è fatto sentire tantissimo ed è stato fondamentale. Sia io che Sara (Cortinovis) abbiamo cercato di spingere al massimo e far emozionare i nostri tifosi. Val di Sole è unica: il pubblico, il rumore delle motoseghe, tutte cose che puoi trovare soltanto qui.”

“E’ veramente speciale aver disputato una gara così bella in Val di Sole, peccato aver perso il secondo posto, ma sono contenta per Valentina: ha meritato questo successo ed è bellissimo aver dato motivo per gioire a questo pubblico”, il commento di Sara Cortinovis.

Credits: Giacomo Podetti