TREVISO (TV) – Tutto iniziò una fredda domenica di dicembre, alla partenza di una ciclocampestre a Castelfranco Veneto quando Lazzaro Bortoletto, Giovanni Garatti e Francesco Zanchetta si presentarono ai nastri di partenza senza tessera. «Quale società rappresentate?», fu chiesto dagli organizzatori. «L’Unione Ciclisti Trevigiani», rispose per tutti Zanchetta. Gareggiarono con una maglia color nero, con la scritta U.C.T. sul davanti.

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Da quest’episodio sono trascorso 110 anni, durante il quale l’UC Trevigiani è diventata un simbolo del pedale nazionale, tanto che ha ricevuto dal Coni i massimi riconoscimenti a cui una società sportiva può ambire: la Stella d’Oro nel 1967 e il Collare d’Oro nel 2014.

La consegna del Collare d’Oro nel 2014

La consegna del Collare d’Oro nel 2014

L’Unione Ciclisti Trevigiani è stata attiva per numerose stagioni nella categoria dilettanti prima, in quella Elite/Under-23 poi. Hanno vestito la divisa della squadra, nel corso della ormai centenaria storia, tra gli altri, atleti come Adolfo Grosso, Giovanni Roma, Giovanni Pinarello (che poi è stato presidente) Aurelio Cestari, Pietro Zoppas, Vendramino Bariviera, Guido De Rosso.

Negli anni recenti la squadra, ha vinto un campionato del mondo su strada Under-23, con Francesco Chicchi nel 2002, un campionato del mondo di Under-23 con Enrico Franzoi nel 2003 e tre Giro d’Italia Dilettanti Under 23 con Roberto Sgambelluri (1996), Raffaele Ferrara (2000) e Mattia Cattaneo (2011). Hanno vestito la divisa bianconerazzurra anche ciclisti come Franco Pellizotti, Alessandro Ballan, Giacomo Nizzolo, Marco Coledan, Filippo Zana, Luca Colnaghi, settimo al Mondiale Under 23 del 2021 a Lovanio, nelle Fiandre.

Nel 2010 il gruppo sportivo si fonde con la Bottoli, Nordelettrica-Ramonda,  dando vita alla Trevigiani-Dynamon-Bottoli. Nel 2014 la formazione acquisisce la licenza di Uci Continental Team, diventando MG.K Vis-Wilier-Trevigiani-Norda, e spostando da Treviso sia sede (a Bonemerse) che attività sportive (a Pozzonovo), queste ultime passate in mano a Marco Milesi. Risale allo stesso 2014 la storica partecipazione del team alla cronometro a squadre dei campionati del mondo di Ponferrada, conclusa al 25º posto su 29 formazioni al via.

Nel 2015 MG.K Vis passa a sponsorizzare la marchigiana Vega-Hostand; la squadra prende perciò la denominazione Unieuro-Wilier-Trevigiani grazie all’ingresso in società della catena Unieuro. Nel 2016 la formazione ottiene quindici vittorie, affermandosi nel panorama Continental europeo e come miglior squadra italiana di categoria. Nel 2017, a seguito della fusione con il gruppo sportivo bulgaro Hemus 1896, la squadra assume licenza Continental bulgara e la denominazione Unieuro Trevigiani-Hemus 1896.

Nel 2019, con l’abbandono di Hemus 1896, avviene la fusione con la marchigiana Sangemini-MG.Kvis, formando la Sangemini Trevigiani MG.K Vis, nuova formazione di categoria Continental che raccoglie l’eredità dello storico team Trevigiani. Il sodalizio si conclude a fine 2020; dal 2021 la società è nuovamente attiva con una propria squadra Elite/Under-23 denominata U.C. Trevigiani Campana Imballaggi Geo&Tex 2000.

Nel 2021 la società torna a Treviso con la Uc Trevigiani Energiapura Marchiol. Due sono le vittorie: Matteo Baseggio vince la notturna a Osio di Sotto, Emanuele Onesti a Sona.

Il team del 2023

Sono 18 gli atleti che andranno a comporre la squadra per la stagione 2023 per il 110° anno di storia della società Uc Trevigiani Energiapura Marchiol.

Oltre alle conferme di Matteo Baseggio, Marco Cao, Giacomo Cazzola, Maurizio Cetto, Riccardo Chesini e Andreas Presti, la rosa dei 13 innesti comprende ragazzi provenienti da diversi team e regioni d’Italia.

I nomi di spicco sono Matteo Zurlo e Cristian Rocchetta che nella stagione 2022 si sono fatti notare grazie alle loro prestazioni: per il passista scalatore Zurlo il Trofeo Città di Conegliano e il Giro delle Due Province sono stati i suoi fiori all’occhiello, mentre il velocista Rocchetta ha esultato alla Coppa Caduti Nervianesi oltre a numerosi podi durante l’annata.

Articolo di Sandro Bolognini