Il nostro mondo vive di mode, di parole magiche che evocano mondi e possibilità. E questo riguarda tutti i settori espressivi: spesso ci si conforma a una tendenza in particolare perché piace, perché è diffusa, perché tutti la conoscono e la giudicano in modo positivo.

E questo è il momento dello storytelling. La “narrazione di una storia” riguarda tutto il campo dell’intrattenimento, e le persone amano questa modalità espressive: essere condotti per mano all’interno di un argomento, in modo da raccontarlo dall’interno. E questo è ciò che ha caratterizzato la recente produzione di Netflix, di cui la serie Tour de France 2022 fa parte.

Il mondo del ciclismo

Tradizionalmente il ciclismo è uno sport che attira un gran numero di appassionati, sin dai tempi eroici di leggende quali Coppi, Gimondi e Pantani. E gli italiani amano la bicicletta, che dietro a sua maestà il calcio rientra comunque nelle 5 discipline più praticate in Italia con quasi due milioni di praticanti e oltre 111.000 atleti amatoriali e professionisti tesserati dalla Federazione Ciclistica Italiana.

Una popolarità enorme che si riflette anche nelle scommesse, dove le scommesse di ciclismo con William Hill sono uno dei settori preferiti dai giocatori nel popolare portale di betting online. Si può capire da questi numeri – che fotografano una situazione diffusa in tutta Europa – come mai il progetto della serie possa essere di successo.

Dalla realtà al video

Netflix non è nuova a questo tipo di produzioni: la serie dedicata al popolarissimo evento sportivo del Tour de France sarebbe solo un’ennesima versione di un format collaudato che ha spopolato sul famoso canale online, e ha visto in Drive to Survive, che copriva il mondo della Formula Uno, una delle produzioni più seguite.

In fondo, dopo automobilismo, golf, tennis e surf, anche il ciclismo poteva svolgere una sua parte importante sulla programmazione del portale, e il pubblico apprezza questo tipo di narrazione. I veri fan di uno sport amano il “dietro le quinte.” Che è la parte che più affascina l’esperto: ogni performance sportiva di alto livello non nasce dall’estro, ma da una preparazione attenta e meticolosa che riguarda l’atleta ma non solo. Tutte le attrezzature sono scelte e calibrate con cura minuziosa, così come il team di supporto che segue l’atleta – e tutto questo viene mostrato in questi documentari.

La serie Tour de France 2022 e le sue ricadute

Netflix ha messo su una produzione con Box to Box Productionsil produttore di Drive to Survive, in collaborazione con France Télévisions. La serie Tour de France 2022 prevede 8 episodi da 45 minuti, girati seguendo 8 tra le squadre più importanti che partecipano a una delle competizioni ciclistiche più belle e famose al mondo.

L’impatto di questa nuova serie su questa “macchina” ciclistica che già di suo funziona egregiamente, non è di sicuro economico: le offerte economiche della rete per seguire le diverse squadre sono quello che è stato definito “noccioline” dai team – ma il vero impatto è quello mediatico. L’esposizione della gara e dei suoi partecipanti a un pubblico più ampio produce effetti a cascata enormi e difficilmente calcolabili a priori.

Ma è piuttosto logico prevedere un effetto importante sull’immagine degli sponsor. Se parliamo dei numeri della serie apripista, ovvero Drive to Survive, si parla di circa 70 milioni di spettatori per ogni Grand Prix nel 2021 – con numeri che si alzavano quando la situazione diventava controversa (per esempio, un pilota come Verstappen non ha mai gradito le intrusioni della troupe, e non ha mai fatto mistero di questa sua avversione).

In sintesi, questi nuovi format televisivi stanno portando lo storytelling – in stile Grande Fratello – all’interno dello sport professionistico, e sebbene alcuni protagonisti non gradiscano, sembra che ormai la via sia tracciata. È molto probabile che questo genere di produzioni diventi sempre più popolare in futuro, e che il ciclismo, come altri sport, dovrà limitarsi a prenderne atto, e a mettersi in posa.