BERGAMO (BG) – Il più vincente? Stefano Locatelli con 36 successi davanti a Simone Consonni con 31. Sempre Locatelli è il top performer con 13 centri in un anno, era il 2006. L’anno migliore per il team? Il 2016 con ben 68 affermazioni. In totale sono state 791 le vittorie (667 tra i Dilettanti, 119 tra gli Juniores, 5 al femminile). A tagliare per primi il traguardo 146 diversi atleti. 5 i titoli Mondiali (Chiara Mariani, Pippo Ganna, Filippo Baroncini e 2 per Franco Marvulli in pista). 6 quelli Europei, 27 titoli tricolore. 18 titoli di Campione Lombardo e 48 di quello bergamasco. La gara più vinta? La Pessano Roncola per 8 volte.

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LIBRO: Sono solo alcuni dei numeri riassunti nel libro “30 e lode. I migliori anni della nostra vita” scritto da Giorgio Torre stampato su 590 pagine e riassume la storia sportiva di quello che è l’attuale Team Colpack Ballan. Un lavoro di raccolta durato oltre 3 anni e che ha voluto riassumere la storia del sodalizio orobico che ha spaziato tra le varie categorie. L’inizio fu con il Team Romanese – Agnelli, nella categoria Junior per poi passare a Gatorade, Polti, Bergamasca, For 3, Colpack Ballan .

Un volume che avrebbe dovuto essere presentato lo scorso 2 gennaio, ma la situazione pandemica attuale ha portato ad un annullamento dell’evento. L’incontro sarebbe stata l’occasione  di ritrovo tra le varie famiglie dopo tanti anni. A tutti va comunque un arrivederci a presto.

“Ogni atleta ci ha lasciato qualcosa di buono oltre al risultato – le parole di Antonio Bevilacqua e Rossella Dileo – Dagli errori, loro e nostri, abbiamo tratto esperienza, e questo ha reso più semplice il futuro. Grazie a chi ci ha dato fiducia in questi anni ed ha sempre creduto in noi. Persone come Giuseppe Colleoni e la famiglia Ballan che ancora oggi ci assistono finanziariamente nel nostro lavoro, e persone come Gianluigi Stanga, precursore di quello che oggi sembra una grande novità: il vivaio”.

Dileo ricorda, con un emozione, 2 corridori in particolare: “Vorrei aggiungere all’elenco delle persone importanti chi ci ha lasciato anzitempo, atleti come Valentino Fois e Paolo Ferronato“.

Infine un pensiero al presente e al futuro: “Vorrei chiudere ringraziando la mia famiglia e quella di Antonio che ci hanno dato il DNA ciclistico, che noi abbiamo trasmesso ai nostri nipoti”.