MONZA (MB) – Oggi avrebbe compiuto 100 anni Fiorenzo Magni, il “Leone delle Fiandre”. Era nato il 7 dicembre 1920 a Vaiano, una frazione di Prato. È morto il 19 ottobre 2012, in Brianza, la sua seconda patria, a 91 anni.

È passato alla stori dello sport come il “terzo uomo”, dietro due giganti leggendari come Bartali e Coppi. Ma Magni è stato un grande a sua volta e un personaggio molto importante ed influente per il mondo del ciclismo, anche dopo la sua carriera da corridore.

Un fuoriclasse capace di vincere tre Giri d’Italia, tre Giri delle Fiandre, tre Campionati Italiani, tre Trofei Baracchi. Professionista dal 1941 al 1956 ha ottenuto un’ottantina di successi. Tra i suoi piazzamenti più importanti anche il secondo posto al Mondiale 1951 a Varese dietro allo svizzero Kubler.

Poi da dirigente ha scritto altre importanti pagine di storia per il suo sport. È stato il primo a mettere il nome di uno sponsor (la Nivea) sulla maglia di una squadra, è stato un ottimo imprenditore, un buon presidente dei corridori e poi della Lega.

L’altro suo grande merito, che è un sogno realizzato, è il Museo del Ciclismo – Madonna del Ghisallo, che ha fortemente voluto e contribuito personalmente per farlo diventare realtà e lasciarlo a tutto il mondo del ciclismo, quasi come una sorta di testamento.




I tre Giri d’Italia

Fiorenzo Magni era un attaccante nato. Grazie a questa sua caparbietà è riuscito a conquistare tre volte la maglia rosa, nell’epoca
di Bartali e Coppi. Quello che concedeva in salita era capace di recuperarlo con grandi discese, è considerato uno dei più grandi discesisti della storia del ciclismo. Nel Giro del 1948, proprio grazie ad una discesa perfetta verso Trento, strappa la maglia rosa a Coppi che lo aveva staccato sulle Dolomiti. Ci sono forti polemiche, ma Fiorenzo vince il suo primo Giro con 11″ su Cecchi. Il bis arriva nel 1951 con 1’46” su Rik Van Steenbergen e 2’36” su Ferdi Kubler. Il vero capolavoro lo compie però nel 1955. A due tappe dall’arrivo di Milano, in maglia rosa c’è
Gastone Nencini. Tutte le tappe di montagna sono state affrontare e i giochi sembrano fatti. C’è ancora la Trento-San Pellegrino, prima della passerella finale, e Magni non si dà per vinto: attacca in discesa, restano con lui solamente la maglia rosa Nencini e Coppi. Il leader
fora due volte, Fiorenzo Magni e Fausto Coppi allungano e si esibiscono in una sorta di cronometro a coppie di 160 chilometri. La radio informa dell’impresa in atto e migliaia di persone si riversano sulle strade per sostenere i campioni. Coppi vince la tappa, Magni fa suo il Giro con 13 secondi su Fausto.

Leone delle Fiandre

Ma la storia sportiva di Fiorenzo Magni è fortemente legata al Giro delle Fiandre. Lo vince per la prima volta nel 1949. Si ripete clamorosamente anche nel 1950 e nel 1951, entra nella leggenda di questa corsa mitica e grazie a questa straordinaria tripletta si guadagna il soprannome di “Leone delle Fiandre”.

Un’immagine simbolo di tenacia

Durante il Giro d’Italia 1956 Magni corse stringendo in bocca una camera d’aria, essendosi fratturato una clavicola durante la corsa. Teneva tra i denti un’estremità del tubolare, mentre l’altra estremità era fissata al manubrio, così poteva sia diminuire lo sforzo richiesto alla spalla sinistra infortunata, sia sfogare il dolore affondando i denti nella gomma. Terminò il giro piazzandosi al secondo posto. Così lo raccontò lo stesso Magni: «Al Giro del ’56 sono caduto nella discesa di Volterra e mi sono fratturato la clavicola. “Non puoi partire”, mi dice il medico. Io lo lascio parlare e faccio di testa mia: metto la gommapiuma sul manubrio e corro la crono. Poi supero gli Appennini. Ma provando la cronoscalata di San Luca mi accorgo di non riuscire nemmeno a stringere il manubrio dal dolore; allora il mio meccanico, il grande Faliero Masi, decide di tagliare una camera d’aria, me la lega al manubrio e io la tengo con i denti, per non forzare le braccia. Il giorno dopo, nella Modena-Rapallo cado di nuovo e mi rompo anche l’omero. Svengo dal dolore. Sono sulla lettiga quando riprendo coscienza e ordino a chi guida l’ambulanza di fermarsi. Mi butto giù, inseguo il gruppo, lo riprendo e arrivo sul Bondone sotto una tormenta di neve. Per questo gesto Ugo Tognazzi e Raimondo Vianello, che seguivano il Giro, mi ribattezzarono Fiorenzo il Magnifico».




Le sue vittorie

Nel suo palmares 3 Giri delle Fiandre (1949, ‘50, ‘51), 3 Giri d’Italia (1948, 1951, 1955), 6 tappe al Giro (1 nel ’48, 1 nel ’50, 3 nel ’53, 1 nel ’55), 7 tappe al Tour (1 nel ’49, 1 nel ’50, 1 nel ’51, 2 nel ’52, 2 nel ’53), 3 tappe alla Vuelta (3 nel ’55), 3 titoli italiani (1951, ’53, ’54).

Le sue squadre

1941-1943 Bianchi
1944 Pedale Monzese
1945 Ricci e Pedale Monzese
1947 Viscontea
1948-1950 Wilier Triestina
1951-1953 Ganna
1954-1956 Nivea Fuchs