PARIGI (FRANCIA) – Secondo le notizie diffuse nella serata di ieri da diversi organi di stampa, due persone sono state arrestate nell’ambito dell’indagine su sospetti di doping nella Arkea-Samsic, la squadra di Nairo Quintana (il colombiano ha chiuso il Tour in 17esima posizione).

L’inchiesta, ha spiegato Dominique Laurens procuratrice di Marsiglia, ha come oggetto “una piccola parte dei corridori” della squadra, dopo che “molti prodotti sanitari, compresi farmaci, sono stati scoperti nei loro effetti personali, ma anche e soprattutto un metodo che può essere qualificato come doping”.

Il magistrato non ha voluto specificare l’identità delle persone ascoltate. Secondo Le Parisien, si tratterebbe di un medico e di un fisioterapista. L’indagine vuole accertare se vi sia stata “somministrazione a un atleta, senza giustificazione medica, di una sostanza o metodo vietato nel quadro di un evento sportivo, oppure aiuto nell’uso e istigazione per l’uso di una sostanza o metodo vietato agli atleti, e ancora il trasporto e il possesso di una sostanza o metodo vietato ai fini dell’uso da parte di un atleta senza giustificazione medica”. La pena massima prevista in Francia per tale tipo di reati è di cinque anni di reclusione.




LA PERQUISIZIONE

In precedenza le Journal du Dimanche aveva rivelato che l’Ufficio centrale per la lotta contro le violazioni ambientali e di salute pubblica aveva svolto una perquisizione mercoledì scorso all’hotel della Arkea-Samsic, a Les Allues, vicino a Méribel.

Secondo le informazioni a disposizione de L’Équipe, l’obiettivo non erano la squadra e lo staff, bensì il suo leader, Nairo Quintana (vincitore del Giro d’Italia nel 2014 e della Vuelta nel 2016). Sono state perquisite le stanze dei corridori colombiani (Nairo, suo fratello Dayer e Winner Anacona) e quelle dei massaggiatori (così come le auto della formazione).

LA POSIZIONE DI ARKEA SAMSIC

Emmanuel Hubert, direttore generale del team Arkea Samsic, attraverso un comunicato ufficiale della squadra risponde alle informazioni diffuse dai media nelle ultime ore, su presunti sospetti di doping che riguardano la sua squadra.

“Una perquisizione è stata effettuata la scorsa settimana presso il nostro hotel, come ho già confermato con vari media. Ha coinvolto solo un numero molto limitato di corridori e dei loro parenti stretti che non sono impiegati dalla squadra. Il team, il suo direttore generale e il suo staff, che attualmente sono citati dai media, non sono in alcun modo coinvolti e di conseguenza non sono tenuti informati di alcun elemento, vicino o lontano, relativo all’andamento dell’indagine, che vi ricordo non è rivolto direttamente al team o al suo staff”.

Emmanuel Hubert desidera inoltre sottolineare che: “Ovviamente sosteniamo i nostri corridori, ma se alla fine dell’indagine in corso dovessero emergere elementi che confermino la veridicità delle pratiche dopanti, la squadra si dissocerà immediatamente da tali atti e prenderà senza indugio le misure necessarie per porre fine ai legami che potrebbero unirli con metodi inaccettabili contro cui si sta ancora combattendo. Infatti, la squadra è membro di MPCC, il movimento per il ciclismo credibile, ha sempre, negli ultimi 20 anni, dimostrato il suo impegno etico e si è schierato a favore della lotta al doping”.