AIGLE (SVIZZERA) – Da alcuni giorni si rincorrono indiscrezioni e notizie che vorrebbero a rischio lo svolgimento dei Campionati del Mondo di Ciclismo su strada in programma dal 20 al 27 settembre, tra Aigle e Martigny, in Svizzera. Oggi a Berna è attesa la decisione dei sette consiglieri federali del governo svizzero che determinerà il destino delle grandi manifestazioni che fino al 31 agosto sono autorizzate in Svizzera con non più di 1.000 persone.

Oggi riprende l’argomento e fa delle ipotesi suggestive il quotidiano sportivo La Gazzetta dello Sport che afferma come l’UCI non voglia rinunciare affatto all’evento iridato, di cui è titolare, dal quale incassa, di diritti, almeno 6-7 milioni di euro. Soldi necessari soprattutto dopo la cancellazione di 1.370 corse, il 71% del calendario: il WorldTour ha perso il 30% di gare. E ogni corsa vuol dire diritti e tasse.




Oggi si dovrebbe sapere qualcosa in più sul destino dei grandi eventi sportivi in Svizzera e ad attendere, con trepidazione, non è solo il ciclismo ma anche altri sport popolari come l’hockey ghiaccio o calcio, dove i bilanci dei club dipendono dalla vendita dei biglietti al pubblico, e non dai diritti tv come per esempio in Italia. Tante squadre potrebbero non sopravvivere. Ma il problema è serio anche per il ciclismo. Il bilancio economico già ridotto all’osso, con un taglio dei biglietti subirebbe un colpo mortale. Mille persone vogliono dire Mondiali a porte chiuse – scrive ancora la Gazzetta -, considerato che Martigny, clou delle gare su strada, è strategico tra Italia, Francia e Svizzera. L’Uci deve salvare i Mondiali e non prende in esame l’ipotesi di cancellarli.

Dopo la decisione del Consiglio federale, il presidente Lappartient incontrerà gli organizzatori – aggiunge la Rosea -. Trapela che non c’è alcun progetto di avere due Mondiali nel 2021, di cui uno in primavera in Svizzera e l’altro in Belgio in autunno. Piuttosto, l’UCI punta a salvare il Mondiale con le uniche due gare che portano soldi e interessano alle Tv: le prove in linea donne e professionisti.
Niente crono, Juniores o Under 23. Nessun cambio data, le date sempre dal 20 al 27 settembre, e non ci sarà spostamento o avanzamento di gare nel calendario. Quindi 26 e 27 settembre. Sempre in Svizzera? Chissà. Perché nel caso in cui nella Confederazione fosse impossibile,
l’Uci accetterebbe candidature da nazioni pronte, che hanno già ripreso l’attività. Esclusa la Francia, che ha gli Europei, ecco che una strada clamorosa porterebbe proprio in Italia. Il presidente federale Renato Di Rocco è pronto a candidare l’Italia. Dove? In pole l’Emilia-Romagna
del duo Bonaccini-Cassani, ma anche il Veneto di Pozzato e Zaia, che tra dieci giorni ospiterà i Tricolori. Queste le ipotesi trapelate oggi dall’edizione cartacea della Gazzetta dello Sport. Staremo a vedere.