BOTTANUCO (BG) – Dopo due anni in maglia Valcar-Travel & Service (e altrettanti quando era ancora una junior) Ilaria Sanguineti si appresta a vivere una stagione spartiacque della sua carriera. Sì, perché il finale del 2019 è stato di ottima qualità con tanto lavoro al servizio delle compagne più veloci, ma anche con risultati personali di tutto rispetto tra cui spicca il bronzo conquistato ai Campionati Italiani su strada.

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Ilaria, lo scorso anno hai alzato il tuo livello. Ora a 26 anni ti trovi nel pieno della tua carriera agonistica. Come ti senti?

“Mi sento in forma, sono in ritiro in Livigno con le mie compagne di squadra per preparare la ripartenza delle corse. Ci stiamo allenando tanto, fisicamente sto bene, mentalmente sto benissimo, il gruppo è bellissimo: non sono mai stata così bene, non vedo l’ora di ripartire”.

Sentirti così mi fa piacere, Ilaria. In che cosa ti senti migliorata?

“Nella mia tenuta in salita. Sai, negli scorsi anni quando vedevo la strada salire era quasi come se inconsciamente ‘non avessi voglia’. Ora invece è tutta un’altra cosa. Affronto gli allenamenti con un altro spirito, sto tenendo d’occhio maggiormente l’alimentazione e i risultati si stanno vedendo. La mia tenuta in salita era il mio punto debole e ora sento di stare migliorando”.

Beh, non vedo l’ora di vederti in azione, quindi. Quanto conta l’essere nell’ambiente giusto per provare a migliorarsi?

“Tantissimo. A livello personale sto vivendo un periodo felice, il nostro gruppo è bellissimo e quando hai le persone giuste vicino è tutto più facile”.

Anche durante il lockdown hai avuto queste sensazioni?

“Sì, è stato un periodo duro, ma con le compagne di squadra organizzavamo delle pedalate virtuali, ci sentivamo spesso al telefono, abbiamo fatto tante gare virtuali molto dispendiose e fortunatamente la condizione non è andata del tutto in fumo. Poi sì, è stato difficile, senza dubbio. Ho fatto la quarantena in Lombardia e sappiamo quello che è successo in questa regione. Personalmente stavo bene perché quando trascorri il lockdown con la persona giusta, diventa più semplice. Ma di certo dopo un po’, fare divano e rulli, divano e rulli, divano e rulli senza sapere nemmeno se e come tornavamo a correre, non è stato uno scherzo”.

E finalmente il giorno del rientro si avvicina. Sai già quando ricomincerai?

“Rientro il 23 luglio in Spagna. Poi ci saranno le Strade Bianche al 1° agosto”.

Quali aspettative hai?

“Come detto, mi sento bene. Credo di poter tenere meglio in salita. Probabilmente all’inizio farò comunque fatica, perché di solito ci impiego un po’ di tempo prima di ritrovare il ritmo gara”.




C’è qualche gara del calendario che ti affascina particolarmente?

“La Course by Le Tour de France perché quest’anno verrà disputata a Nizza, vicino a casa mia (Ilaria è di Ventimiglia, ndr). Il percorso dovrebbe essere adatto alle mie caratteristiche e sarà bellissimo correre sapendo che tutti i miei amici potranno essere lì a vedermi. E poi c’è la Parigi – Roubaix femminile. Sapere di poter ripartire e correre era già stata una bella notizia, l’aver appreso addirittura che quest’anno in calendario ci sarà per la prima volta una corsa così affascinante, è un qualcosa di bellissimo”.

A proposito di calendario, che ne pensi del lavoro fatto dall’UCI per la ripresa?

“Faremo tutte le corse più belle, quindi direi che sarà un calendario molto valido. Certo, è un calendario molto compresso, ma questo non mi cambia molto, perché da anni sono abituata a correre tante gare. E poi abbiamo la fortuna di essere in 12: tutte non potranno fare tutte le corse e potremo alternarci”.

Un’ultima cosa, Ilaria. Hai 26 anni, sei nel pieno della tua carriera e sei in questo mondo da tanti anni. Quanto è cambiato il movimento del ciclismo femminile?

“Guarda, corro dal 2013 e di cambiamenti ne ho visti parecchi. Pensa che all’epoca non c’erano gare abbinate alle corse maschili. C’era solo il Fiandre e qualche altra corsa. Era più difficile essere viste dal grande pubblico. Ora lo scenario è cambiato. Sono sicura che tra qualche anno sarà ancora meglio grazie al lavoro collettivo di tutti, di squadre, organizzatori, federazioni e delle molte associazioni che sono nate per una migliore tutela delle atlete. Credo che la strada imboccata sia quella giusta”.