ASHGABAT (TURKMENISTAN) – L’Unione Ciclistica Internazionale ha insignito con il prezioso riconoscimento dell’“Ordine al merito del ciclismo mondiale” Gurbanguly Berdimuhamedov. Che cosa è e chi è? Vi chiederete.

Il primo è sconosciuto ai più, si tratta della massima onorificenza rilasciata dall’ente che governa il ciclismo mondiale, mai assegnata prima a nessuno, per intenderci nemmeno Eddy Merckx, considerato il più grande ciclista della storia, l’ha mai ricevuta.

Il secondo, Gurbanguly Berdimuhamedov, dal 2007 è a capo della Repubblica presidenziale del Turkmenistan, nell’Asia Centrale, ma da molte parti è considerato un dittatore. Il Paese ha una popolazione di 5,6 milioni di abitanti, confina con l’Iran, l’Afghanistan, l’Uzbekistan e il Kazakistan e si affaccia sul Mar Caspio.

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Come ha svelato nei giorni scorsi il sito in lingua inglese CyclingTips e poi ha ripreso ieri Marco Bonarrigo sul Corriere della Sera, l’attuale numero uno dell’UCI David Lappartient ha conferito il titolo a Berdimuhamedov per via telematica “per i grandi meriti nella diffusione del ciclismo in Turkmenistan”, la motivazione. Una decisione che ha acceso un dibattito e suscitato molte perplessità nel mondo del ciclismo e non solo.

IL VIDEO DELL’ASSEGNAZIONE DEL RICONOSCIMENTO

Dal 1990 la Repubblica presidenziale del Turkmenistan ha avuto in tutto due presidenti: Saparmyrat Nyýazow e, appunto, Gurbanguly Berdimuhamedov, detto Arkadag, il protettore, eletto ininterrottamente dal 2007. Di fatto si tratta di una dittatura totalitaria monopartitica. Ad Ashgabat, la capitale, è nella maggior parte delle città del Paese c’è una sua statua tutta d’oro che richiama alla venerazione del leader. Secondo Human Rights Watch, Berdimuhamedov e i suoi familiari godono di “potere illimitato ed esercitano controllo totale su tutti gli aspetti della vita pubblica”. Nel 2017, in occasione dell’ultima tornata elettorale, il 97% dei turkmeni ha votato per il suo Arkdag.




Tornando al ciclismo, la cosa curiosa è che la presenza, in termini di squadre e corridori, del Turkmenistan è praticamente nulla. C’è, però, in programma un Mondiale, quello della pista, nel 2021, nel modernissimo velodromo di Ashgabat. L’assegnazione delle gare iridate, nel 2018 aveva già attirato molte critiche su Berdimuhamedov e su Lappartient. E sembra che nei prossimi anni il Paese voglia ospitare anche un Mondiale su strada, forse nel 2026.

GUARDA IL VIDEO DELLA PEDALATA 

Sempre Human Rights Watch racconta la condotta “autoritaria” di Berdimukhamedov. In Turkmenistan, ad esempio, gli omosessuali possono finire nelle maglie di un sistema carcerario in cui “la tortura e i maltrattamenti rimangono parte integrante”. Per festeggiare il riconoscimento dell’Uci, Berdimukhamedov ha pedalato gioiosamente durante il World Bicycle Day, lo scorso 3 giugno, sulle strade di Ashgabat, in tuta bianca e verde, tra migliaia di figuranti in bici, come ha raccontato ieri anche La Repubblica.




Cyclingnews, invece, ipotizza che l’uomo forte in questa storia sia l’ex patron della Katusha Igor Makarov, nativo di Ashgabat, e che Lappartient stia muovendo i fili della propria politica internazionale e della sua possibile rielezione ai vertici dell’UCI, puntando sull’asse russo-asiatico e sui pesanti sponsor dell’area del Caspio. Una storia strana e che ha fatto parecchio discutere e che sicuramente sta creando qualche imbarazzo dalle parti di Aigle.