KREUZLINGEN (SVIZZERA) – L’ex professionista Marcel Kittel – grande velocista che a sorpresa aveva deciso di ritirarsi dal ciclismo metà della scorsa stagione – ha dichiarato che le sue vittorie passate “non definiscono chi sono” e che ha scoperto una nuova vita al di fuori del ciclismo che lo soddisfa molto.

Il tedesco ne ha parlato domenica scorsa sul quotidiano olandese Algemeen Dagblad. Kittel ha dichiarato: “Ora mi trovo dove volevo essere con la mia vita” e dice di non avere rimpianti per aver lasciato la vita da sportivo professionista.

Nelle ultime due stagioni della sua carriera, Kittel non era riuscito ad esprimersi ai livelli precedenti, quando aveva vinto cinque tappe al Tour de France 2017. Da quel momento erano arrivate solamente altre tre vittorie: due tappe alla Tirreno-Adriatico 2018 e il Trofeo Palma all’inizio della stagione 2019. Sui motivi del suo ritiro anticipato, il corridore in quel momento della Katusha ha ribadito: “Avevo perso ogni motivazione per continuare a torturarmi su una bicicletta”.

Da allora, il 32enne tedesco ha iniziato un percorso di studi per raggiungere la laurea in economia all’Università di Costanza ed è diventato padre alla fine dell’anno scorso. “Mi sono preso un sacco di tempo per chiarire cosa sarebbe stato meglio per me e per essere sicuro che non me ne sarei pentito in seguito delle decisioni prese. In un anno sono cambiate molte cose e sono felice della situazione che sto vivendo ora”.

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Kittel e la sua compagna Tess von Piekartz, ex pallavolista olandese, vivono con il figlio Lex (foto Facebook) a Kreuzlingen, in Svizzera, a sud del confine tedesco, sulle rive del Lago di Costanza, dove la loro casa, ha raccontato telefonicamente ad AD.nl al telefono, non è piena di maglie o trofei dei suoi tempi da ciclista. “Ce ne sono poche, ma molte sono conservate in cantina o a casa dei miei genitori in Germania”.

Kittel ha parlato anche del suo ex compagno di squadra Tom Dumoulin – sono stati alla Giant-Alpecin insieme per quattro stagioni – e del fatto che, nell’ipotesi di un suo ripensamento per la stagione 2020, si era parlato proprio della possibilità di accasarsi alla Jumbo-Visma dove da quest’anno è arrivato l’amico olandese. “Se volevo continuare questa era l’unica opzione giusta per me, ma ho capito che quello che volevo veramente era smettere”.

Il tedesco ammette di essersi reso conto che il ciclismo era stato solo un capitolo della sua vita. “Sono incredibilmente orgoglioso di ciò che ho raggiunto e vissuto in 20 anni di carriera come ciclista, ma ora è il momento di fare qualcos’altro”, ha detto.

“La nascita di mio figlio Lex è uno dei motivi principali per cui sono contento di aver preso questa decisione. Ha cinque mesi e sta crescendo molto velocemente. Ora sono protagonista della sua educazione e posso vedere da vicino quello che succede nei primi mesi di vita del bambino”.

Kittel ha aggiunto che segue ancora le corse di ciclismo, ma non ne sente particolarmente la mancanza.

“La nascita di Lex mi ha toccato emotivamente più di qualsiasi altro successo”, ha raccontato. “Le sensazioni provate per la nascita di mio figlio durano molto più a lungo di una vittoria di tappa del Tour o di una giornata in maglia gialla. Sperimentare queste gioie sportive è anche bello e unico, ma un bambino e la responsabilità che ne deriva determinano il resto della tua vita. Tutto quello che voglio è che sia sano e felice”.

“Se dovessi restituire tutte le mie vittorie per questo, non ci penserei nemmeno per una frazione di secondo. Le mie vittorie non definiscono chi sono”, ha concluso Kittel. “Le vittorie mi hanno dato fiducia come velocista, niente di più. Un bambino ti fa vedere tutto secondo un’altra prospettiva e ti dimostra che c’è altro nella vita”.