Il Giro d’Italia in questo maggio non c’è. E allora ance noi riprendiamo con piacere e proponiamo a tutti nostri lettori l’iniziativa SenzaGiro. Una squadra di scrittori e di illustratori ogni giorno racconterà lo svolgimento della corsa rosa mettendo in campo fantasia e passione per il ciclismo. Le storie di “un Giro che non c’è”, ugualmente appassionante e con un fine benefico.

È UN’INIZIATIVA BENEFICA, DONA SUBITO

Brindisi, 16 maggio 2020

dal nostro inviato Aldo Ballerini

illustrazione di Nadia Guidi

8a tappa: Castrovillari-Brindisi

Si parte dal Castello Aragonese di Castrovillari; si arriva alle Colonne Romane di Brindisi, ci dispiace per gli altri ma è l’Italia, è il Giro. La partenza è in discesa, e dopo un lungo tratto sulla costa Ionica si arriva a Brindisi, quasi duecento chilometri di pianura. Siamo ancora a un terzo del Giro ma la tappa la precedente, Mileto-Camigliatello Silano, 223 km con la lunga salita finale per il Valico di Montescuro, è stata dura per tutti, scalatori, velocisti. Quella di oggi sarà quindi una tappa di recupero, una tappa tranquilla, a tratti noiosa. Eppure.

Eppure il gruppo parte a tutta velocità, manco a dirlo. I primi 30 km sono in discesa, una caduta sarebbe terrificante ma si va a tutta, con le squadre unite per portare il proprio corridore davanti. La strada inizia dolce con una serie di curve, poi diventa più scorrevole, si prende velocità. Occhio alla serie di tornanti, ai due curvoni che precedono il lungo rettilineo; il mare all’orizzonte, uno sguardo e poi giù il casco. Risultato, 55 km/h di media.

Le previsioni dicono che il vento arriva dal mare, non sarà un grande aiuto, è una brezza, ma tutti rispettano gli ordini del direttore sportivo: «State a sinistra così vi coprono». Lo dicono tutti, e basterebbe chiedere ai pescatori che da sempre sanno da dove arriva il vento. Per i primi venti chilometri si può ammirare l’infinita fila indiana sul lato sinistro della strada. Nessuno sgarra di un millimetro; si sta tutti lì, tutti a soffrire, tutti a domandarsi: «Ma chi è che sta tirando davanti così forte?».

È Maestri. A Mirco la crono di Budapest non è andata giù, punta alla fuga costi quel che costi.

A Montegiordano Marina esce dal gruppo; Fausto Masnada alle costole; i francesi della AG2R La Mondiale che s’incazzano (e tre), lanciano Andrea Vendrame e Lawrence Warbasse all’inseguimento.

Il tentativo di fuga continua così per altri venti chilometri, fino a Marina di Ginosa; qui si aggiungono Giovanni Visconti e Marco Frapporti. Altri dieci chilometri e arrivano Diego Ulissi e Carl Fredrik Hagen, il gruppo si è formato, ormai sono quindici corridori, siamo oltre metà tappa e plana compatto verso Brindisi, c’è il rischio che chiuda in volata. Le squadre Codifis, Trek e Ineos infatti stanno a guardare, stretti a difendere i loro capitani, Viviani, Nibali e Froome. Una tappa di recupero, abbiam detto, difendere le posizioni, non rischiare.

La corsa così si stabilizza, il gruppo è compatto a dieci minuti; in testa Maestri, Masnada, e il duo della Vini Zabù KTM, Visconti e Frapporti, a scambiarsi in testa; bisticciano anche Vendrame e Dowsett, compagni della AG2R La Mondiale, ma la fuga resta compatta.

Sono proprio i due della Vini Zabù a rompere la monotonia: negli ultimi chilometri si alternano ogni dieci secondi a tirare; poi un cenno e Frapporti se ne va, Visconti lo protegge rompendo i cambi. Resta davanti non tira, anzi rallenta, la fuga è ormai disgregata, qualcuno scatta da solo, non riesce a staccarsi, Frapporti guadagna secondi sulla fuga ma non sul gruppo; la fuga perde, il gruppo si avvicina.

A Latiano il traguardo è in vista, mancano 25 km, Frapporti è a 4’ sul gruppo, gli inseguitori a 3’: è il momento delle squadre di velocisti. Apre la Cofidis, fino ad allora compatta attorno a Viviani, segue la Deceuninck-Quick-Step, che punta su Iljo Keisse, dal momento che il suo velocista, Jakobsen, è rimasto attardato da una foratura ed era troppo tardi per riportarlo in gruppo. Il nervosismo cresce, la Ineos non ci sta, vuol tenere  Froome lontano dal pericolo, dietro la Trek-Segafredo a proteggere Nibali.

Quattro squadre tirano la volata sullo stradone velocissimo che porta a Brindisi, la Cofidis in testa controvento, mancano 10 km all’arrivo, non c’è tempo per le tattiche né per curarsi della brezza, adesso si fa sul serio, si pedala a 50 all’ora. A 5 km in gruppo ingoia gli inseguitori; a 3 tocca a Frapporti, ormai stremato dall’allungo solitario, impossibile per lui resistere fino a Brindisi. Qui il tempo è neutralizzato, la Trek e la Ineos si fanno da parte, per Nibali e Froome la tappa va bene così.

La Codifis molla, ha preso troppo vento in faccia. A Viviani non resta che Consonni. Ma anche gli altri treni si sfilacciano. A guardarlo bene Iljo Kessie in questo momento sembra in trance agonistica, un cavallo di razza col paraocchi, lo sguardo fisso sull’ultima ruota del suo treno, l’auricolare un fastidio.

Dalle ammiraglie i direttori sportivi urlano nelle radioline dei corridori, li incitano, li spronano, manca meno di un chilometro; Davide Bramati, il ds della Deceuninck, urla più degli altri, è in gara, immagina di essere di fianco a Iljo e urla, urla, urla; tanto che l’introverso e taciturno corridore di Gent fa un maledetto gesto: si strappa l’auricolare. Bramati aveva capito ma è troppo tardi e «Iljo anticipaaaaaa!» gli resta in gola. Infatti è partito Consonni. Iljo scatta per prendergli la ruota ma lì c’è incollato Viviani. E non è solo una questione di spazio, conosciamo i numeri di Elia, negli ultimi duecento metri è capace di pedalare ai 65 km all’ora, 800 watt e un picco che fa paura.

Anche se il traguardo è vicino ed Elia è partito lungo è impossibile fermarlo, non c’è il tempo per alzare le mani ma gli basta l’ultimo colpo di reni. Primo Viviani, secondo Keisse, poi Nizzolo, Consonni, Cavendish e gli altri.

Una tappa di recupero, una tappa tranquilla, a tratti noiosa. Eppure.


Classifiche

Ordine d’arrivo tappa 8

1 Elia Viviani
2 Iljo Keisse st
3 Giacomo Nizzolo st
4 Simone Consonni st
5 Mark Cavendish st
6 Dylan Groenewegen st
7 Caleb Ewan st
8 Arnaud Démare st
9 Pascal Ackerman st
10 Alexander Kristoff st

Classifica Generale tappa 8

1 Vincenzo Nibali
2 Tom Dumoulin a 2″
3 Davide Formolo a 24”
4 Giulio Ciccone a 26”
5 Jakob Fuglsang a 36”
6 Miguel Angel Lopez a 45”
7 Tim Wellens a 51”
8 Wilco Kelderman a 53’
9 Richard Carapaz a 54”
10 Simon Yates a 01’05”
Rafal Majka a 01’11”
Romain Bardet a 01’12”
Chris Froome a 01’14”
Damiano Caruso a 01’18”
Remco Evenepoel a 01’31”
Tejay Van Garderen a 01’47”
Il’nur Zakarin a 01’54”

Maglie tappa 8

Maglia rosa: Vincenzo Nibali
Maglia ciclamino: Elia Viviani
maglia azzurra: Giulio Ciccone
maglia bianca: Remco Evenepoel

COSA È SENZAGIRO?

Un maggio senza Giro è qualcosa di impensabile per gli appassionati di ciclismo. Per questo motivo, in omaggio a una tradizione che dal 1909 accompagna la Corsa Rosa, abbiamo pensato di regalarci e di regalare a chi avrà la voglia, e la bontà, di seguirci le storie di “un Giro che non c’è”. Una iniziativa a sostegno della raccolta fondi per sostenere le attività di Namasté, associazione che opera sul territorio di Bergamo assistendo migliaia di persone fragili, in una terra particolarmente colpita dal nuovo Coronavirus.

Una squadra di scrittori e di illustratori ogni giorno racconterà lo svolgimento della corsa rosa mettendo in campo fantasia e passione per il ciclismo. Ciascuna tappa avrà un narratore e un illustratore diverso: l’invenzione della corsa e la classifica che ne deriveranno andranno a comporsi in un puzzle di sguardi differenti, in una visione d’insieme che è sport, geografia, paesaggio, storia e storie lungo le strade e la primavera del Giro.