MASSA (MS) – Le restrizioni a ridurre l’uso della bicicletta in tutta Italia, ma ora anche nel resto d’Europa, per combattere la diffusione del Coronavirus, ha provocato diversi effetti anche sui corridori professionisti, ma non solo. In Italia, come già vi abbiamo spiegato più volte anche sul nostro sito, sono consentiti gli allenamenti a chi la bici la usa per professione, i professionisti, e agli atleti olimpici che possono pedalare portando con se un’autocertificazione che giustifichi la loro uscita. Ciò non ha risparmiato molti ciclisti professionisti – come loro stessi hanno raccontato sui social in questi giorni – dagli insulti della gente che ignorava questa possibilità.

RESTATE A CASA – Per tutti gli altri è fortemente sconsigliato usare la bicicletta, per allenamento o svago e comunque per tutte quelle attività che non sono considerate di necessità. Il decreto del Governo italiano non impedisce l’attività fisica all’aperto, ma il ciclismo è ampiamente scoraggiato anche per evitare possibili cadute e infortuni che andrebbero inutilmente a sovraccaricare ospedali e personale sanitario già al limite. Ciò a cui anche noi negli appelli dei giorni scorsi ci siamo appellati è il buon senso. E tutti sono invitati a restare a casa. L’isolamento è il solo modo per limitare il contagio in questa situazione che sta diventato tragica.




MULTE E RIMPROVERI PER I CICLISTI AMATORI – Ci sono state anche diverse interpretazioni del decreto. In questi giorni stanno facendo molto discutere alcuni provvedimenti presi nei confronti di alcuni ciclisti amatoriali fermati e anche multati dalle forze dell’ordine. Ad esempio domenica a Cesena sono stati multati un gruppo di ciclisti che si stava allenando sulle strade che portavano verso la riviera romagnola. Altri sono stati semplicemente invitati a tornare a casa.

A MASSA CARRARA ORDINATO IL SEQUESTRO DELLE BICI – Addirittura, notizia di oggi diffusa sulla stampa toscana, nella provincia di Massa Carrara, per contenere la diffusione del Coronavirus, la procura apuana per prevenire comportamenti pericolosi per la salute pubblica ha prescritto alla polizia giudiziaria, con riguardo al ciclismo, di eseguire il sequestro probatorio di biciclette da corsa e mountain bike, utilizzati per allenamenti non permessi, sia di gruppo che in solitario. La misura, ha spiegato il sostituto procuratore Marco Mansi, non è prevista nei casi in cui si accerti che lo spostamento in bici sia determinato da comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità o motivi di salute.




IN SPAGNA PER I CICLISTI TRASGRESSORI MULTE FINO A 3.000 EURO – La Spagna, dopo il repentino aumento di contagiati e morti, nello scorso fine settimana il Governo, per due settimane, ha proibito tutti gli spostamenti non dettati da cause di forza maggiore. Come in Italia si può andare solo al lavoro o a fare la spesa. Vietato lo sport. Il Consiglio dello Sport spagnolo ha confermato che il blocco prevede anche il divieto di andare in bicicletta, con alcuni ciclisti che sono stati fermati e multati già domenica. Le multe possono variare da 500 a 3.000 Euro per chi viene “pizzicato” inutilmente all’aperto. Carlos Mascias, medico di Madrid e appassionato ciclista, ha pubblicato un messaggio sull’account Twitter di La Vuelta a España spiegando i rischi connessi all’attività ciclistica durante la l’emergenza Coronavirus dopo aver notato un alto numero di ciclisti sulle strade della sua città. “Resta a casa e mettete da parte la bici”, ha affermato Mascias spiegando quanto già abbiamo fatto anche noi in riferimento alla già delicata situazione sanitaria. In Spagna non è chiara la posizione nemmeno dei corridori professionisti che, al momento, non hanno un documento ufficiale per garantire e dimostrare che la bicicletta sia il loro lavoro.

(Servizio a cura di Giorgio Torre)