La Cina ci ha mandato una lettera dal futuro, noi Italiani abbiamo pagato la lezione di averla decifrata con troppo ritardo e forse tuttora non stiamo facendo abbastanza. Il resto del mondo sta facendo errori forse ben più gravi, ignorando nuovamente una seconda lettera dal futuro, stavolta scritta da noi Italiani.

È necessario capire perché l’unico modo che abbiamo per combattere il Coronavirus è l’isolamento. Provo a spiegarmi, citando alcuni estratti dell’articolo di Tomas Pueyo, che trovate per intero qui.

Un articolo impegnativo, spero questo sunto possa aiutare.

Il Coronavirus arriva ad una velocità esponenziale: gradualmente e poi all’improvviso, in tutto il mondo, è questione di forse una settimana o due. Al momento non ci sono dati per provare il contrario.

L’unico modo per impedirlo è “l’allontanamento sociale”, oggi stesso. Non domani.

Dalla tabella, vedete che fino al 23 gennaio, giorno in cui Wuhan chiude tutto, il virus cresce in modo esponenziale. Non appena la città di Wuhan si ferma, i casi rallentano.

Notate un ritardo di 12 giorni tra il momento in cui è stato annunciato il blocco e il momento in cui i casi ufficiali (arancione) hanno iniziato a scendere.

Nell’altro grafico, ogni linea piatta è una regione cinese con casi di Coronavirus. Ognuno aveva il potenziale per diventare esponenziale, ma grazie alle misure in atto alla fine di gennaio, tutte hanno fermato il virus prima che potesse diffondersi. I paesi che agiscono rapidamente riducono il numero di decessi almeno di 10 volte (e a questo dato contribuisce pesantemente il Sistema sanitario che una volta sommerso, per forza di cose, collassa).

Ora siamo in pandemia, cioè il Coronavirus non può essere eliminato. Ma quello che possiamo fare è ridurne l’impatto. C’è una cosa molto semplice che possiamo fare e che funziona: il distanziamento o allontanamento sociale appunto, perché vaccini non ce ne sono.

In che modo i politici possono contribuire al distanziamento sociale? Le persone devono smettere di uscire ed aggregarsi per ridurre la velocità di trasmissione (R), da R = ~ 2–3 (che il virus segue se non si prendono misure, e da qui l’andamento esponenziale), a sotto 1, in modo che alla fine si estingua.

Non è sufficiente portare R, la velocità di trasmissione, da 2,5 a 2,2 o anche 2. Dobbiamo portarla al di sotto di 1 per un periodo di tempo prolungato per ucciderla. E se non riusciamo a farlo, dobbiamo avvicinarlo a 1 il più a lungo possibile, per APPIATTIRE LA CURVA.

Prima imponi misure pesanti, meno tempo è necessario mantenerle attuate, più è facile identificare i casi di contagio e meno persone vengono infettate. Questo è ciò che Wuhan ha dovuto fare. Questo è ciò che l’Italia è stata costretta ad accettare (forse non ancora in modo drastico come ha fatto la Cina, mi permetto di dire). Perché quando il virus dilaga, l’unica misura è che tutte le aree infette smettano di diffonderlo contemporaneamente.

È spaventoso prendere una decisione, ma simulando un modello teorico che ricorda vagamente Hubei, aspettare un altro giorno crea il 40% in più di casi.

Con migliaia di casi ufficiali, questo è ciò che devono fare paesi come l’Iran, la Francia, la Spagna, la Germania, la Svizzera o gli Stati Uniti. Ma non lo stanno facendo.

Pubblicato da Vittoria Bussi sulla sua pagina Facebook

Vittoria Bussi, nata a Roma il 19 Marzo 1987, è ciclista italiana detentrice del Record dell’ora al femminile (fissato a 48,007 km il 13 settembre 2018 sulla pista di Aguascalientes, in Messico), nelle settimane scorse, come BICITV, abbiamo seguito da vicino anche una sua sessione di test nella Galleria del Vento del Politecnico di Milano. Si è laureata in Matematica Pura all’Università La Sapienza di Roma nel Luglio 2010, ha svolto un dottorato di ricerca ad Oxford e ha ottenuto un posto di Post-Dottoranda nell’ICTP di Trieste, prima di decidere di dedicarsi al ciclismo.