VERONA (VR) – Intervenuto alla 34^ Festa del Ciclismo Veronese, il presidente nazionale Renato Di Rocco ha concordato con il presidente provinciale Diego Zoccatelli che, nella sua relazione di fine anno, ha abbinato la gioia dei tanti successi ottenuti dai veronesi in tutte le discipline del ciclismo, a quella sorta di incubo che deriva dai problemi legati alla sicurezza stradale e all’atteggiamento dei social (foto Photobicicailotto).

Sono i giorni successivi a quello che ha visto Paternoster e Bussi investite da automobilisti e Di Rocco ha condiviso: “Sui social, l’odio è permanente e dà fastidio, soprattutto, a noi sportivi, ma nel ciclismo c’è grande umanità, non ci sono gerarchie: se un ciclista si ferma, un altro ciclista l’aiuta. Che il ciclismo sia da colpire sui social è fenomeno straziante. Siamo riusciti a far chiudere alcuni siti, bisogna lottare. Poi dipende da noi”.

Il presidente sottolinea: “Importante è essere educati noi, non strafare quando si va in gruppo, non possiamo essere insofferenti nei confronti degli automobilisti se non facciamo i seri in bicicletta. E’ un fatto di cultura: dobbiamo cominciare a essere più cittadini e poi operatori del ciclismo”.

Di Rocco fa presente che “l’esperienza e la qualità organizzativa in Italia non ha confronti rispetto ad altri Paesi, ma non dobbiamo abbassare le antenne”.

Di Rocco ha colto anche un’altra osservazione di Zoccatelli sul comportamento di alcuni genitori “che – dice il presidente nazionale – esasperano il concetto di agonismo, mentre in bici bisogna andare per divertimento, non per farsi male”.

(Servizio a cura di Renzo Puliero)