HARROGATE (GRAN BRETAGNA) – Nils Eekhoff è il primo campione del mondo squalificato dalla storia del ciclismo, “vittima” del VAR. Alla gioia italiana per il titolo iridato conquistato da Samuele Battistella, che comunque, nonostante la gioia per la vittoria, ha subito espresso dispiacere nei confronti del collega squalificato, ha fatto da contrasto la disperazione del corridore olandese che si è visto squalificare pochi minuti dopo aver vissuto una delle emozioni più grandi della sua vita. “Sono devastato!”, ha detto Eekhoff ai media che lo hanno intercettato dopo la decisione della giuria. “Ho vissuto i 15 minuti più belli della mia vita, poi tutto si è dissolto” (foto tratta dal profilo Instagram di Nils Eekhoff).

“È difficile spiegare cosa provo… è pazzesco”. Ha inoltre aggiunto: “Trovo ingiusta questa decisione. Sono caduto quando mancavano 130 chilometri all’arrivo, mi sono slogato una spalla, l’ho rimessa a posto, avevo problemi meccanici sono ripartito, ho sfruttato la scia delle auto per rientrare in gruppo, ma in quel momento la corsa non era ancora entrata nel vivo e non pensavo di aver fatto qualcosa di così grave. Non avevo proprio idea che stavo correndo un rischio del genere”.

Dopo il traguardo è scoppiata la festa per tutto l’entourage orange, poi il dramma. “Dopo 15 o 20 minuti, mentre mi apprestavo ad andare al podio, mi hanno detto che dovevo andare alla track della della giuria. Inizialmente non capivo cosa poteva essere successo. Nessuno mi dava spiegazioni e mi sono anche un po’ innervosito. Mi hanno mostrato il filmato, mi hanno detto che non avevano preso ancora alcuna decisione e che potevo dire la mia opinione. Quando sono tornato alla tenda del cerimoniale ho visto che Pidcock (quarto classificato poi diventato terzo, ndr) era già lì e ho capito immediatamente cosa stava succedendo. Dopo un minuto mi hanno confermato che ero squalificato”.

Alla domanda su quale sia stata la sua reazione in quel momento, Eekhoff, con voce tremante, ha dichiarato: “Ho iniziato a piangere. Mi sentivo impotente. Non sapevo cosa fare. Avrei voluto solamente tornare a casa”.

I suoi manager e il suo team, SEG Cycling, hanno annunciato che esamineranno i fatti per capire se sarà possibile intraprendere azioni legali contro l’UCI per contestarne la decisione.

(Servizio a cura di Giorgio Torre)