SANREMO (IM) – Il veronese Umberto Poli del Team Novo Nordisk è stato uno dei protagonisti della Milano-Sanremo edizione 2019. Insieme ad altri tre compagni di squadra, tra i quali anche l’altro italiano Andrea Peron, sono stati molto bravi e coraggiosi a mettersi in mostra entrando in quattro nella fuga a dieci di giornata.

Il loro attacco ha un significato agonistico, ma il loro mettersi in mostra porta in seno anche un importante significato sociale. Infatti, la formazione Novo Nordisk è formata solo da atleti affetti da diabete e con le loro pedalate diffondono un messaggio molto importante come ci ha spiegato proprio Poli che, dopo essere stato in fuga tutto il giorno, ha portato anche a termine la gara di 291 km.

“Il nostro obbiettivo come squadra è di educare ed ispirare le persone affette di diabete di tipo 1 e tipo 2. Vogliamo dire loro di non demoralizzarsi, ma cercare semplicemente di fare una vita normale, soprattutto di fare sport e di vivere una vita il più semplice possibile”

Diabete o no la Milano-Sanremo è sempre qualcosa di speciale per ogni corridore. “Questa è una corsa molto importante, soprattutto per noi italiani poi è la prima grande classica e quindi siamo tutti in tensione e ci teniamo a fare bella figura”.

Ma in concreto per un corridore affetto da diabete cosa cambia rispetto ad un corridore sano. “Durante lo sport dobbiamo alimentarci un po’ di più rispetto ad altre persone – ha spiegato ancora Poli –, nel senso che non possiamo stare 2-3 ore senza mangiare. Ogni ora devi introdurre qualcosa nel tuo organismo altrimenti rischi di “andare basso” di zuccheri e quindi questo poi potrebbe diventare un grosso problema. Bisogna cercare di avere sempre un livello abbastanza costante nel tuo corpo che ti permetta di avere sempre le energie. Questa è l’unica differenza che c’è rispetto agli altri corridori”.

Giorgio Torre intervista Umberto Poli alla Milano Sanremo (foto Photobicicailotto)

Giorgio Torre intervista Umberto Poli alla Milano Sanremo (foto Photobicicailotto)

Una squadra speciale? “Questa squadra per me è una famiglia. Perché qui tutti abbiamo lo stesso problema e quindi possiamo anche confrontarci e chiederci vicendevolmente cosa è meglio fare piuttosto che no. Questo ti aiuta tantissimo, è un’esperienza unica che difficilmente altre persone riescono a fare”.

Umberto Poli pratica ciclismo fin da quando era un bambino. Ci sono sempre più bambini malati di diabete. Quale il consiglio? “Chi è affetto di diabete l’unica cosa che deve fare è fare sport. Qualsiasi sport, qualsiasi tipo di movimento è la migliore cosa che una persona possa fare. Al giorno d’oggi – conclude il ciclista veronese – è l’unico rimedio che c’è e quindi dico a tutti di continuare a fare sport ed avere una corretta alimentazione”.

(Servizio a cura di Giorgio Torre)