MARANO VALPOLICELLA (VR) – Dopo due anni di assenza, Edoardo Zardini tornerà al Giro d’Italia, già corso nel 2013, 2014 e 2015. Esserci «è un obiettivo preciso» dell’atleta di Marano di Valpolicella, due vittorie in carriera (tappe ai Giri del Trentino e d’Inghilterra nel 2014), alla sesta stagione tra prof, passato dalla Bardiani alla Wilier Triestina dopo due stagioni di sofferenza, il 2016 per una rovinosa caduta ad inizio anno ed un lungo periodo di recupero, il 2017 per l’esclusione della Bardiani dal Giro (causa la positività al controllo antidoping di Pirazzi e Ruffoni), le poche corse effettuate e il continuo inseguire la condizione dei giorni migliori (foto Photobicicailotto).

Il 2018 si annuncia, invece, promettente. Rcs ha invitato la società di Scinto e Citracca sia alla “corsa rosa” che alla Tirreno-Adriatico, due appuntamenti al centro della prima parte della stagione.

Zardini, come preparerà il Giro?
«Sarò alla “Tirreno” e alla Settimana Coppi&Bartali e, dopo un periodo in altura, al Tour des Alpes, l’ex Giro del Trentino».

A quando l’esordio?
«L’11 febbraio al Trofeo Laigueglia, gara che aprirà la stagione italiana».

La Wilier ha corso la Vuelta a San Juan in Argentina.
«Sì, avrei potuto esserci, sarebbe stata una corsa utile per fare ritmo, ma ritengo giusta la scelta, per me, di non andarci: a gennaio, ho bisogno di allenamenti e allenamenti. Ho concluso tardi il 2017, ultima gara il 5 novembre, e riprendere a gennaio era presto. L’Argentina, è vero, non è male, ma c’è tanto caldo e le tappe di salita erano solo una o due. In più, per il viaggio, perdi giorni utili da dedicare alla preparazione, lavorando su più aspetti per tante ore, cosa che sto facendo».

Come è stato l’impatto con la nuova squadra?
«Sto veramente bene. Sono stato ben accolto ed i compagni sono tutti bravi. Avverto molta fiducia nei miei confronti: in squadra si aspettano risultati e che faccia bene. Nonostante gli sforzi compiuti nella stagione scorsa per recuperare una buona condizione, inconsciamente ho fatto, in questo inverno, cose molto migliori. Ho rivoluzionato tutta la preparazione».

Chi la segue?
«Attraverso Scinto, è Michele Bartoli che mi segue e indica i programmi di lavoro. Ho fatto cose nuove, mai affrontate prima, ad esempio il test sul dna per l’alimentazione. A dicembre ho fatto una dieta e mi sono asciugato molto come muscolatura».

Quando ritiene di poter essere in buona condizione?
«In squadra mi vorrebbero vedere già in forma alla “Tirreno” e alla “Coppi&Bartali”. Io mi fido ciecamente degli allenamenti impostati da Bartoli e vedo già i frutti. Credo di non essere mai andato così forte in salita a gennaio, tanto che mi è passato per la mente: se fossi andato in Argentina…. Ho lavorato tutti i giorni, poi tornato dal ritiro con la squadra, Bartoli mi ha fatto rallentare, ma adesso sono previste due-tre settimane forti. Bartoli è proprio bravo, ha guidato corridori come Uran e Ulissi ed ha grande esperienza. Ho a che fare con una persona competente».

Cosa si propone?
«Centrare gli obiettivi e sono convinto di riuscirci. Scuse non ne ho più, ora dipende tutto da me. Sto trascorrendo un inverno nel modo giusto, preparandomi al meglio. Non posso fare altro che bene».

(Servizio a cura di Renzo Puliero)