MASNAGO (VA) – La pista d’atletica “riconvertita” alle due ruote è la soluzione che potrebbe essere adottata in prima battuta per tornare a valorizzare il velodromo “Luigi Ganna” dello stadio Franco Ossola di Masnago a Varese.

Ieri, mercoledì 25 gennaio, nella struttura varesina si sono ritrovati per un sopralluogo tutti gli attori che potrebbero essere i protagonisti del recupero: Federazione ciclistica italiana, Coni, Comune di Varese e due studenti del Politecnico che stanno scrivendo una tesi proprio sulla possibile ristrutturazione dell’impianto sportivo. Ne ha dato notizia oggi il quotidiano locale LaPrealpina.it.

L’operazione non è certo facile, ma dopo tre anni in cui nessuna bicicletta è entrata nel velodromo varesino, quantomeno questa volta c’è la volontà di mettere sul tavolo delle idee. Fautori dell’iniziativa sono Cordiano Dagnoni, Fabio Perego (presidente e vice della Federciclismo lombarda) e Massimo Rossetti, confermato presidente del Comitato di Varese. L’obbiettivo è quello di tornare a poter utilizzare la pista d’atletica in asfalto che circonda il campo da calcio in erba. “Chiaramente il Varese calcio, padrone di casa – ha sottolineato Dagnoni sempre sulle pagine di LaPrealpina.it – ha la priorità. Noi vorremmo inserirci negli spazi lasciati liberi. Ma, in questo modo, una settantina di ragazzini fra i sette e i dodici anni potrebbero pedalare per l’allenamento in una struttura protetta e sicura, senza dover andare per strada”.

Per questa soluzione non dovrebbero esserci particolari problemi, mentre per quanto riguarda la pista vera e propria, è stato ricordato che la chiusura è dovuta a una «mancata idoneità statica».

Tradotto: c’è il rischio (potenziale anche se poco probabile) di un cedimento nel punto delle paraboliche. Per risolvere la questione potrebbe dunque essere necessario un intervento strutturale, oppure potrebbe essere sufficiente un cambiamento di carattere burocratico.

L’articolo della Prealpina.it aggiunge: Strada in salita? Forse. Ma la Fci ha detto di poter mettere a disposizione l’ingegnere che si è preso cura del velodromo “Vigorelli” mentre il Coni, capitanato ieri dal presidente regionale Oreste Perri e dal delegato varesino Marco Caccianiga era presente con l’architetto Andrea Colombo, specializzato nella valutazione degli impianti sportivi: “L’obiettivo – ha fatto sapere Perri – è creare una struttura polivalente e siamo qui per capire cosa si può fare e quanto costa. Questa struttura è un patrimonio e va utilizzata al cento per cento delle sue potenzialità: non è un sogno, con un’azione coordinata e per questo più efficace possiamo farcela”.

In tal senso potrebbero essere d’aiuto Marco Trezzi e Luca Galli, due studenti del Politecnico di Milano, che stanno realizzando una tesi sulla riqualificazione del velodromo: “I problemi della pista – hanno affermato – sono le fessure e il degrado della superficie, ma sono problemi che possono essere ricondotti a soluzione senza una spesa enorme”.

Si vedrà, anche perché, come si sa, le casse dell’Amministrazione comunale, proprietaria dell’impianto, non luccicano certamente d’oro: “Dopo questo primo incontro conoscitivo e di ricognizione – ha tirato le somme Dino De Simone, assessore allo Sport nella giunta guidata dal sindaco Davide Galimberti chiedo a tutti di trovarci prossimamente attorno a un tavolo per valutare le proposte concrete di intervento”.

Fra cui quella, avanzata da Massimo Scodellaro, team manager del Varese calcio, di “ampliare la ristrutturazione, creando un campo in erba sintetica nell’anti-stadio”.