ANDORRA LA VELLA (ANDORRA) – Ha scelto la sua Andorra, dove vive e si allena, e il primo giorno di riposo del Tour de France per l’annuncio a sorpresa: “A fine stagione mi ritiro”. In lacrime Joaquim “Purito” Rodriguez ha spiegato la sua decisione ad una platea di giornalisti che ha fatto ricorso all’applauso per rincuorare il grande campione spagnolo della Katusha che lascerà dopo 17 anni di professionismo ad alto livello.
In contemporanea, un tweet: «Un grandissimo grazie al ciclismo, che è stato, è e sarà per sempre una parte importantissima della mia vita».
 


Con la voce rotta dall’emozione, le sue parole sono: «Questo è il mio ultimo anno di corsa. Arriva un momento in cui dobbiamo dire ‘è finita’ e preferisco lasciare quando sono ancora ad alto livello…». Incredibile come i ciclisti abbiano la forza di non piangere mai quando cadono, si rompono, si spelano, si massacrano e poi non riescano a trattenere l’emozione in certi momenti…
«Voglio ringraziare tutti per il sostegno che mi avete dato dal primo all’ultimo giorno di questi lunghissimi annido, ringrazio la mia famiglia e ringrazio il mondo del ciclismo, che resterà il mio mondo».
«Il 2016 sarà la mia ultima stagione come corridore professionista. Mi diverto ancora, ma ho 37 anni e preferisco smettere questo quando sono ancora ad alto livello. Ne ho parlato già lo scorso anno con la mia famiglia: il 2016 è un anno speciale con il Tour de France che arriva nella mia Andorra e le Olimpiadi di Rio su un percorso che mi si addice. La ragione più importante per la mia decisione comunque è la mia famigli».
E ancora: «In questo finale di stagione darò il massimo come ho fatto in tutta la mia carriera. Sarei felice di finire la carriera con una top ten al Tour, ma continuo ad inseguire il sogno del podio di Parigi. Poi correrò a Rio e in programma ho il Giro di Spagna».
Infine, largo ai ricordi: «Il mio super anno è stato il 2012 con Il Lombardia vinto sotto la pioggia battente, ma penso alla medaglia d’argento ai Campionati del Mondo 2013. In questi 17 anni ho vissuto tante cose nel ciclismo e lo sport di oggi non ha nulla a che fare con il ciclismo del 2000, quando ho iniziato. I due corridori che mi hanno colpito di più in carriera sono stati Michele Bartoli e Alejandro Valverde».