VERONA (VR) – Giovanni Rana entra nell’albo d’oro del Premio Guido Rizzetto. La giuria, composta dalla redazione sportiva de L’Arena e dal Gs Cadidavid di Roberta Cailotto, è stata unanime nel riconoscere all’industriale di S. Giovanni Lupatoto un particolare impegno per la promozione del ciclismo e della città, grazie all’organizzazione dei campionati del mondo di ciclismo del 2004. «Sono trascorsi dodici anni – fa presente Giovanni Rana e quel Mondiale è ancora ricordato e portato ad esempio nel grande ciclismo. E’ stata un’edizione storica, ma il merito va, per il 90 per cento, a Teofilo Sanson. Senza di lui, non avremmo raggiunto l’obiettivo. Quando gli facevo presente che ben difficilmente Verona avrebbe avuto un altro Mondiale dopo quello del 1999, diviso con Treviso, lui insisteva: stai tranquillo, tu vieni dietro a me che al resto ci penso io».
Rana ricorda «il viaggio in Portogallo, a Lisbona, dove sarebbe stata decisa l’assegnazione dei Mondiali, le altre delegazioni erano numerose, noi eravamo in tre-quattro, io, Cailotto, Sanson, Priante, ma è bastato Teo a fare la differenza». Giovanni sottolinea con giustificato orgoglio che «è stata un’edizione positiva anche sotto l’aspetto economico». «Abbiamo pagato tutti – spiega -, non ci sono rimasti debiti, anzi, abbiamo avuto un utile che, come avevamo annunciato, è stato devoluto in beneficienza, in Africa. Mi risulta che non è stato così in altre organizzazioni dei Mondiali. Verona ha fatto una gran bella figura. Le immagini dall’elicottero sono state fantastiche, il regista della Rai, Tomassetti è stato eccezionale. Insomma, è stato un magnifico sponsor per Verona. Io sono conosciuto un po’ dappertutto e trovo ancora persone che mi ricordano, entusiaste, quell’evento».
Rana, insomma, trasferisce a Sanson i meriti per quel Mondiale. «Se io ne ho avuto uno – aggiunge – è stato l’aver messo a disposizione tutto lo staff dirigenziale della mia azienda, a partire da mio figlio Gianluca che ha guidato il comitato esecutivo. La nostra non poteva essere un’organizzazione “balenga”. Tutti gli industriali hanno tirato fuori i denari, abbiamo recuperato quanto speso e dato l’avanzo in beneficienza. Quella è stata per me una soddisfazione immensa. Ricordo, a conti fatti, a bilanci chiusi, la bella serata a Punta San Vigilio. Mi è rimasta nel cuore. Sono grato a Sanson per quanto fatto, io ero un… secondo».
A Giovanni Rana il ciclismo piace, magari non è appassionato come il fratello Francesco o il cognato «che hanno seguito più volte il Giro d’Italia», ma è stato vicino per diversi anni al Lupatotino, la società di S. Giovanni Lupatoto. E per la mente, proprio per la passione familiare, gli è passata anche l’idea di sostenere una squadra professionistica. Qualche contatto c’era stato, ma poi ha ritenuto che il prodotto della sua azienda non si conciliasse al meglio con i rischi di devianze presenti nel ciclismo. Il Mondiale, comunque, l’ha appagato. Nel 1999, il Pastificio Rana era solo sponsor, nel 2004 protagonista. «E’ stata – assicura Giovanni – una delle cose belle che ho fatto nella vita, ma, ripeto, a qualche…. metro di distacco da Sanson, il vero cervello. Quando avevo ristorazione in Bra, mi portava tutti i campioni. Bisognerà inventare una corsa, un gran premio, nel ricordo di Teo. E pensando a lui, porterò sempre nel cuore anche il Premio Rizzetto».
Il riconoscimento sarà consegnato nella serata del 30 maggio al ristorante Gusto di Emiliano Oliosi, alla presenza del Presidente della Federazione Ciclistica Italiana Renato Di Rocco.
(Servizio a cura di Renzo Puliero)