Non ho visto tante biciclette in Israele. Qualche ragazzino a Gerusalemme, nella città vecchia, dentro le Mura del saladino, nel quartiere arabo: giocavano a saltare i gradini delle viuzze. Tre ragazzi con biciclette attrezzate per lunghi viaggi, con portapacchi e borsoni, mountain bike con le quali probabilmente avevano percorso centinaia di chilometri. E poi ho visto tanti negozi di giocattoli e biciclette usate, come ricordo accadeva al Sud, quando io ero bambino. Biciclette da ragazzino appese fuori dal negozio, in alto.
Ho trascorso una settimana in Terra Santa, fra territori dello stato di Israele e altri dell’autorità palestinese. In mezzo il terribile muro che crea tanti disagi, ma che dicono comunque abbia ridotto drasticamente il numero degli attentati. E’ stata una visita importante, emozionante, ero con una comitiva di preti bergamaschi, con il vescovo Francesco Beschi, accompagnati da due biblisti di chiara fama: don Patrizio Scalabrini e don Alberto Maffeis.
Così ho passato giorni ad ascoltare brani della Bibbia, ad ascoltare spiegazioni e commenti per poi trovare i riscontri nelle ricerche archeologiche che negli ultimi sessant’anni hanno riportato alla luce diversi luoghi citati dal Vecchio Testamento che si pensava fossero mitici o, peggio, frutto di fantasia. E invece no. Tutto trova riscontro. L’antica Samaria. La città di Davide sul colle di Sion. Il tempio di Silo quando ancora gli Ebrei non possedevano Gerusalemme, che apparteneva al popolo dei Cananei. Persino la leggenda della sosta di Maria e Giuseppe sulla strada di Betlemme ha trovato un riscontro archeologico: è stata riportata alla luce parte di una chiesa bizantina del IV secolo, costruita appunto nel luogo del riposo di Maria
Sempre tradizione, certo, ma inalterata quindi da mille e settecento anni almeno… Il deserto di Sin, le oasi, la sensazione che questo sia davvero il crocevia della storia fra Europa, Asia e Africa. Le scoperte archeologiche di epoca lontanissime, come la prima scultura mai realizzata, quella di una donna di 233 mila anni fa, conservata nel Museo d’Israele a Gerusalemme. Soltanto quel museo meriterebbe una settimana di visita.
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Per otto giorni ho dovuto rinunciare alla bicicletta. Lo scorso anno ero stato in Armenia, altro viaggio di grande interesse, altro mondo antichissimo, di enorme suggestione. Ero riuscito a noleggiare una bicicletta e avevo percorso per due ore le salite della capitale, Yerevan. Che soddisfazione pedalare in luoghi che non conosci per nulla, vedere case, facce, strade mai incontrate prima.
Perché con la bici i luoghi li assapori, li vedi bene, ne ascolti anche gli odori. Purtroppo a Gerusalemme non ce l’ho fatta, i tempi erano troppo compressi, gli spostamenti in pullman continui, le cose da ascoltare, da memorizzare, poi da trasmettere come articoli a Bergamo.
Be’, ho rinunciato a otto giorni di preparazione, ma non li rimpiango: valeva bene la pena! Adesso bisogna recuperare. Questa mattina, venerdì, ho percorso ben trentuno chilometri, domani si ripete.
Buone pedalate a tutti.