ZOLDER (BELGIO) – Zolder è un luogo mitico per gli appassionati di ciclismo: indelebile lo sprint con cui nel 2002 Mario Cipollini riportò in Italia il titolo mondiale, a distanza di dieci anni dal secondo exploit di Gianni Bugno. Ma il tracciato belga non è solo un tempio per i velocisti o i motori, ma anche per i ciclocrossisti. Da oggi, infatti, la cittadina fiamminga sarà invasa dai gladiatori del fango, che andranno a caccia dei titoli mondiali di specialità.

Chiara Teocchi in azione a Namur

Chiara Teocchi in azione a Namur


E per il secondo anno, nella rappresentativa azzurra ci sarà anche Chiara Teocchi (nella foto Mondini, impegnata a Hoogerheide), 19enne bergamasca che corre per la Bianchi Countervail e che in questa stagione si è portata a casa il Giro d’Italia ciclocross, la medaglia d’argento tra le under 23 ai campionati italiani di Monte Prat e un paio di piazzamenti a ridosso della top ten in Coppa del Mondo.
«Uno di questi proprio a Zolder, dove il 26 dicembre ho chiuso al 13° posto, terza tra le under 23», ricorda la biker di Bergamo. «È un percorso veloce, visto che si corre sul tracciato che ospitò negli anni Settanta il Gp di Formula 1: ci sono due rettilinei lunghi, uno controvento; ci sarà da spingere».
Le previsioni danno pioggia. Questo cambierà i piani?
«Personalmente preferirei un tracciato asciutto, ma nel ciclocross bisogna sapersi adattare a qualsiasi condizione. Certo ne verrà fuori una gara più lenta e selettiva, ma per capire lo stato del fondo saranno decisive le prove del percorso che effettueremo prima della gara di sabato (oggi)».
Chiara Teocchi in maglia Team Bianchi

Chiara Teocchi in maglia Team Bianchi


Qual è il suo obiettivo?
«Pioggia o no, penso che il percorso si adatti alle mie caratteristiche. Inoltre, eccezion fatta per l’ultima prova di Coppa a Hoogerheide, negli ultimi due mesi sono sempre stata a ridosso delle migliori della mia categoria. Confido quindi di fare una gara di vertice, anche se tutte le atlete saranno al top della condizione».
Chi e cosa teme di più?
«Le avversarie non mancano: la campionessa europea Femke Van Den Driessche, l’olandese Maud Kaptheijns o la mia compagna Alice Arzuffi. A livello meccanico, invece, il ciclocross è una disciplina incerta dove l’inconveniente è dietro l’angolo. L’importante è prepararsi bene e non farsi logorare dalla tensione».
Facciamo finta che sia già lunedì e che il mondiale sia alle spalle. Quale sarà la prima cosa che farà tornata a casa?
«Mi metterò la cartella sulle spalle e andrò a scuola: frequento l’ultimo anno dell’istituto Leonardo da Vinci per geometri. Quindi niente vacanze. Certo è che, prima di buttarmi nella stagione della mtb, mi concederò qualche pomeriggio libero dagli allenamenti, magari da passare anche sul divano».
 
(Servizio a cura di Roberto Amaglio)