Sono giorni importanti per il ciclismo: i giorni del Trittico Lombardo, del Mondiale, del Lombardia. In questi giorni abbiamo festeggiato il compleanno di Felice Gimondi nel teatro Alle Grazie nel tardo pomeriggio di martedì davanti a 150 persone, in parte del mondo del ciclismo bergamasco: c’erano diversi dirigenti di società, c’erano anche dei ragazzi che corrono. Mi è sembrato di vedere dei fili che si univano, delle storie che si saldano: l’attualità di Nibali e soci, il passato glorioso di Felice, il futuro di Consonni Moscon e di tanti altri giovani.
Ho pensato alla bellezza di questo sport, alle sue leggende. Ho pensato all’impegno di tante persone, allenatori, dirigenti di società che tutte le domeniche, magari prima dell’alba,  trasportano i ragazzi in giro per il Nord Italia, là dove ci sono delle corse.
02-ciclostorie-importante arrivare secondo
Tutti gli sport sono belli, sono importanti. Educativi. Il ciclismo di più. Per via della fatica, dello spirito di sacrificio, della sofferenza che insegna a sopportare. Il ciclismo è una perfetta metafora della vita, della fatica che bisogna affrontare per raggiungere mete importanti.
Nessuno ti regala niente nel ciclismo. Non puoi fermarti a riposare in una zona del campo. Capisci che le vittorie te le devi guadagnare tu, con il tuo sudore. E un’altra cosa insegna il ciclismo, lo diceva Felice Gimondi martedì quando ha preso la parola dopo la performance teatrale ispirata proprio a lui: “Ho capito – diceva Felice – che è importante anche arrivare secondo. E che è importante anche arrivare decimo o ventesimo o trentesimo. Ho capito che quello che conta nel ciclismo, come nella vita, è dare il massimo di quello che possiamo. Quella è la vera vittoria. Io pensavo di potere vincere tutto, invece poi è arrivato Merckx e questa è la vita che a volte ti accarezza e altre ti prende a sberle. Io pensavo di arrivare sempre primo e quando Merckx mi ha battuto per la prima volta ho pianto. Poi ho capito”.