RICHMOND (STATI UNITI) –Elizabeth Armitstead (Gran Bretagna) si laurea campionessa del mondo nella categoria Donne Elite regolando allo sprint l’olandese Anna Van Der Breggen e l’americanaMegan Guarnier. Sfiora per pochissimo il podio una bravissima Elisa Longo Borghini, capace di  resistere al cambio di passo della Armitstead sull’ultima salita e di disputare una volata nonostante  non sia una velocista.
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Ha piovuto per ore a Richmond. Le strade sono piene di pozzanghere e i due tratti in pavé della Libby Hill e della 23th Street rischiano di diventare viscidi come saponette. Al via però  non piove, ma spicca l’assenza di Marianne Vos, sempre presente al mondiale da quando passò elite nel 2006. Per lei un palmares iridato pari a 3 vittorie, 5 piazze d’onore e un decimo posto.
Rientrerà alle gare il prossimo anno con l’obiettivo dichiarato di partecipare ai Giochi Olimpici di Rio. Sono 46 le nazioni rappresentate sulle strade della Virginia, con la campionessa uscente, Pauline Ferrand-Prevot (Francia), punzonata con il dorsale numero uno. Otto i giri da percorrere, per complessivi 129,8 km.
Primi km di studio con il ritmo imposto dalle nazionali di Olanda e Germania, ma con le azzurre sempre attente a controllare la situazione. Molto attiva e sempre presente nelle prime posizioni la veronese Valentina Scandolara. Davvero impressionante la cornice di pubblico che affolla i due tornanti in pavé della Libby Hill e che ricorda molto l’atmosfera del Giro delle Fiandre. Nella parte finale del terzo giro, lungo la discesa che porta al secondo strappo, le atlete olandesi forzano l’andatura e provano a spezzare il gruppo. Nel frattempo il vento sembra scongiurare il pericolo di pioggia. Il quarto giro vede le concorrenti polacche salire sugli scudi. Monika Brezna e Monika Zur, connazionali della campionessa europea Niewiadoma, provano l’allungo senza particolari velleità.
Scivolone per uno degli idoli di casa, la velocista Shelley Olds, che si ritrova a dover rincorrere il gruppo principale. A metà gara, sulla salita di Governor Street, l’azione solitaria di Svetlana Vasilieva è la prima vera fuga significativa di giornata: 18” di vantaggio sul gruppo al km 65.
La giovane russa, classe 1995, rimane in avanscoperta per una decina di chilometri prima di essere ripresa. Il secondo scatto porta la firma dell’australiana Katrin Garfoot: per lei una decina di secondi di vantaggio quando si avvicina il quinto passaggio della Libby Hill. Il forcing di Evelyn Stevens (Stati Uniti) sul ciottolato annulla il gap con la battistrada e il gruppo principale, composto da circa 90 unità, torna compatto.
Le atlete australiane provano ripetutamente a promuovere azioni di attacco, ma nessuna atleta riesce ad evadere. Mancano meno di tre giri al termine e inizia a piovere.Shelley Olds si ritira, con grande disappunto del pubblico di Richmond. L’olandese Chantaal Blaak attacca in solitudine nella parte pianeggiante del circuito. L’ex campionessa europea riesce a distanziarele avversarie e arriva ad avere un vantaggio massimo di 40”. Nei tratti in salita l’azione della Blaak è meno efficace e il gruppo si riporta sulla protagonista del sesto giro.
La newyorkese Evelyn Stevens riparte in contropiede all’inizio del penultimo giro e prova a portare con sé la connazionale Coryn Rivera, la tedesca Romy Kasper, l’olandese Ellen Van Dijk alle quali si accoda la bretone Audrey Cordon. Il gruppo però non si lascia sorprendere e ricuce lo strappo nello spazio di un paio di chilometri. La corsa è però ormai entrata nella fase decisiva e il lotto delle pretendenti al titolo si assottiglia progressivamente.
Nuovo attacco “Aussie” con Rachel Neylan, medaglia d’argento tre anni fa a Valkenburg. L’allungo della Neylan provoca la reazione di un drappello di 8 atlete comprendente Valentina Scandolara. Le contrattaccanti riprendono la battistrada e possono vantare un margine di circa 25” sulle inseguitrici. Al comando Rachel Neylan (Australia), Valentina Scandolara (Italia), Amy Pieters (Olanda), Romy Kasper (Germania), Audrey Cordon(Francia), Coryn Rivera (Stati Uniti), Malgorzata Jasinska (Polonia), Emilia Fahlin (Svezia) e Lauren Kitchen (Australia) aumentano il vantaggio in vista dei tre muri posti negli ultimi 5 km del percorso. Lizzie Armitstead, vincitrice delle ultime due edizioni della Coppa del Mondo, prova a guidare la rimonta del gruppo, ma le compagne di squadra delle fuggitrici sembrano non condividere le intenzioni della britannica.
Sulla penultima salita la Jasinska prova l’azione di forza e allunga sulle compagne di fuga. Al suono della campana la polacca ha 10” sulle altre otto attaccanti e 50” sul gruppo. Grazie ai ripetuti scatti di Lauren Kitchen e Valentina Scandolara le nove di testa si ricompattano a meno di 10 km dal traguardo. Ad ogni scatto della Kitchen corrisponde un controscatto della veronese di Tregnago fino a quando le due riescono a portarsi al comando con un centinaio di metri di vantaggio sulle altre sette. Dietro il gruppo cerca di riorganizzarsi: la canadese Alison Jackson prova ad allungare, ma sono le maglie orange dell’Olanda a dettare il ritmo di gara. Scandolara e Kitchen affrontano l’ultimo passaggio sulla Libby Hill con 14” sulle inseguitrici e 16” sul gruppo in forte rimonta. Mancano meno di 4 km al traguardo, ma il finale di gara è ancora tutto da scrivere. Il gruppo completa l’azione di inseguimento sulla seconda salita in pavé. Tutto si deciderà all’ultima ascesa di Governor Street.
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L’inglese Armitstead e la polacca Niewiadoma forzano l’andatura e assottigliano il gruppo di testa. Dieci atlete si giocano il titolo mondiale allo sprint. Elizabeth Armitsteadattende che la Van Der Breggen lanci la volata per mettersi alla sua ruota e superarla poco prima del traguardo. Terza la statunitense Megan Guarnier che precede l’azzurra Elisa Longo Borghini e la svedese Emma Johansson. Per l’incredula Armistead, grande protagonista delle ultime due stagioni e favorita numero uno della vigilia, è il momento delle lacrime di gioia. La Gran Bretagna torna sul gradino più alto del podio di un mondiale dopo 7 anni, quando la gallese Nicole Cooke beffò Marianne Vos a Varese. Sfortunata Giorgia Bronzini, che taglia il traguardo a piedi a causa di un incidente meccanico.
ORDINE D’ARRIVO:
1. Elizabeth Armitstead (Gran Bretagna) 129,8 km in 3h23’56”
2. Anna Van Der Breggen (Olanda) s.t.
3. Megan Guarnier (Stati Uniti)
4. Elisa Longo Borghini (Italia)
5. Emma Johansson (Svezia)
6. Pauline Ferrand-Prevot (Francia)
7. Katarzyna Niewiadoma (Polonia)
8. Alena Amialiusik (Bielorussia)9
9.  Jolanda Neff (Svizzera)
10. Ellen Van Dijk (Olanda) a 9”
18. Elena Cecchini (Italia) a 17″
23. Valentina Scandolara (Italia) a 19″
27. Giorgia Bronzini (Italia) a 36″
54. Rossella Ratto (Italia) a 52″
62. Tatiana Guderzo (Italia) a 2’33”
76. Marta Bastianelli (Italia) a 5’41”
(Servizio a cura di Fabiano Ghilardi)