ZOLDER (BELGIO) – Primo caso accertato di frode tecnologica nel mondo del ciclismo. È successo ieri al Mondiale di ciclocross di Zolder, in Belgio. Gli ispettori dell’Unione Ciclistica Internazionale (UCI) sono intervenuti sulla bicicletta di una partecipante alla gara Donne Under 23 (vinta dall’inglese Evie Richards) alla ricerca di un “motorino”.
La bicicletta è stata sequestrata. In un comunicato ufficiale l’UCI parla di una bici sequestrata per ulteriori indagini precisando che non si tratta di una delle atlete andate a podio. La federazione ciclistica belga ha poi confermato che la bici è della 19enne Femke Van Den Driessche, campionessa europea Women Youth lo scorso 7 novembre, gara nella quale la nostra Alice Maria Arzuffi si era classificata al terzo posto.
I commissari dell’UCI, nelle fasi preliminari di gara, con un nuovo sistema a scansione, collegato con una app tramite tablet, avrebbero scoperto l’inganno. Femke Van Den Driessche, partita dalla prima fila, ha navigato all’inizio tra la decima e la dodicesima posizione, nella tornata è scivolata in 28esima posizione e ha poi tagliato il traguardo a piedi spingendo la bici.
Lo scorso anno, nel suo regolamento l’Uci, nella parte 12 “Disciplina e procedure”, ha introdotto un nuovo paragrafo: 12.1.013.bis, “Frode tecnologica”. Le sanzioni per il corridore sono l’esclusione dall’ordine d’arrivo, la squalifica per un periodo minimo di 6 mesi, una multa dai 19.265 ai 192.230 euro. Sanzione pecuniaria più dura per i team: da 96.135 a 963.160 euro, un milione di franchi svizzeri.