BORGO VALSUGANA (TN) – “Se ripenso alle emozioni provate nel vincere la Coppa Rosa in quegli anni di militanza nella categoria Donne Allieve le posso paragonare oggi a qualcosa come vincere un Giro delle Fiandre o una “Liegi”. È una grande classica e quando sei una giovane ciclista è una delle vittorie più ambite”. È con queste significative parole, ancora cariche di emozione, che Rossella Ratto, vincitrice di due edizioni della Coppa Rosa, nel 2008 e nel 2009, comincia a raccontare i suoi ricordi a distanza di dieci anni dall’impresa.

Bergamasca di Colzate, classe 1993, è stata la prima atleta della prestigiosa storia della manifestazione femminile organizzata dal Veloce Club Borgo a vincere la Coppa Rosa in entrambe le sue partecipazioni. Ad oggi solamente un’altra atleta, curiosamente un’altra bergamasca, Silvia Persico (domani vi proporremo anche la sua intervista, ndr), è riuscita ad eguagliare tale impresa. Entrambe oggi sono professioniste.

Una grande impresa sportiva e un curioso retroscena sono legati ai ricordi alla prima vittoria del 2008. “Scappò via una fuga che arrivò a guadagnare fino a 2’30” – ricorda Rossella Ratto –. Allora tutta sola sono uscita dal gruppo per riportarmi sulle battistrada. Avevo paura di aver consumato troppe energie e di non avere più forze sufficienti per il finale, invece, sulla seconda salita sono riuscita a fare la differenza e a staccare Giulia Donato catapultandomi verso la vittoria”.

In pochi lo sapevano ma quel giorno Rossella Ratto subì anche un incidente prima della corsa. “Nelle fasi di riscaldamento una ragazza della Vaiano per evitare un’auto sbandò e mi venne addosso buttandomi a terra. Picchiai la spalla e avevo un dolore molto forte tanto che non riuscii nemmeno ad alzare il braccio per esultare quel giorno. Ricordo ancora – aggiunge la Ratto con un sorriso – che il giorno dopo alla sfilata partecipai con il braccio fasciato e mi faceva malissimo. Poi, il lunedì mattina tornai a scuola e alla lezione di educazione fisica non riuscivo a fare la verticale dal dolore, ma il professore non volle sapere storie e mi beccai non ricordo se un due o un tre sul registro”.

Tutto un altro tipo di corsa quella vinta per la seconda volta nel 2009. “La prima volta ero sola in gara, la seconda volta avevo al mio fianco le compagne di squadra del Pedale Senaghese che ricordo ancora con riconoscenza perché mi avevano dato una mano incredibile. Per me era stata un’emozione fortissima vederle tutte lavorare per me e poi gratificarle con una vittoria bellissima”.

Cosa ha di speciale la Coppa Rosa? “È una gara unica, con un percorso bellissimo e poi tutto il contorno che c’è in quei giorni a Borgo Valsugana è qualcosa di speciale – spiega l’atleta bergamasca –. Quando sei piccola sogni sempre di diventare grande e magari una campionessa. Quando vai alla Coppa Rosa è la prima volta che riesci a vivere un certo tipo di emozioni e ad assaporare quella che potrebbe essere la vita dell’atleta professionista. Fu la prima volta che feci dei lavori specifici per preparare una gara, studiai il percorso, insomma mi venne posto un obbiettivo sportivo e lavorai per ottenerlo”.

Dopo quelle due vittorie da predestinata del pedale, Rossella Ratto – i cui fratelli Enrico Peruffo e Daniele Ratto hanno entrambi a loro volta calcato la scena del ciclismo professionistico – ha confermato tutto il suo valore vincendo titoli italiani ed europei e un argento mondiale tra le Junior e la medaglia di bronzo al Mondiale Elite di Firenze 2013.

Oggi Rossella Ratto è una professionista e vede la maglia della formazione americana Cylance Pro Cycling. “Il 25 agosto parteciperò alla gara WorldTour di Plouy in Francia e poi al Giro d’Olanda – conclude la Ratto –, due gare molto importanti nelle quali spero di fare bene per meritarmi una convocazione in Nazionale per il Mondiale e magari anche un nuova squadra per l’anno prossimo”.

(Servizio a cura di Giorgio Torre, tratto dallo Speciale Coppa d’Oro)