RICHMOND (STATI UNITI) – Con uno splendido attacco da finisseur negli ultimi due chilometri, il francese Kevin Ledanois ha vinto il Campionato del Mondo in linea degli Under 23. Medaglia d’argento per l’italiano Simone Consonni. Medaglia di bronzo per l’altro transalpino Anthony Turgis. Quarto Gianni Moscon. Italia grande protagonista, con un Davide Martinelli stoico, ma anche tanto sfortunata con due guasti meccanici che hanno complicato le cose allo stesso Martinelli e a Moscon in momenti decisivi della corsa.
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Alla fine Moscon ha lavorato per riportare Consonni in scia del francese Leadanois, con il bergamasco che ha poi lanciato la sua volata che però non è servita, per un nulla, per rimontare e coronare un sogno d’oro. Resta un argento importante per Consonni e per l’Italia che ha fatto una grande prestazione di squadra. La seconda medaglia, sempre d’argento, qui a Richmond per la spedizione azzurra dopo quella di Adriano a Malori a cronometro due giorni fa. Un’inversione di rotta per le squadre maschili italiane che non vincevano più medaglie ai Mondiali dal 2008.
Ma veniamo alla corsa e alla luce del risultato finale sono più che fondate le speranze e le attenzioni rivolte soprattutto su questa Nazionale degli Under 23 capace di vincere quest’anno la classifica finale della Coppa delle Nazioni e far registrare prestazioni di grande spessore internazionale in particolare con il campione italiano Gianni Moscon, vincitore del Trofeo Almar a Taino e 2° al Giro delle Fiandre Under 23 e con Simone Consonni vincitore della prova di Coppa Cote Picarde, in Francia.
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Al primo giro si registra subito il primo timido allungo, provato dall’algerino Nassim Saidipoi raggiunto dal kazako Sergey Luchshenko, ma la loro azione dura pochi chilometri. Nella seconda tornata si sgancia un quintetto che comprende tre africani: l’eritreo Amanuel Ghebreigzabhier, il ruandese Jean Bosco Insengiyumva, l’algerino Adil Barbari, poi il portoghese Joao Rodrigues e l’israeliano Omer Goldstein.
A questi cinque attaccanti, da lì a poco, si vanno ad aggiungere altri corridori. Sono il cilenoJosé Luis Rodrigez, l’irlandese Eddie Dunbar, l’americano Gregory Daniel, il kazakoStepan Astafyev ed il colombiano Wilmar Paredes. Sono quindi ora in 9 a condurre la corsa, ma la loro azione è destinata a svanire già all’inizio del quarto giro.
Gli unici due a resistere davanti sono cileno José Luis Rodriguez e l’irlandese Eddie Dunbar, e con loro, per la prima volta, si vede un italiano a mettere la testa fuori dal gruppo. Si tratta del bresciano Davide Martinelli. Poco prima di metà gara il kazako Oleg Zemlyakov riesce a portarsi sulla testa della corsa e a dare nuovo impulso all’azione con i quattro che raggiungono il vantaggio di 1’51”. Per la verità c’è da dire che Martinelli è quello che collabora meno di tutti e probabilmente su indicazioni del CT Marino Amadori gioca d’astuzia mantenendosi sempre in ultima ruota e risparmiando la gamba. Il vantaggio dei battistrada comunque si alza e supera i 2 minuti.
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Dietro, il gruppo tentenna ad organizzare un inseguimento e allora il tedescoMaximilian Schachmann si rende protagonista di una straordinaria azione solitaria e tutto solo, a meno di quattro giri dalla conclusione, riesce ad agganciare gli uomini al comando. Il quintetto va via di comune accordo e inizia a fare la sua parte anche Martinelli. A una cinquantina di chilometri dall’arrivo, al settimo passaggio sullo strappo in pavè, si accende la spia della riserva all’irlandese Dunbar che perde definitivamente contatto.
Mancano a questo punto 3 giri alla conclusione. È proprio Martinelli a tirare il gruppetto di testa al passaggio sotto il traguardo. Il gruppo ha un ritardo di 1’05”. A 36 km dalla conclusione, sul nuovo passaggio sullo strappo in pavè, Martinelli prova l’attacco, è un’azione decisa, ma la sfortuna è dietro l’angolo e un problema meccanico al cambio frena l’azione dell’italiano che è costretto a fermarsi e a cambiare bici perdendo contatto dai tre ex compagni di fuga e quindi viene riassorbito anche dal gruppo.
Un colpo di scena che cambia i piani e le sorti della gara anche e soprattutto per gli azzurri. Mancano ormai 2 giri alla conclusione, l’assenza di Martinelli fa perdere vigore anche all’azione dei fuggitivi ed il gruppo si è riportato a soli 20”. A tirare sono soprattutto i blues della Francia. La fuga dei tre è annullata a 20 chilometri dall’arrivo.
A questo punto entra in azione una della nazionali più attese e pericolose, la Danimarca che manda in avanscoperta solitaria Soren Kragh Andersen, vincitore quest’anno di ben due tappe al Tour de l’Avenir. Il danese passa solo al suono della campana con un vantaggio di 15” sul gruppo. A 13 km dall’arrivo il gruppo torna compatto. Ai meno sei nuovo attacco e tra i protagonisti si rivede ancora Davide Martinelli, davvero generosa la sua prova. Con il bresciano figlio di Beppe Martinelli, DS dell’Astana, ci sono un polacco e un tedesco, ma l’italiano non ci pensa due volte e scatta nuovamente al comando sul pavè.
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È la miccia che accende il finale di corsa. Moscon ha un problema meccanico e perde le prime posizioni e allora sul bresciano si riportano solo i due atleti francesi Ledanois eTurgis. Martinelli cerca di difendersi, ma la superiorità numerica gioca a favore dei transalpini e negli ultimi due chilometri se ne va Kevin Ledanois che vola solitario verso vittoria resistendo al recupero rabbioso di Consonni. Il nuovo campione del mondo, nato il 13 luglio del 1993 a Noisy-le-Sec è figlio dell’ex professionista Yvon Ledanois, attuale tecnico della BMC, e nella stagione in corso ha già avuto modo di correre con i professionisti con la maglia della formazione Professional francese Bretagne-Séché Environnement.
ORDINE D’ARRIVO:
1. Kevin Ledanois (Francia) km 162 in 3:54:45 media 41.406 km/h
2. Simone Consonni (Italia)
3. Anthony Turgis (Francia) a 2”
4. Gianni Moscon (Italia)
5. Alexander Kamp Egested (Danimarca) a 5”
6. Fabian Lienhard (Svizzera)
7. Michal Schlegel (Rep. Ceca)
8. Luca Gaday Orozco (Argentina)
9. Adam De Vos (Canada)
10. Lennard Kamna (Germania)
53. Oliviero Troia (Italia)
67. Davide Martinelli (Italia)
89. Leonardo Basso (Italia)
97. Davide Ballerini (italia)
(Servizio a cura di Giorgio Torre)