Poi vedi la faccia di Tiesj Benoot e ti riconcili con il ciclismo, ti viene naturale un’ammirazione forte, un senso di rispetto. E vedi Wout Van Aert in quell’ultimo strappo ormai in città, a Siena, che non ce la fa più, ma proprio più, e lo vedi quasi cadere sul lastricato, scendere dalla bicicletta, la faccia nera di fango, gli occhi che guardano scavati dalla fatica. E intorno la gente che incita, che gli dice di non mollare… e Wout cerca di risalire in sella, ma ha la mente annebbiata da quella fatica terribile, e sbaglia, finisce sulla ruota posteriore e in te che guardi il senso di ammirazione e di compassione convivono, bruciano.

Compassione nel senso più vero, più nobile, nel senso di provare la stessa passione, la stessa sofferenza. Non sarà mai la stessa certo, perché tu sei sul divano e non sei là fuori dopo duecento chilometri di corsa durissima, nella pioggia, nel freddo e nel fango. Ma magari qualcosa del genere lo hai vissuto e allora puoi capire quello che sta succedendo. Puoi davvero com-patire.

Benoot arriva sporco e brutto eppure bellissimo in Piazza del Campo, in mezzo a una folla che se ne é fregata della pioggia e del freddo ed è lì, come se ci fosse il Palio, ad acclamare i corridori, questo Benoot quasi sconosciuto, che è alla sua prima vittoria da professionista; è volato via come un falco, nell’ultimo tratto di strade bianche, ormai strade di fango, lasciando i suoi compagni Van Aert, campione del mondo di ciclocross e Bardet. Peter Sagan ha resistito, ma alla fine ha mollato (ottavo al traguardo). Il nostro Visconti al quinto posto, grande prestazione. Roman Bardet, secondo, è stato grandissimo.

È la meraviglia dello sport, del ciclismo. E in questi giorni si corre la Tirreno-Adriatico, corsa di primavera, antipasto della Milano-Sanremo, il ciclismo che entra nel vivo, corsa simbolo, ormai da decenni. Corsa appassionante, capace di offrire giornate di sole limpido, e tappe che devono affrontare la neve. È la sua bellezza. Oggi, sabato, è in programma la tappa probabilmente decisiva, la Foligno-Sassotetto, a 1332 metri, con nove chilometri di salita molto impegnativa.

Ieri, venerdì, la tappa è stata impegnativa, ma si è risolta con una serie di scaramucce: ha vinto Roglic, ma in testa alla classifica ci sono Geraint Thomas, Greg Avermaet e Chris Froome, candidati alla vittoria finale. Qualcuno potrà impensierirli? Il nostro Vincenzo è tra i favoriti, Thomas va forte, Froome non è al top, anche perché durante l’inverno pare si sia sottoposto a carichi di lavoro molto forti in preparazione del probabile doppio impegno Giro-Tour. Ma un colpo potrebbe batterlo anche Fabio Aru. E se invece saltasse fuori il leone delle Strade Bianche, Tiesj Benoot? Stiamo a vedere. La notizia principale è che comunque siamo entrati in pieno nella stagione del grande ciclismo! E che anche noi amatori e cicloturisti ormai abbiamo cominciato a pedalare.

Quindi: buone pedalate a tutti.

Paolo Aresi

Paolo Aresi

Paolo Aresi – giornalista e scrittore.
Dal 2015 cura la rubrica “#AMOLABICI, le Cicloctorie di Paolo Aresi” sul sito www.bicitv.it.
Il ciclismo è una sua grande passione, ha trascorso l’infanzia tifando Felice Gimondi.
Pedala con una certa energia, ma il poco tempo a disposizione lo penalizza.