VENEZIA (VE) – A circa due settimane dalla sua elezione Igino Michieletto, nuovo presidente della Federciclismo del Veneto ed i componenti dello stesso si sono messi subito al lavoro per definire le varie Commissioni ed i calendari che contraddistingueranno la nuova stagione.
I principali obiettivi, condivisi da tutto il gruppo (è formato da i vicepresidenti Ivano Corbanese e Gianluca Liber e da i consiglieri Mirko Barattin, Riccardo Donato, Vittorino Gasparetto e Anna Romina Agliuzzo. Consigliere onorario è stato nominato Italo Bevilacqua), sono quelli di far ritrovare l’unità fra tutte le componenti; della stesura di un progetto tecnico unitario; del rafforzamento delle funzioni dei Comitati Provinciali e quindi rinsaldare la fattiva collaborazione con tutto il territorio e le regioni limitrofe. Per questo motivo abbiamo rivolto alcune domande a Michieletto.

Michieletto con i vice Corbanese e Liber

Michieletto con i vice Corbanese e Liber


Come sta vivendo questi giorni da presidente di una regione così importante come il Veneto? “Bene direi ma sento il dovere di rivolgere i ringraziamenti a tante persone. Ringraziamenti che sono sinceri e dettati dal cuore perché se non è così è meglio non farli. Il mio primo grazie va alle società e in particolar modo a quelle che curano il settore giovanile tenendo presente il simbolo di un albero che senza radici si secca e muore. Sono loro le nostre radici che fanno crescere alberi molto delicati in quanto chi si occupano di ragazzi e ragazze in età comprese tra i sette ed i 12 anni si assumono una grande responsabilità educativa e direi decisiva per la loro vita, lo stile, il comportamento e la sobrietà”.
Chi vorrebbe ringraziare in modo particolare? “Tutte le società che con dedizione danno la possibilità di continuare l’attività anche agli atleti che non sono di primissimo piano ma che trovano soddisfazioni anche con risultati modesti. Ho grande rispetto e ammirazione per questi dirigenti che non contano il numero delle vittorie ottenute ma piuttosto trovano soddisfazioni nell’aver offerto l’opportunità a chi era rimasto escluso. Un grazie a chi con passione, nonostante le difficoltà economiche e burocratiche, assicura la vita del ciclismo organizzando gare. Dobbiamo trovare il modo affinché tutte le componenti del ciclismo contribuiscano a tale scopo senza che nessuno possa essere escluso”.
Ci sono altre persone che desidererebbe ringraziare? “Di sicuro a chi ci ha votato e a chi ha sostenuto l’amico presidente uscente Raffaele Carlesso. La nostra famiglia ciclistica resta solo una senza distinzioni e senza preferenze. Non servono e vanno sanate certe contrapposizioni fra specialità, fra province, fra i vari tornei ecc…”.
Come sono i suoi rapporti con Carlesso? “Buoni come lo sono sempre stati. Chi ha scelto di votare Carlesso ha espresso un voto per una personalità degna di grande rispetto, un dirigente competente e carismatico che ha segnato la storia del ciclismo in Italia. Lui lo sa che ho grande rispetto e considerazione per la sua persona e per il servizio svolto con passione inimitabile anche se ritenevo che un’alternanza e una temporaneità degli incarichi fosse utile al nostro movimento. Un grazie a tutto il Comitato uscente e rivolgo un plauso tutto particolare al dott. Giuseppe Soldà appassionato dirigente e amico di tutti i ciclisti che si è reso sempre disponibile”.
Subito dopo la sua elezione ha rivolto un saluto al tecnico Cipriano Chemello? “Lo ho voluto fare a nome di tutta l’Assemblea per dare il sostegno morale ad un nostro amico e grande tecnico che in questo momento è un po’ in difficoltà a tenere le ruote del gruppo. A lui dico Cipriano ti siamo vicini e sei nei nostri cuori”.
La decisione di proporre Italo Bevilacqua come consigliere onorario? “Fra i tanti dirigenti che hanno servito questa regione ciclistica ho sentito il dovere di porre all’attenzione dell’Assemblea su una persona semplice e molto disponibile che conosce molto bene i problemi che la strada riserva e che, purtroppo, proprio la strada ha tolto la vita al suo giovane figlio. Nonostante questo tragico evento Bevilacqua ha continuato l’attività dirigenziale completando il quarto mandato come consigliere regionale al servizio delle società. Proprio per sottolineare questa esperienza di vita semplice e di servizio come valore per la nostra Federazione lo ho proposto come consigliere onorario”.
Adesso siete pronti ad affrontare il nuovo anno? “Lo stile di lavoro del Comitato sarà improntato a costruire rapporti con tutti. Il mio personale sarà quello di costruire una squadra coesa e valorizzare tutte le energie che si renderanno disponibili al fine di consegnare per il futuro un gruppo dirigente solido e autorevole. Non avrò uno stile presenzialista ma saranno i vicepresidenti, i consiglieri, i presidenti delle Commissioni i volti che rappresenteranno nelle varie manifestazioni il Comitato Regionale”.
Quali sono i punti fondamentali del vostro programma? “Ritrovare l’unità fra tutte le componenti ciclistiche in regione e lo strumento principale è la stesura di un progetto tecnico unitario e multidisciplinare al quale tutte le Commissioni saranno chiamate a concretizzare”.
Altri importanti obiettivi? “Rafforzare le funzioni dei Comitati Provinciali che devono essere i primi interlocutori delle società e promuovere lo sviluppo delle aree dove siamo più deboli. E’ necessario rinsaldare una fattiva collaborazione con tutto il territorio e le regioni a noi limitrofe per favorire calendari omogenei, la formazione ecc… Ci siamo messi subito al lavoro per definirli e affrontare tutte le incombenze per l’avvio dell’attività legata al nuovo anno”.
Cosa sarebbe importante per il ciclismo moderno ora come ora? “Che sia dal volto sorridente e sia uno sport che unisca grande agonismo con altrettanta amicizia e rispetto. Il nostro è uno sport che va tra la gente e che offre uno spettacolo gratuito. Siamo attori di una scena pubblica e per questo siamo tutti chiamati ad offrire uno stile positivo e bello. Il ciclismo è spettacolo quando c’è lealtà e rispetto degli avversari”.
Quali sono le promesse nei confronti di chi sta a cuore lo sport del pedale? “Noi ce la metteremo tutta per raggiungere tutti gli obiettivi che ci siamo preposti e non abbiamo la bacchetta magica per farlo ma di sicuro abbiamo bisogno della collaborazione ed il sostegno di tutti perché da soli non si va da nessuna parte”.
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Igino Michieletto ha 68 anni ed è stato ex corridore. E’ dirigente del Centro Sportivo Libertas Scorzè ed è stato sindaco della cittadina veneziana e anche consigliere della Regione Veneto. Appartiene ad una famiglia che ha profondi legami con lo sport del pedale. Nel quadriennio olimpico 2012-2016 è stato consigliere della Federazione Ciclistica Italiana.
(Servizio a cura di Francesco Coppola)