ROMA (RM) – Per spiegare la categoria Juniores bastano poche parole: una classe di passaggio, dove i talentuosi atleti in erba imparano a crescere, correndo lungo strade nuove, calpestando palcoscenici internazionali e vivendo sfide sempre più intense. Un passaggio, però, fondamentale per maturare, perfezionarsi, sbocciare ed esplodere poi come veri e propri campioni sulle due ruote.

E alla guida di questi diamanti grezzi (in attesa di brillare) c’è Rino De Candido, che da quasi una vita osserva, seleziona e spinge i suoi ragazzi di 17 e 18 anni lungo (e verso) strade diverse, più lunghe ed impegnative. “Noi lavoriamo per una crescita individuale e del gruppo, a medio e lungo termine. Lavoriamo per affinare determinate caratteristiche, per creare il giusto affiatamento del gruppo, senza il quale non si costruisce una volata, e la perseveranza negli anni” racconta il Commissario Tecnico, spiegando il percorso che segue stagione dopo stagione.

“Diciamo che suddividiamo sempre la stagione in due parti: la prima, quella di selezione, e poi la vera e propria preparazione. Per quanto riguarda il periodo di selezione, con gli Juniores già nella prima parte della stagione organizziamo dei raduni mensili con il gruppo endurance, questo per individuare e appunto selezionare gli azzurri più pronti a correre in gare internazionali, ovvero di caratura più importante. Facciamo dei veri e propri test, tra lavori di forza, lavori più specifici e sulla distanza, per individuare elementi di un certo interesse e spessore. Dopodiché con questi, grazie anche ai risultati che vengono fuori dalle varie attività, andremo a fare le prove di Coppa delle Nazioni”.

Domenica 26 marzo è in programma la prima prova del challenge, la Gand-Wevelgem. Come arrivate a questo appuntamento?

“Leggermente meno preparati rispetto alle altre selezioni, che corrono già da 3-4 domeniche. Ma sicuramente a noi non interessa andar lì e fare risultato a tutti i costi, diciamo che viviamo questa prima prova come test per i ragazzi, che dovranno calarsi in un contesto intenso e difficile e dovranno dare il meglio di loro. Andiamo in Belgio per fare esperienza, per far capire ai ragazzi il diverso sistema di corsa che c’è all’estero”.

In che senso?

“E’ più intensa, c’è un modo di correre diverso, un differente approccio alle gare. Se abbiamo l’obiettivo di far bene a Mondiali ed Europei queste gare sono un banco di prova fondamentale, per migliorare soprattutto sotto l’aspetto di tecnica di gara. E, soprattutto, è un contesto in cui la concorrenza sulle due ruote è certamente aumentata”.

E’ un vero e proprio test, quindi…

“Sì, per valutare anche il valore dei miei ragazzi in questo tipo di gare e perché imparino a correre in modo diverso rispetto a come si corre fuori dall’Italia. Più avanti, quando individueremo i più pronti, sicuramente cercheremo piazzamenti importanti. I primi mesi dell’anno sono serviti per riprogrammare e in parte rinnovare il gruppo, poi dovremo dare continuità ai nostri progressi e migliorare rispetto ai risultati di questa prima parte della stagione”.

Quali obiettivi ti poni per la stagione?

“L’obiettivo principale è fare più punti possibili, per riuscire ad avere il sesto corridore ai Mondiali, visto che solitamente noi corriamo con cinque. Poi far fare esperienza a questi ragazzi, anche perché l’attività internazionale, come detto, tecnicamente non è come quella in Italia. Ma ovviamente tutta la stagione sarà improntata a preparare i ragazzi agli Europei di Herning (Danimarca) ad agosto ed i Mondiali di Bergen (Norvegia) a settembre. Il mio è un lavoro di selezione e preparazione, cerco di individuare elementi di un certo valore e metterli nelle condizioni di dare il massimo”.

I ragazzi sono pronti?

“Abbiamo un bel gruppo di Juniores secondo anno, tra cui Gazzoli, Zana e Bagioli che sicuramente possono far bene sia all’Europeo che al Mondiale”.

(Servizio a cura di Valentina Vercillo – FCI)